Il camoscio appenninico
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Il camoscio appenninico, o d'Abruzzo, è un
discendente dei camosci alpini che, durante i periodi glaciali, scesero
molto a sud nella penisola italiana. In seguito ai mutamenti climatici,
questi camosci scomparvero da gran parte della montagna appenninica,
sopravvivendo in poche zone dove subirono una differenziazione
progressiva dal ceppo originario. |
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Generalmente il camoscio appenninico viene
considerato una sottospecie (Rupicapra ornata) del comune
camoscio alpino (Rupicapra rupicapra), ma taluni studiosi
arrivano a riconoscerlo come una specie autonoma. |
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Le differenze più evidenti si notano nelle
corna, che nel camoscio appenninico sono più sviluppate in lunghezza
(carattere evidente nella foto), nella livrea invernale (che presenta
estese zone bianche sulle spalle e sui glutei) e nella forma della coda. |
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Il luogo privilegiato di osservazione del
camoscio appenninico è il Parco Nazionale d'Abruzzo e in particolare
Forca Resuni (m 1952), raggiungibile da Civitella Alfedena o da Barrea
lungo la Valle di Rose o la Valle Jannanghera. In estate (dal 15 luglio
al 1° settembre) l'accesso a queste valli è "a numero
chiuso", per cui occorre prenotare la visita presso gli uffici del
parco. |
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Un giovane camoscio fotografato (come tutti
gli altri) a Forca Resuni. Anche la salita al Monte Amaro di Opi offre
la possibilità di un incontro con il camoscio; in questo caso non ci
sono limiti, ma l'osservazione degli animali è meno ravvicinata. |
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