Cime di Noga e Monte Pradè - Traversata

(Valsolda - Lombardia)

 

Escursionismo

SCHEDA TECNICA

DISLIVELLO: 1120 m c.a (tenendo conto delle risalite tra una cima e l'altra)

DURATA: 3,20h la salita; 2,30h la discesa

DIFFICOLTA': EE

AGGIORNAMENTO RELAZIONE: ottobre 2016

 

L’orografia della Valsolda può essere paragonata a un ventaglio che ha il suo centro nella frazione di San Mamete, dove il Torrente Soldo sfocia nel Lago di Lugano. In realtà le cose sono un po’ più complesse: dalla Cima di Fiorina (1810 m), infatti, si stacca verso Sud una cresta che, dopo la cima del Torrione (1805 m), si abbassa ripidamente fino al Monte Pradè (1607 m) dopo il quale piega verso Est e va a formare le due Cime di Noga (1511 m e 1517 m). Quindi si abbassa di nuovo verso Sud e, dopo il massiccio torrione roccioso del Sasso di Mont (1262 m), precipita ripidissima fino ai prati vicino a Dasio, nel cuore della Valsolda.

 

E’ proprio lungo una parte di questa cresta che si svolge un buon tratto dell’escursione ad anello proposta in questa pagina (si parte e si arriva a Dasio, la frazione più alta del comune di Valsolda). E’ un percorso molto bello, arioso e solitario, non particolarmente impegnativo ma comunque indicato solo ad escursionisti esperti (difficoltà EE) perché ci si muove (lungo il filo della cresta) solo seguendo labili tracce prive di segnavia. Il panorama è vasto, ma limitato a Nord dalla vicinanza della cresta di confine (quella dove si trova la Cima di Fiorina) che, essendo più alta, impedisce allo sguardo di spaziare verso Nord. Infine: non parlerei, come ho letto in altri siti, di ambiente selvaggio. Mi sembra troppo. Non mancano angoli che meritano questa definizione, ma sono, appunto, angoli; nel complesso, in Valsolda ci sono molti sentieri segnalati (durante questa escursione se ne percorrono alcuni) e diverse baite ben ristrutturate. Sono altre le sensazioni che la valle regala: soprattutto silenzio e solitudine (che non sono cose di poco conto).

 

ACCESSO STRADALE. Si può arrivare a Dasio sia dalla Svizzera che dall’Italia. Nel primo caso si segue l’autostrada A9, poi si prosegue in Svizzera lungo l’autostrada A2. Si esce a Lugano Sud, si traversa la città percorrendo il lungolago e si ritorna in Italia. Entrati nel Comune di Valsolda, tra le frazioni di San Mamete e Cressogno, si prende a sinistra la Strada Sasso Rosso-Dasio che, dopo 5 km, raggiunge Dasio (discrete possibilità di parcheggio nei pressi della chiesa). Se si vuole evitare il passaggio attraverso la Svizzera, da Como si prosegue lungo la strada statale del lago fino a Menaggio. Qui si gira a sinistra in direzione di Porlezza e si prosegue fino al Comune di Valsolda: tra le frazioni di Cressogno e San Mamete si prende a destra la strada Sasso Rosso-Dasio.

 

ITINERARIO. Dalla piazzetta davanti alla chiesa (580 m) si imbocca la stradina acciottolata e gradinata che si inoltra tra le case; dove si biforca (cartelli indicatori per i sentieri n. 1, 5 e 3 barrato – Sentiero delle 4 valli) si sale a destra e, più avanti si incontra un altro bivio. Si lasciano a destra gli itinerari n. 1 e 3 barrato che seguono la via per Buggiolo, e si prosegue diritti lungo via Leopardi (anch’essa acciottolata e gradinata) che presto esce dalle case (sentiero n. 5). Qui si incontra un altro bivio: si lascia a sinistra via De Bernardi e si prosegue in salita a destra lungo via Leopardi che si trasforma in una larga mulattiera (segnavia bianco-rossi) ed entra nel bosco. Si raggiunge così la base di una verticale parete rocciosa (fontanella) sotto cui il sentiero transita pianeggiante per raggiungere poco dopo un nuovo bivio: si sale a sinistra (piccolo cartello indicatore e poi segnavia dell’itinerario n. 5 dopo pochi metri) lungo il sentiero più evidente e con i segnavia bianco-rossi.

