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			Il giro del monte Coltignone permette 
			di unire alcuni dei percorsi più interessanti della Costiera del 
			Monte San Martino, che comprende un complesso di cime poste tra i 
			Piani Resinelli e la città di Lecco. E’ una zona selvaggia e 
			dirupata, ma percorsa da una rete di sentieri in genere ben 
			segnalati e curati. 
			  
			L’itinerario proposto raggiunge 
			innanzitutto la cima della Corna di Medale (m 1029) che, con il 
			Sasso Cavallo, è certamente la più importante struttura rocciosa 
			delle Grigne: la sua parete meridionale, alta quasi 400 metri, 
			presenta alcune decine di itinerari classici (come quello aperto da 
			Riccardo Cassin e Mario dell’Oro nel 1931) e modernissimi. La salita 
			che propongo segue la via ferrata “Alpini della Medale”, a mio 
			avviso molto bella. Sulla guida del CAI-TCI, Eugenio Pesci la 
			definisce un “itinerario assai esposto, lungo e faticoso”, 
			impegnativo ma divertente “per chi abbia una qualche esperienza di 
			parete e tecnica di roccia”. Ovviamente va affrontata con la debita 
			attrezzatura. Chi volesse evitarla potrà seguire una delle due 
			varianti proposte al termine della relazione. 
			  
			Dalla Corna di Medale si sale al 
			monte Coltignone (m 1479) lungo il sentiero GER che, dopo un lungo 
			traverso, supera un incassato canalone (qualche catena) e poi un 
			ripido prato. Dal Coltignone si scende alla Bocchetta di Val Verde 
			con percorso molto panoramico, e quindi ci si abbassa lungo 
			l’omonima valle, scoscesa, selvaggia e, finalmente, anche silenziosa: fin qui, purtroppo, la vicinanza della civiltà si è fatta 
			“sentire”. Infine, raggiunto il rifugio ANA “Riccardo Piazza”, si 
			torna al punto di partenza lungo un facile e frequentato sentiero, 
			all’inizio molto panoramico. 
			  
			Accesso stradale: da Lecco si segue 
			la strada provinciale che sale in Valsassina. Poche centinaia di 
			metri dopo il ponte sul torrente Gerenzone, all’altezza di una 
			nettissima curva verso destra, si imbocca, sulla sinistra, una 
			strada (via Quarto) che si segue fino al piazzale presso il piccolo 
			cimitero di Rancio. Lungo questa strada (se non sul piazzale) è 
			possibile parcheggiare l’auto. 
			  
			Itinerario: dalla piazzetta del 
			cimitero di Rancio (m 370) prendere la via che sale tra le case (via 
			Antonio Bonaiti – all’inizio, sulla destra, c’è una fontanella 
			accanto alla quale è dipinto il segnavia 52). Poco più avanti 
			imboccare a destra un viottolo a scalini e seguirlo fino a che non 
			sbuca su una strada asfaltata; girare a sinistra lungo la strada e 
			seguirla. Dopo un tornante a destra diventa sterrata: poco dopo si 
			trova sulla sinistra il sentiero segnalato da cartelli metallici con 
			i segnavia 52 (San Martino) e 58 (ferrata). Seguire questo sentiero 
			(scalinata in cemento all’inizio) che sale dapprima ripidissimo tra 
			due recinzioni e poi nel bosco fino a sbucare (altra scalinata in 
			cemento) su una stradina sassosa affiancata da grandi reti 
			paramassi. Andare a sinistra fino ad incontrare un bivio segnalato. 
			Girare a destra (cartello indicatore per la ferrata, n. 58; il 
			sentiero 52 prosegue diritto ancora per poco) e salire lungo un 
			sentiero che costeggia un’altra rete paramassi. Più avanti si trova 
			un altro cartello indicatore per la ferrata: salire a sinistra nel 
			bosco (ripido) in direzione della parete dell’Antimedale; traversare 
			alla sua base verso la Corna di Medale (bolli rossi) e raggiungere lo sperone lungo il quale 
			sale la via ferrata (m 630 circa; cartello indicatore all’attacco; 30 
			minuti da Rancio). 
			  
