Grignone - Cresta di Piancaformia

 

Ghiaccio&neve

 

DISLIVELLO: 1120 m

DURATA: ore 3,40/4,40 (salita); ore 2/2,30 (discesa)

DIFFICOLTA': PD/AD (a seconda delle condizioni)

AGGIORNAMENTO RELAZIONE: dati tecnici: aprile 2014; dati logistici: marzo 2017

 

Il percorso della Cresta di Piancaformia in condizioni invernali è uno degli itinerari più belli tra quelli che conducono in cima alla Grigna Settentrionale (Grignone, 2410 m), dove si trova il Rifugio Brioschi. Si tratta di una cresta molto lunga (almeno 2 chilometri dalla Bocchetta di Piancaformia alla vetta), caratterizzata da una notevole varietà di passaggi: tratti rocciosi, crestine affilate ed esposte, pendii ripidi, alternati (fino alla Bocchetta della Neve) a tratti decisamente più facili. Anche il percorso di accesso alla Bocchetta di Piancaformia non è affatto banale, tanto è vero che, in realtà, la parte alpinistica dell’itinerario inizia più in basso, poco dopo aver lasciato la sella dove si trova la cappella-bivacco dedicata all’89a Brigata Garibaldi. Insomma: in condizioni ideali è un percorso davvero entusiasmante, anche grazie al vastissimo panorama, che va dal Lago di Como (duemila metri più in basso) alle cime delle Alpi occidentali e centrali.

 

Le difficoltà sono variabili (PD/AD) e dipendono dalle condizioni dell’innevamento. I tratti rocciosi non superano il II grado (forse un breve passaggio nella parte finale arriva al III). Avendola percorsa più volte, mi sono reso conto di quanto la neve renda la montagna ogni volta diversa. Quest’anno (2014), con molta neve, anche passaggi di roccia su cui in altre occasioni avevo dovuto arrampicare per qualche metro erano completamente (o quasi) coperti dalla neve che li rendeva più facili. Piccozza e ramponi sono naturalmente necessari; a mio parere è bene avere con sé anche corda, imbragatura e un po’ di materiale per l’assicurazione. Le condizioni del manto nevoso devono naturalmente essere sicure (si affrontano o traversano diversi pendii ripidi).

 

ACCESSO STRADALE. Seguire la superstrada che collega Lecco alla Valtellina, uscire a Bellano e proseguire lungo la strada che sale in Valsassina, fino al bivio per Parlasco. Seguire questa deviazione e, dopo Parlasco, proseguire verso Esino Lario raggiungendo il Passo del Cainallo (1290 m), dove si parcheggia (la strada prosegue fin quasi alla Bocchetta del Cimone, dove c’è un altro parcheggio, ma in inverno è tenuta pulita solo fin qui). Il parcheggio è a pagamento (2 euro; inverno 2017) e la macchinetta che distribuisce i biglietti è collocata presso il cancello dell’Albergo del Cainallo, che si trova sulla sinistra della strada appena arrivati nella conca del Cainallo. A Esino Lario e al Passo del Cainallo si può arrivare anche da Varenna, sul Lago di Como, ma la strada è più lunga e molto tortuosa.

 

ITINERARIO. Dal Passo del Cainallo (1290 m) si sale verso Sud-Ovest lungo il tratto superiore di una pista da sci, si passa sotto lo skilift e si raggiunge di nuovo la strada; girando a sinistra lungo di essa si arriva al parcheggio (1450 m) sotto la Bocchetta del Cimone (1460 m). Al termine del parcheggio si prende a destra un buon sentiero (cartelli indicatori, tra cui quelli per i Rifugi Bogani e Bietti) che, scavalcata la cresta, percorre un lungo traverso alla testata della Valle dei Mulini. Si è ancora nel bosco, ma il terreno è ripido e, a seconda delle condizioni dell’innevamento, può richiedere attenzione, specialmente nell’attraversamento di un canale roccioso particolarmente scosceso (Canale dell’Ometto). Si raggiunge così il bivio segnalato (1585 m) per il Rifugio Bietti. Si sale a destra e si raggiunge in breve la Bocchetta di Prada (1626 m), affacciata sull’omonima valle. Si volge a sinistra, si aggira la quota 1653 m e si raggiunge la cappella-bivacco dedicata all’89a Brigata Garibaldi (1640 m; ore 1 dal Passo del Cainallo). Da qui, lasciato il sentiero che porta al Rifugio Bietti, si segue il dorso boscoso della cresta; dove questa si impenna e diventa rocciosa ci si sposta sul fianco occidentale (ormai fuori dal bosco) e si risale un ripido pendio (40/45°) spostandosi via via verso destra fino a una sella tra il Pizzo dei Nibbi (1811 m) a Sud e il Belvedere (1835 m) a Nord. Da qui si traversa pressoché in piano verso Est fino alla Bocchetta di Piancaformia (1805 m; ore 0,30/0,40 dalla cappella-bivacco), da dove inizia propriamente l’omonima cresta. Il traverso, lungo il quale si possono incontrare due brevi passaggi rocciosi, si svolge su terreno ripido e richiede neve assestata; in alternativa, dalla sella si può salire a sinistra e percorrere la cresta che dal Belvedere scende alla bocchetta.