 

Ora si risale lungo un vallone boscoso dominato a sinistra dalla dolomitica parete Sud-Est della Sasso di Mont. Il sentiero è sempre evidente e ben segnalato; occorre solo evitare, nei primi cento metri di dislivello dopo il bivio, due deviazioni a sinistra: stare sempre sul sentiero più marcato badando ai segnavia. Intorno ai 950 metri di quota si traversa una zona quasi pianeggiante dove la vegetazione più rada permette di ammirare il versante orientale del Sasso di Mont. Poco sopra (1030 m circa) si incontra un bivio segnalato: si lascia a destra il sentiero 5 che sale all’Alpe Mapel e si prende a sinistra il sentiero 35 per il Sasso di Mont e l’Alpe Puria.

 

Dopo un breve tratto in salita, il sentiero si abbassa e si incontra subito un bivio poco evidente e non segnalato: il sentiero più evidente continua a scendere, ma non va seguito: seguire la traccia a destra che prosegue diritta (ci sono segnavia bianco-rossi, ma non in prossimità del bivio!). Più avanti, in una zona priva di erba, il sentiero si confonde un po’ col terreno misto di terra e foglie (faggi). Si resta un po’ disorientati in una sorta di radura a circa 1110 m di quota: se ne esce verso sinistra (si vede un segnavia sul tronco di un faggio un po’ in alto), salendo ripidamente verso le rocce del Sasso di Mont. Piegando quindi a destra (il sentiero torna più evidente) si raggiunge una sella (1196 m; ore 1,30 da Dasio) aperta tra il Sasso di Mont a sinistra e le Cime di Noga a destra.

 

Da qui, si prosegue verso Nord (destra) sempre sul sentiero n. 35 (attenzione ai segnavia, specie dove c’è l’erba alta che copre la traccia); dopo cinque minuti si incontra un bivio segnalato in modo poco chiaro su un sasso (1215 m c.a): lasciare a sinistra il sentiero n. 35 che traversa in direzione dell’Alpe Puria e salire a destra verso le Cime di Noga lungo le tracce dell’itinerario n. 34 per l’Alpe Nores e il Passo di Piancabella (una seconda indicazione più chiara si incontra quasi subito). Proseguire lungo il dosso erboso e uscire dal bosco: dopo circa quarantacinque di metri di dislivello, più o meno a 1260 m di quota, lasciare a destra la debole traccia che traversa verso l’Alpe Mapel e proseguire lungo il dosso erboso con qualche rado albero. Lungo il dosso la traccia è poco visibile e lo stesso vale per i segnavia bianco-rossi, che ci sono, ma sono sbiaditi; procedendo con attenzione, però si trovano sia le tracce che i segnavia. Il dosso è caratterizzato da due “impennate” con rocce e alberi: ogni volta la traccia le aggira a destra per poi ritornare sul filo. In alto, infine, la traccia, divenuta un po’ più visibile, si sposta verso destra salendo fino a una selletta con alberi, poco pronunciata, alla base di una piccolo salto in parte roccioso della cresta sommitale (1440 m c.a). Il sentiero (ora più evidente e con segnavia più visibili) prosegue a destra sul versante settentrionale della cresta: lo si segue per cinque minuti,  fino a una sorta di “corridoio” tra il filo della cresta, a destra, e un dosso secondario, a sinistra. Qui si abbandona il sentiero che prosegue verso l’Alpe Nores e si sale a destra (non ci sono tracce) raggiungendo in breve e senza problemi il filo della cresta. Lo si segue verso sinistra (deboli tracce) con bel percorso panoramico e si raggiunge facilmente la prima delle due Cime di Noga (1511 m; ore 1 dalla sella a Nord del Sasso di Mont; ore 2,30 da Dasio).

