Le Strette del Casé e la Corona di Ghina

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Le Strette del Casé, uno dei luoghi "mitici" della Valgrande: sono tre impervi passaggi lungo la cresta che unisce la Bocchetta di Campo alla Corona di Ghina. Le attraversa un ardito sentiero che già nel XIII secolo permetteva ai montanari di Cossogno di raggiungere gli alpeggi in Val Portaiola. Alla fine dell'Ottocento il passaggio più impegnativo (uno stretto camino) è stato attrezzato con alcuni corrimano in ferro. Nella foto si vede bene la prima stretta; a sinistra e a destra della cresta a tre punte (in centro) si trovano la seconda e la terza stretta (da cui scende il prato di Ghina).
Scendendo dalla prima stretta: la foto mette in evidenza l'aspetto selvaggio e dirupato dell'ambiente (il percorso è riservato a escursionisti esperti). Il nome delle strette, secondo la tradizione, deriverebbe da un feroce episodio accaduto intorno al 1350, quando ci fu un sanguinoso scontro tra montanari di Malesco e Cossogno. La testa di un casér (casaro) sarebbe stata posta in cima ad un palo piantato sulla prima stretta come monito per i "nemici". Nello stesso luogo oggi si trova una piccola lapide che suggella l'amicizia tra le due comunità.
Usciti dall'ultima stretta ci si trova al sommo del ripido prato di Ghina. Abbassandosi lungo di esso si arriva (percorso riservato ad escursionisti esperti) all'alpe Cavrua e da qui a Pogallo. Traversando verso destra si raggiunge invece l'inizio della Corona di Ghina, l'aerea cresta di erba e rocce che unisce le strette alla Cima Sasso.
La Corona di Ghina e la Cima Sasso (in fondo) viste dal primo risalto della cresta (quota 1915), che si raggiunge superando un ripidissimo pendio coperto di ontanelli e con qualche passaggio roccioso. Lungo il crinale caratterizzato da alcuni risalti corre un'esile traccia: il percorso è spesso aereo e in qualche punto esposto. E' assolutamente spettacolare perché si viaggia a fil di cielo e lo sguardo si abbassa da ogni lato ad osservare stupito la selvaggia bellezza dell'ambiente valgrandino. 
L'impegnativo passaggio che permette di scendere dalla quota 1915. Le difficoltà si aggirano tra il II e il III grado e l'esposizione è davvero notevole. L'uso della corda è a mio avviso più che raccomandabile. La traversata della Corona di Ghina è un itinerario di "grande escursionismo"; richiede allenamento, capacità ed esperienza. Bisogna anche tener presente che non è descritto in alcuna guida sulla Valgrande.
Un altro esposto passaggio lungo la Corona di Ghina. Le foto di questa pagina sono state scattate durante una gita organizzata nel giugno del 2002 dal "Gruppo Escursionisti Val Grande" di Rovegro (Comune di San Bernardino Verbano), un'associazione nata dalla gente di queste montagne che da alcuni anni propone un programma escursionistico da cui traspare un grande amore per la propria terra e una profonda conoscenza della valle e delle sue montagne.
 

 

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