Strà Granda - Terza tappa

Da Macugnaga al Rifugio Oberto-Maroli

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All’angolo della piazza del municipio a Staffa (1320 m c.a), dove la strada provinciale gira a sinistra, si imbocca una stradina asfaltata (via Chiesa Vecchia) che in breve porta al Dorf (l’antico borgo di Macugnaga; 1332 m), dove si trovano la Chiesa Vecchia, il cimitero, il tiglio secolare e, un po’ staccate sulla destra, le belle case con la tipica architettura walser. Da qui, proseguendo lungo la stradina in leggera salita, ci si porta all’altezza del ponte sul Torrente Tannbach (1360 m c.a; 15 minuti dalla piazza di Staffa), dove si trovano dei cartelli indicatori (a questo punto su può giungere nello stesso tempo anche da Pecetto passando tra i grandi parcheggi a destra e il Centro Sportivo a sinistra).

 

Si prosegue per un breve tratto verso Nord lungo la strada sterrata che sale agli impianti sciistici del Passo di Monte Moro, ma la si abbandona quasi subito per imboccare sulla destra l’antica mulattiera lastricata che sale nel bosco con parecchi tornanti. Seguendo la mulattiera si passa accanto al Rifugio Scarteboden (1500 m c.a), si raggiunge un piccolo belvedere (1605 m c.a) e, più avanti si torna a incrociare la strada sterrata (1685 m c.a). Il sentiero riprende oltre la strada, poi svolta a destra e, poco più avanti, torna di nuovo sulla strada (per cui la si può seguire verso destra appena la si incrocia) e si raggiunge l’Alpe Bill, dove si trova la stazione intermedia della funivia che da Staffa sale al Passo di Monte Moro (1700 m; ore 1,00 dal ponte sul Torrente Tannbach; ore 1,15 da Staffa).

 

A sinistra della funivia c’è un edifico a due piani, davanti al quale si trovano dei cartelli indicatori: si salgono alcuni gradini verso sinistra e si riprende il sentiero che sale verso Nord lungo una pista da sci; poco più avanti si torna sulla strada, la si segue per un breve tratto (ripido) e la si lascia di nuovo per riprendere sulla destra il sentiero che, in breve, raggiunge di nuovo la strada. Si prosegue a destra lungo la strada e la si segue fino a dove essa gira decisamente a destra in direzione dell’Alpe Sonobierg. Sulla curva (1880 m c.a) si trova un cartello indicatore. Si lascia a destra la strada e si imbocca il sentiero che si dirige verso Nord, in direzione di una barriera rocciosa percorsa da una modesta cascata. Sotto le rocce il sentiero volge a sinistra (Nord-Ovest), avvicinandosi al percorso della funivia e poi salendo quasi sotto le funi dell’impianto. Più avanti (2200 m c.a) il sentiero riprende a salire verso sinistra (Nord-Ovest), attraversa una zona di placche rocciose poco inclinate e passa qualche decina di metri sotto la stazione di partenza della seggiovia Ruppenstein. Poco più avanti il sentiero comincia a cambiare direzione e si dirige verso Nord-Est, raggiungendo una sorta di piccolo pianoro (2450 m c.a; ore 2,00/2,10 dall’Alpe Bill) in vista dello sperone roccioso in cima al quale si vede la stazione di arrivo della funivia (a destra e un poco più in basso è visibile anche il Rifugio Oberto-Maroli).

 

Dal piccolo pianoro si prosegue verso Nord-Est, abbandonando il terreno erboso e salendo tra placche rocciose e detriti; il percorso è indicato dai segnavia  bianco-rossi, che però sono un po’ sbiaditi (estate 2023). In alcuni punti emergono tratti dell’antica mulattiera walser, lastricati e a gradini. Dopo essere salito lungo una sorta di dosso roccioso poco pronunciato,  il sentiero entra in una curiosa valletta delimitata su entrambi i lati da placche rocciose. Al termine della valletta, traversando a sinistra, si raggiunge in breve il Rifugio Oberto-Maroli (2796 m; ore 1,00 dal pianoro a 2450 m c.a; ore 4,15/4,25 da Staffa), poco sotto la stazione di arrivo della funivia e nelle vicinanze del Passo di Monte Moro.

 

APPROFONDIMENTO: LA PARETE EST DEL MONTE ROSA

1. Le dimensioni della parete. Le quattro cime: i loro nomi e la prima salita

2. La struttura della parete e i suoi cambiamenti nel tempo

3. La storia alpinistica. Prima parte: dal prologo settecentesco ai primi anni del Novecento

4. La storia alpinistica. Seconda parte: dagli anni Venti del Novecento alle soglie del nuovo Millennio

5. La storia alpinistica. Salite invernali, solitarie e femminili, discese sciistiche e qualche nota finale

 

 

GALLERIA FOTOGRAFICA

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