			All’inizio il percorso supera uno 
			speronino poco inclinato poi, dopo una traversata a destra, sale con 
			bellissimi tratti esposti lungo placche e diedri. Un solo, breve, 
			passaggio è strapiombante. A 800 metri circa termina il tratto più 
			bello e ripido. Seguono altri cento metri di dislivello che 
			presentano ancora qualche tratto impegnativo; poi, raggiunta la 
			cresta terminale del Medale, si sale con più facilità, ma badando a 
			non smuovere sassi, sempre seguendo il cavo metallico, fino alla 
			croce della vetta (in realtà è un poco più in basso del punto 
			culminante, m 1029; ore 1,30 dall’attacco). 
			  
			Poco a monte della croce, prima del 
			punto culminante, si stacca a sinistra un sentiero (segnavia 56, 57 
			e 59) che si abbassa ad una selletta. Si prosegue scavalcando un 
			rilievo della cresta e si scende ad un’altra selletta. Lasciato a 
			sinistra il sentiero n. 57, si prende quello che traversa verso 
			destra (cartello indicatore con il n. 59, “Sentiero GER”). Si 
			percorre il lungo traverso con qualche saliscendi (sentiero 
			evidente; un passaggio sovente umido è attrezzato con una catena); a 
			quota 1150 circa si entra nel canalone che incide il versante 
			meridionale del Monte Coltignone. Con percorso sempre più ripido si 
			raggiunge il suo punto più stretto, interrotto da una grotta formata 
			da una grande masso incastrato. Si esce a verso destra superando una 
			paretina attrezzata con una catena; poi si prosegue verso l’alto 
			lungo un altro tratto attrezzato con catena (sentiero molto ripido e 
			roccette); alla fine si sbuca sul prato terminale, sempre piuttosto 
			ripido) e si raggiunge la cima del Monte Coltignone, caratterizzata 
			da un evidente parapetto in legno (m 1479; ore 1,30 dalla Corna di 
			Medale). 
			  
			Tornare indietro fino al termine del 
			parapetto, prendere un sentiero che si abbassa a destra costeggiando 
			a debita distanza il salto che precipita verso il lago. Dopo una 
			breve risalita si incontra un bivio segnalato: a destra si va verso 
			Cima Calolden e sinistra verso il Forcellino e la Val Verde lungo il 
			percorso dell’Anello Alto. Imboccata questa direzione, si scende fino ad una costruzione di 
			cemento, ci si abbassa a sinistra (cartello) lungo il sentiero 
			protetto dal solito parapetto di legno (stiamo seguendo una 
			classica passeggiata effettuabile comodamente dai Piani Resinelli). 
			Superato un magnifico punto panoramico e una bacheca in legno, si 
			lascia la stradina che si sta percorrendo e ci si abbassa a sinistra 
			(cartello indicatore dell’Anello Alto) nel bosco: il sentiero non è 
			molto evidente, ma ci sono i segnavia (due A rosse sugli alberi). Si 
			arriva così alla Bocchetta di Val Verde (m 1287). 
			  
			Lasciata a destra una stradina che 
			porta ai Piani Resinelli, si prosegue in leggera salita e poi in 
			piano fino ad un bivio: prendere il sentiero che si abbassa a 
			sinistra (cartello indicatore dei sentieri 52 e 54). Si scende ora 
			la Val Verde: il terreno è ripido e boscoso, il sentierino è 
			abbastanza evidente; ci sono segnavia dell’Alta via delle Grigne (un 
			quadrato rosso con un bollo azzurro al centro). Raggiunti i 720/710 
			metri di quota (secondo il mio altimetro) si traversa il fondo della 
			Val Verde e, passando sotto una parete di roccia nera, si inizia a 
			risalire fino al filo di una cresta. Dalla parte opposta si scende (roccette 
			attrezzate con catene) sul fondo di un canalone incassato (Val 
			Farina); attraversato il canale si risale il versante opposto 
			(all’inizio lungo un canalino boscoso assai ripido e attrezzato con 
			una catena) fino ad una forcelletta. Ci si abbassa e si risale ad 
			un’altra forcelletta dalla quale, in leggera salita, si raggiunge il 
			rifugio “Riccardo Piazza” dell’Associazione Nazionale Alpini di 
			Rancio-Laorca (m 767; 2 ore dalla cima del Monte Coltignone). 
			  
