I Corni di Nibbio: la Bocchetta di Lavattel

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I Corni di Nibbio sono formati dalla cresta che va dal Monte Faié alla Bocchetta di Valfredda: a partire dalla Cima di Corte Lorenzo fino al Pizzo Lesìno è un susseguirsi di elevazioni rocciose frastagliate e spesso ardite, tra le quali si aprono profondi intagli da cui partono, verso la Val Grande da una lato e verso quella del fiume Toce dall'altro, valloni selvaggi

e profondamente incassati. Nella foto (scattata dall'Alpe Pra, in Val Grande) si vedono la Cima di Corte Lorenzo (a sinistra), il Torrione di Bettola (a destra del Monte Rosa) e, subito dopo, la Bocchetta di Lavattel.

La salita alla Bocchetta di Lavattel dalla Valle del Toce parte da Bettola. E' un percorso selvaggio e decisamente per escursionisti esperti. L'itinerario segue nel primo tratto ciò che resta della Linea Cadorna (nelle due foto sopra), in alcuni tratti ormai invasa dai rovi. 

Più in alto, dopo aver risalito il canalone di Bettola, si esce sulla cresta che culmina nel piccolo ripiano degli Asaa

Da qui si osservano (foto a sinistra) il Torrione Bettola e, più lontana (a destra nella foto), la Cima di Corte Lorenzo.

L'ultimo tratto dell'itinerario è decisamente spettacolare. Dal ripiano degli Asaa, volgendo a destra, si deve percorrere una sorta di largo cengione boscoso alla base di un'erta parete di roccia chiara. Sulla destra (salendo) si inabissa il canalone di Bettola.

La traccia attraversa tratti di bosco intricati alternati a prati ripidi, talvolta infestati dalle ginestre. L'ambiente, quassù, è selvaggio ma, insieme, solare: un contrasto eccezionale per un'esperienza escursionistica molto bella ma davvero impegnativa.

Ancora un'immagine dell'ultima parte dell'itinerario, ormai a poche decine di metri dalla Bocchetta di Lavattel. La foto può, almeno in parte, trarre in inganno: il mio compagno, in realtà, non è proprio sul sentiero, ma su un suo aereo prolungamento. Il tracciato si abbassa un po' prima (in questo tratto è comunque esposto) e raggiunge il cengione boscoso sotto la parete (in basso a sinistra nella foto).

Un tempo, durante i lavori di disboscamento in Val Grande nella prima metà del Novecento, la Bocchetta di Lavattel era attraversata da una teleferica che collegava Orfalecchio a Bettola. Alla Bocchetta si saliva dunque per lavorare (si noti la presenza delle donne, che in quella pesante attività ebbero un ruolo non secondario). Della teleferica sono rimaste ancora oggi delle tracce, alcune delle quali sono visibili nelle immagini qui sotto. La foto qui a sinistra** risale agli anni Trenta del secolo scorso.

 

 

** La foto in bianco e nero è tratta dal libro di Teresio Valsesia, VAL GRANDE ULTIMO PARADISO, ed è pubblicata per gentile concessione dell'editore ALBERTI di Verbania.

 

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