Via delle Bocchette - Prima tappa

Dalla cabinovia del Passo del Grosté al Rifugio Tuckett per il Sentiero Benini

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Dalla stazione di arrivo della cabinovia del Grosté (2438 m), poco sotto l’omonimo passo, ci si dirige verso Sud-Sud-Est raggiungendo in breve il dosso erboso-detritico dell’ampia cresta che dal passo sale dolcemente verso la Cima del Grosté. Passati alle spalle della stazione di arrivo di una seggiovia (aperta solo nella stagione sciistica), si prosegue sul largo crestone e, dopo essersi abbassati brevemente a un piccolo ripiano erboso (qui giunge da destra il sentiero n. 331 che proviene dal Rifugio Graffer), si riprende a salire verso il massiccio contrafforte settentrionale della Cima del Grosté. Seguendo i segnavia rossi della Via delle Bocchette (itinerario n. 305), ci si sposta a sinistra (Sud-Est) e si entra nel vasto circo roccioso-detritico alla base della parete settentrionale della Cima del Grosté. Puntando poi verso Est si sale per placche coricate ed elementari saltini rocciosi fino a una ben visibile spalla detritica sullo sperone roccioso che delimita a sinistra la parete Nord della Cima del Grosté (2725 m c.a; ore 1,00/1,10 dalla cabinovia del Grosté).

 

Qui ci si può preparare, indossando l’attrezzatura da ferrata. Si supera quindi un facile canalino roccioso (I) sullo spigolo, arrivando all’inizio della cengia detritica percorsa dal Sentiero Alfredo Benini. La cengia è abbastanza larga e il senso di esposizione è attenuato dal breve pendio detritico che, sulla sinistra, precede il salto verticale sottostante. Il percorso, dopo un brevissimo tratto all’inizio, è quasi sempre privo del cavo metallico di sicurezza, che si trova solo nei punti più stretti ed esposti. Si attraversa così, in leggera salita, tutto il versante orientale della Cima del Grosté, poi si passa su quello meridionale fino ad arrivare, dopo una leggera discesa (qualche tratto attrezzato), alla Bocchetta dei Camosci (2784 m). Seguendo ora una cengia più stretta e attrezzata, si attraversano i versanti orientali del Campaniletto e del Campanile dei Camosci, si traversa il canale sotto la Bocchetta Alta dei Camosci e si prosegue lungo il versante orientale della Cima Falkner, toccando a quota 2900/2910 m il punto più alto della tappa. A Sud della Cima Falkner ci si abbassa verso una conca detritica aiutati dal cavo metallico e da alcune staffe. Poco prima di arrivare ai detriti della conca, si prosegue verso Sud traversando su una stretta cengia attrezzata il versante orientale del Campanile di Vallesinella. Una brevissima discesa conduce infine alla Bocca Alta di Vallesinella (2875 m; ore 1,30/1,40 dall’attacco).

 

Ci si abbassa ora sul versante occidentale, scendendo per un tratto i nevai di quella che era la Vedretta di Vallesinella Superiore e poi spostandosi a sinistra (attenzione ai segnavia rossi) su una spalla a Ovest della Cima Sella fino a raggiungere un bivio segnalato (2730 m circa). A destra scende il Sentiero Dallagiacoma che, passando a destra (Nord) del Castelletto Superiore, porta con qualche breve tratto attrezzato (cavo metallico) al Rifugio Tuckett senza passare dalla Bocca di Tuckett e dalla Vedretta di Brenta Inferiore. Se invece ci si vuole attenere al percorso della Via delle Bocchette, dal bivio si risale brevemente a sinistra, poi si prende una cengia esposta (cavo di sicurezza) e si scende lungo il ripidissimo versante Sud-Ovest della Cima Sella (cavo metallico e scalette) fino alla Bocca di Tuckett (2648 m; ore 0,50/1,00 dalla Bocca Alta di Vallesinella).

 

Da qui si scende verso Ovest-Nord-Ovest la Vedretta di Brenta Inferiore, che all'inizio presenta alcuni tratti ripidi (con neve dura o ghiaccio saranno utili i ramponi). Spostandosi verso destra, la si abbandona poco sotto i 2500 metri per prendere un buon sentiero segnalato (n. 303) che, tenendosi sul versante destro idrografico del vallone, raggiunge il bel terrazzo roccioso (2272 m) dove si trovano il Rifugio Tuckett e il Rifugio Sella, che è ormai solo una dépendance del primo (ore 0,40 dalla Bocca di Tuckett; ore 4,00/4,30 dalla cabinovia del Grosté).

 

NOTA. Presso la stazione di arrivo della cabinovia del Grosté si trova il Rifugio Stoppani, che di fatto è un alberghetto in quota, con servizio bar e ristorante. I prezzi del pernottamento non sono in linea con quelli dei rifugi. Chi, magari per evitare una levataccia il primo giorno, volesse pernottare in quota potrà trovare un'ottima alternativa nel Rifugio Graffer (SAT), che si trova poco più in basso, a 2261 m. Partendo da qui il dislivello della prima tappa aumenta di circa 180 m. Il Rifugio Graffer si raggiunge con una breve discesa (20 minuti) dalla stazione di arrivo della cabinovia del Grosté (sentiero n. 301) oppure con una camminata un poco più lunga (45 minuti; sentiero 331) dal Monte Spinale (2104 m), raggiunto da una cabinovia che sale da Madonna di Campiglio. Dal rifugio, lungo il sentiero n.331, si raggiunge la cresta tra il passo del Grosté e l'omonima cima al piccolo ripiano erboso di cui si parla nella relazione.

 

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