			Si prende ora l’ampio sentiero che si 
			stacca a sud del rifugio e si sale fino ad un bivio (m 805); 
			lasciato a sinistra il sentiero n. 56 per la Corna di Medale, si 
			scende lungo il sentiero 52 passando dalla Cappelletta della Madonna 
			(m 750 circa); da qui ci si abbassa verso Rancio lungo una bella 
			mulattiera che porta alla stradina affiancata dalla rete paramassi 
			già seguita all’andata. Girando verso sinistra si incontra dopo 
			poche decine di metri il sentiero che sale alla ferrata e, più 
			avanti, quello che scende a destra verso Rancio: seguendolo si 
			raggiunge la strada sterrata e poi asfaltata dalla quale, prendendo 
			sulla destra il viottolo scalinato, si rientra alla piazzetta del 
			cimitero di Rancio (45 minuti dal rifugio Piazza). 
			  
			VARIANTI INIZIALI PER EVITARE LA 
			FERRATA 
			  
			1) PER I SENTIERI 52, 56A e 56. Da 
			Rancio seguire l’itinerario descritto nella relazione fino al bivio 
			tra i sentieri 52 e 58 (sulla stradina sassosa affiancata dalle reti 
			paramassi). Lasciato a destra il sentiero 58, proseguire diritti 
			lungo il 52. Dopo una cinquantina di metri, presso un piccolo pilone 
			votivo con l’immagine della Madonna, girare a destra e salire nel 
			bosco (corrimano metallico all’inizio) lungo una bella mulattiera 
			recentemente risistemata (segnavia: tre bolli azzurri disposti a 
			triangolo). A circa 700 metri di quota il sentiero volta a sinistra 
			sotto una grande nicchia rocciosa in cui è posto un crocifisso. Poco 
			oltre, sul traverso in leggera salita, si incontra un sentiero (il 
			56A)  che sale a destra (freccia azzurra e scritta “Medale”). Si 
			procede su terreno ripido, dapprima in parte roccioso (segnavia: due 
			strisce rosse), fino ad incontrare (m 860 circa) il sentiero 56 che 
			proviene da sinistra (all’incrocio si trova un masso con diverse 
			scritte). Volgendo a destra (bolli rossi) si traversano, su terreno 
			a volte piuttosto ripido, alcuni valloncelli fino a raggiungere la 
			cresta terminale della Corna di Medale, dove si incontra, pochi 
			metri sotto la croce, il cavo metallico della ferrata. Seguendolo si 
			raggiunge la cima (ore 1,30/1,40 da Rancio) 
			  
			2)
			per la Valle Nera. 
			Seguire l’itinerario descritto nella relazione fin sotto la parete 
			dell’Antimedale. Dove il sentiero inizia a traversare verso la Corna 
			di Medale per raggiungere l’attacco della ferrata, prendere 
			un’evidente traccia (non ci sono segnavia) che sale la pietraia alla 
			base delle rocce dell’Antimedale, raggiungendo il solco della Valle 
			Nera, ben visibile a sinistra della parete rocciosa. Si segue il 
			fondo boscoso e talvolta il fianco destro orografico (sinistra per 
			chi sale) del canalone piuttosto ripido fino ad incontrare (m 880 
			circa) il sentiero 56 che proviene da sinistra. Volgendo a destra 
			(bolli rossi) si traversano, su terreno a volte ripido, alcuni 
			valloncelli fino a raggiungere la cresta terminale della Corna di 
			Medale, dove si incontra, pochi metri sotto la croce, il cavo 
			metallico della ferrata. Seguendolo si raggiunge la cima (ore 1,30 
			da Rancio) 
			  
			Tra queste due varianti (entrambe 
			classificabili E+) consiglierei  la prima, che è più comoda e più 
			panoramica. La seconda è forse più sbrigativa ma, a parte la bella 
			visione delle pareti del Medale e dell’Antimedale che si gode 
			all’inizio, si svolge in un valloncello incassato e piuttosto 
			ripido. 
			  
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