 

Si scende lungo il filo un po’ più accidentato ma sempre facile (tracce), si aggira a sinistra uno spuntone con alberi e rocce e si arriva alla sella (1470 m) tra le due cime. Si sale lungo la cresta che ora presenta diversi saltini rocciosi tutti facilmente aggirabili a destra o a sinistra (un po’ a intuito un po’ grazie alla presenza di una lieve traccia) fino ai massi della seconda Cima di Noga (1517 m; 10 minuti dalla prima Cima di Noga), alla quale segue, oltre una piccola sella erbosa, uno spuntone roccioso di pochi metri più basso. Per proseguire la traversata, dalla piccola sella dopo la cima, ci si abbassa a sinistra su un pendio erboso ripido ma non difficile, quindi si piega a destra e si torna in cresta sotto il salto di roccia formato dallo spuntone che segue la vetta. La cresta è ancora molto ripida, per cui si scende di nuovo a sinistra (pendio erboso ripido e con alberi, ma senza difficoltà) ritornando infine sulla cresta dove questa diviene meno ripida e più semplice. La si segue (traccia) fino alla sella boscosa (1470 m c.a) dove passa il sentiero n. 5 che sale da Dasio e passa per l’Alpe Mapel. Ignorato questo sentiero, si prosegue lungo le tracce che percorrono la cresta che sale al Monte Pradè. La cresta è coperta di alberi e presenta alcuni brevi salti rocciosi. Una minuta descrizione dell’itinerario sarebbe complicata e non avrebbe molto senso: si seguono le tracce (ce ne sono diverse) che stanno più vicino al filo e, aggirando ora a destra ora a sinistra i salti più ripidi o impervi, si arriva su un cucuzzolo erboso sulla cresta che unisce il Torrione di Valsolta (a Nord) al Monte Pradè (a Sud). Girando a destra, in pochi minuti, si raggiunge la cima erbosa e molto panoramica del Monte Pradè (1607 m), punto culminante della traversata (40 minuti dalla seconda Cima di Noga; ore 3,20 da Dasio).

 

DISCESA. Tornati sul cucuzzolo erboso, si scende a Nord (ripido ma facile) e poi si prosegue (traccia) lungo la cresta in parte boscosa e si raggiunge la bocchetta  (1578 m) dove passa il sentiero che collega l’Alpe Nores e l’Alpe Fiorina. Si prende a destra (cartello indicatore) il sentiero (segnavia bianco-rossi) che traversa alcuni piccoli speroni di erba e roccette (saliscendi); poi si comincia a perdere sensibilmente quota dentro un boschetto di faggi e, intorno ai 1510 metri di quota, si inizia a percorrere un lungo traverso quasi pianeggiante e panoramico lungo il ripido ed erboso versante meridionale del Torrione di Valsolda. Dopo un grosso spuntone di roccia, il sentiero perde di nuovo quota e quindi traversa nel bosco fino alla Bocchetta di Boj (1460 m). Da qui, verso Nord-Est, si traversa in discesa fino alla bella radura dove si trovano le due baite in legno dell’Alpe Fiorina (1340 m; 50 minuti dal Monte Pradè). Le due baite sono di proprietà dell’ERSAF (Ente regionale per l’agricoltura e le foreste della Lombardia); presso la baita più alta c’è una bella fontana di acqua molto fresca.

 