 

Dalla Bocchetta di Piancaformia si sale lungo la cresta, dapprima poco inclinata poi più ripida; raggiunta la base di alcuni saltini rocciosi, li si aggira a destra salendo un ripido pendio (40/45°) lungo il quale si guadagna di nuovo il filo della cresta. Proseguendo lungo di essa si arriva più facilmente sulla Cima di Piancaformia (2105 m) oltre la quale ci si abbassa di pochi metri fino alla base della prima delle due piccole Cime di Moncodeno (2098 m e 2105 m). Ci sono due possibilità: o le si aggira a sinistra, passando alla base delle rocce su un ripido pendio (traccia spesso presente), o le si scavalca sul filo con percorso aereo ed esposto (passaggi fino al II grado, più o meno lunghi a seconda dell’innevamento). Oltrepassati questi due rilievi si è alla Bocchetta del Guzzi: da qui la cresta procede più facile fino alla Bocchetta della Neve (2215 m), dove inizia la parte più impegnativa dell’itinerario.

 

Si aggirano facilmente sulla sinistra alcuni dentini rocciosi, poi, sempre sulla sinistra, si evita un più cospicuo salto verticale, riguadagnando la cresta lungo un bel pendio piuttosto ripido (45/50°). Da qui si segue il filo spesso aereo ed esposto (soprattutto a destra, dove scendono pendii ripidissimi e salti rocciosi); a seconda dell’innevamento, in questo tratto si possono incontrare diversi brevi passaggi di roccia buona (II grado; in un caso forse III). Giunti poco sotto la vetta, si incrocia la via normale dal Cainallo (Via della Ganda), che sale da sinistra: lungo di essa, in pochi minuti, si raggiungono la cappella di vetro e metallo, il Rifugio Brioschi e la cima (ore 2/3 dalla Bocchetta di Piancaformia; ore 3,40/4,40 dal Passo del Cainallo).

 

DISCESA. Si svolge lungo la via normale dal Cainallo, detta Via della Ganda. Normalmente esiste una traccia evidente (ci si può informare presso i rifugi; vedi nota 3). In ogni caso ne do una sommaria descrizione: dalla cima, sotto la cappella, si imbocca l’ampio e ripido canalone (Gerone) che scende a Nord. Dopo essersi abbassati di un centinaio di metri, si inizia a traversare verso Nord-Ovest passando sotto la cresta di Piancaformia e perdendo progressivamente quota. Oltrepassata la Bocchetta della Neve e ben prima di arrivare all’altezza dalla Bocchetta del Guzzi, si raggiunge verso Nord il piccolo dosso dell’Ometto del Bregai (2103 m). Da qui si continua a scendere verso Nord incontrando presto i primi larici. Poco sotto i 1900 metri di quota, si piega a Nord-Ovest, raggiungendo in breve il Rifugio Bogani (1816 m). Da qui la discesa continua lungo il sentiero di accesso al rifugio che, tranne casi eccezionali, è battuto. Si passa dall’Alpe Moncodeno (1680 m), a Nord-Ovest del rifugio, ci si abbassa ancora verso Nord-Ovest, poi si traversano con attenzione  alcuni ripidi canali sotto la parete settentrionale del Belvedere, quindi si risale per alcune decine di metri e si raggiunge il bivio per il Rifugio Bietti. Da qui si torna al Passo del Cainallo lungo l’itinerario percorso all’andata (ore 2/2,30 dalla cima).

 

NOTA 1. Durante la salita, in caso di necessità, si può abbandonare la Cresta di Piancaformia alla Bocchetta della Neve: ci si abbassa a sinistra e, traversando in leggera discesa verso Est, si raggiunge la pista della via normale che sale dal Cainallo (Via della Ganda).

 

NOTA 2. Il tracciato della Via della Ganda passa accanto a un paio di profondi crepacci rocciosi (ingressi di grotte): prestare la dovuta attenzione. Inoltre, prima di arrivare all'ometto del Bregai, presso un piccolo sperone di roccia, c'è un cartello giallo con la scritta "Rifugio Bogani" che invita a scendere verso: ignorarlo e proseguire lungo la traccia che, per un brevissimo tratto, è in salita.

 

NOTA 3. Il Rifugio Brioschi e il Rifugio Bogani sono normalmente aperti anche durante i fine-settimana invernali. Per informazioni si può telefonare ai numeri 0341.910498 (Rif. Brioschi) e 368.3527021 (Rifugio Bogani).

 

 
 
 
 

Clicca sull'immagine per accedere a un altro racconto fotografico (gennaio 2020)

 

BIBLIOGRAFIA e CARTOGRAFIA:

Eugenio Pesci, LE GRIGNE - CAI/TCI (Guida dei Monti d'Italia), 1998

Giancarlo Mauri, ESCURSIONI NELLE GRIGNE - Tamari Editori, 1980

TCI, Carta 1:20.000, GRUPPO DELLE GRIGNE (molto bella e dettagliata)

ZetaBeta, Carta 1:35.000, LE GRIGNE

Comunità Montana Valsassina-Valvarrone-ecc, Carta 1:35.000, GRIGNE, RESEGONE, CAMPELLI, ecc.

 

Ghiaccio&neve