Dalle baite scendere diritti lungo il prato e ritrovare il sentiero e i segnavia appena a sinistra dell’unione dei due torrentelli che scendono ai lati dell’alpe. Seguire il sentiero che si tiene a sinistra (ora vicino ora più lontano) dell’ormai unico torrentello che percorre il fondo della Valle di Fiorina. Siamo in una faggeta e il tracciato si confonde nel terreno coperto di foglie: badare al tracciato e ai segnavia bianco-rossi. A 1235 m circa il sentiero piega più decisamente a sinistra, allontanandosi progressivamente dal torrentello che prosegue la sua corsa sotto la grande parte rocciosa di una guglia.. Poco prima di una sella su un costone che sembra delimitare a sinistra la Valle di Fiorina, si trova un bivio segnalato (1180 m c.a). Si scende a destra, tornando verso il centro della valle; a 1120 m circa, passando a destra di un enorme masso, si traversa il corso asciutto del torrentello (penso che l’acqua scorra talvolta sotto il greto, perché poco dopo la si sente e la si vede di nuovo) e si passa sul versante opposto della valle. Con un traverso su terreno ripido (un po’ di attenzione) e passando sotto alcune paretine di roccia, si arriva a una bella radura erbosa dove il sentiero tende a perdersi nell’erba. Si volge a destra e, verso Sud-Ovest, si prosegue in leggerissima salita, raggiungendo, dopo una tratto nel bosco, la grande radura che precede l’ampia sella del Passo Stretto (1102 m; 40 minuti dall’Alpe Fiorina). [Dopo la prima radura si incontrano due bivi segnalati: andare sempre a Sud-Ovest, seguendo le indicazioni per Alpe Serte e Dasio, ignorando gli altri sentieri.]

 

L’itinerario prosegue sempre verso Sud-Ovest lungo il vallone immerso nei faggi che dal Passo Stretto scende in Valsolda. La pendenza è minima. Si seguono la traccia e i segnavia stando ora a sinistra ora a destra del torrentello (all’inizio asciutto) che scende lungo il vallone. Più in basso la pendenza aumenta e il sentiero si fa più evidente; dopo un tratto sul versante destro idrografico della valle, ci si abbassa a sinistra, si traversa il torrentello (ora con l’acqua) e si prosegue la discesa sul versante opposto fino all’inizio di una stradina sterrata seguendo la quale, in breve, si raggiunge l’Alpe Serte (900 m c.a; 30 minuti dal Passo Stretto; ore 2 dal Monte Pradè). Qui si trova un’area di sosta con diversi pannella didattici della Riserva Naturale della Valsolda. [Dopo il Passo stretto si incontrano due deviazioni segnalate da ignorare: la prima a sinistra per l’Alpe Pessina e Porlezza; la seconda a destra per Alpe Mapel e Alpe Nores.]

 

Dall’Alpe Serte proseguire la discesa lungo la strada sterrata fino a incontrare sulla destra il grande edificio di Rancò (750 m c.a), poco sotto il quale si incontra un bivio segnalato: si prende a destra una stradina sterrata che traversa a Ovest e, dove questa comincia una leggera salita, si prosegue diritti lungo un sentiero che in breve raggiunge una baita. Sotto la baita, il sentiero scende verso destra in direzione del Torrente Soldo, quindi piega a sinistra e si abbassa fino a incrociare un sentiero pianeggiante. Si gira a destra, si passa il torrente su un bel ponte e, con una leggera risalita verso sinistra, si raggiungono le case di Dasio e il parcheggio presso la chiesa (580 m; 30 minuti dall’Alpe Serte; ore 2,30 dal Monte Pradé; ore 5,50 per l’intero giro ad anello).

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

CARTOGRAFIA:

Carta Turistica Kompass, 1:50.000, LAGO DI COMO-LAGO DI LUGANO. Utile soprattutto per avere una visione d'insieme delle montagne del Lario Occidentale e per orientarsi nel panorama dalla cima.

Carta Escursionistica della Valsolda, 1:25.000. E' decisamente la più precisa: sulla base della Carta Nazionale Svizzera, riporta tutti gli itinerari della valle. E' reperibile presso la Pro Loco Valsolda.

Foresta Regionale Valsolda, Carta escursionistica 1: 17.500. Questa cartina è interessante e utile soprattutto perché sul retro riporta molte informazioni turistiche ed escursionistiche sulla valle. E' acquistabile on-line sul sito dell'ERSAF (l'ente regionale per le foreste) e forse anche in loco.

Tutte queste cartine sono acquistabili anche a Valsolda, nella frazione San Mamete, presso l'edicola-cartoleria Carta e Penna in Piazza Roma. Il negozio apre alle 8 o poco prima (anche la domenica mattina).

 

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