Monte Garzirola da Colla

 

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La massa erbosa del Monte Garzirola appare dietro le case dei Barchi di Colla. Quella che, contro il margine destro della foto, appare come la cima della montagna è invece la quota 2075 m, su cui si trova la grande croce metallica. La cima del Monte Garzirola è il punto illuminato dal sole contro il muro della casa e appare molto più bassa per effetto della prospettiva.
   
Dalla cima del Monte Garzirola, guardando verso Sud-Ovest, si può osservare quasi tutto l'itinerario della salita, che si svolge (se si segue la variante descritta) lungo il primo crestone erboso visibile nella foto (l'itinerario "normale" si tiene invece sul versante occidentale dello stesso crestone, non visibile nella foto). Sulla destra si vede una parte della cresta che dal Passo di Pozzaiolo porta sul Garzirola. Gli altri due crestoni erbosi portano invece sul Moncucco e sul Monte Bar (1816 m), sopra il quale si vedono il Monte Gradiccioli e il Monte Rosa. A sinistra si distende il solco della Val Colla; poco sopra si vede anche uno scorcio del Lago di Lugano.
   
Ancora dalla cima del Garzirola, guardando verso Ovest. Si vedono innanzitutto la Cima Moncucco (1725 m) e il Monte Bar (1816 m); poi il Monte Gradiccioli (1936 m) e il Monte Tamaro (1962 m), a destra dei quali si vede la punta settentrionale del Lago Maggiore. Sullo sfondo, contro il cielo, sfilano le grandi montagne delle Alpi occidentali, dal Monte Rosa, a sinistra, alle cime del Vallese e del Sempione, fino al Monte Leone (3553 m), all'estrema destra.
   
Spostando lo sguardo un poco più verso Nord la vista incontra ancora grandi montagne, dal Monte Leone fino alle cime dell'Oberland, tra cui spicca la piramide del Finsteraarhorn (4274 m), all'estrema destra della foto. Dietro l'ometto in primo piano si vede il Piano di Magadino, tra Bellinzona e il Lago Maggiore (di cui si vede la punta settentrionale, su cui si affacciano le città di Locarno e di Ascona)
   

Ecco la prima di alcune immagini riprese con il teleobiettivo. Oltre la cresta che unisce il Monte Gradiccioli e il Monte Tamaro, si ammirano (da sinistra a destra) le cime del Monte Rosa, dalla Piramide Vincent alla Nordend, poi la Weissgrat (con lo Jägerhorn, 3970 m, e la Cima di Jazzi, 3803 m), la punta del Cervino (4478 m), lo Strahlhorn (4190 m), il Rimpfischhorn (4199 m), l'Allalinhorn (4027 m), la bianca calotta ghiacciata dell'Alphubel (4206 m), le cime gemelle del Täschhorn (4491 m) e del Dom de Mischabel (4545 m), la Lenzspitze (4294 m) e il Nadelhorn (4327 m). Completano la carrellata la Weissmies (4017 m) e, contro il margine destro della foto, il Lagginhorn (4010 m).

Guardando un po' più a Nord ecco apparire le cime dell'Oberland, molte delle quali superano i 4000 metri. Purtroppo non riesco a indicarle: fa eccezione la piramide del Finsteraarhorn (4274 m).

A differenza delle precedenti e della successiva, questa foto è stata scattata dalla quota 2075 m (dove si trova la grande croce metallica). In primo piano si vede la piramide del Pizzo di Gino (2245 m). Contro il cielo si ammirano la bella mole del Monte Disgrazia (3678 m) e le cime del gruppo Masino-Bregaglia, tra cui spiccano, sulla sinistra della foto, il Pizzo Cengalo (3369 m), bianco di neve, e il Pizzo Badile (3308 m), più scuro perché meno innevato.

Dalla cima del Monte Garzirola, verso Sud, si vede innanzitutto la cresta, prima molto ampia, poi più delineata, che conduce alla quota 2075 m (si riesce a vedere la croce), dietro la quale si delineano le Prealpi Comasche (con il Monte San Primo, 1682 m, sulla sinistra) e quelle Ticinesi. La luce intensa della foschia copre la Pianura Padana.
   

Nella foto a sinistra vediamo alcuni resti del reticolato in filo spinato che un tempo caratterizzava la linea di confine tra Svizzera e Italia. Nella foto a destra si vede il Rifugio Garzirola (1974 m). Contro il cielo si vedono, da sinistra, lo Zuccone di Campelli (2174 m), la Grigna Settentrionale (2410 m), la Grigna Meridionale (2177 m), la punta del Resegone e i monti della Valcava; poi i monti di Tremezzo e, più a destra, il Monte San Primo. Sotto lo Zuccone di Campelli si vede il Monte Grona (1736 m), sotto la Grigna Settentrionale il Monte Pidaggia (1528 m), sentinella della Val Cavargna.

Ed eccoci al Passo di San Lucio. La cima più alta, contro il cielo, è la quota 2075 del Monte Garzirola. Si vedono quindi i due rifugi, quello italiano (Rifugio San Lucio), sopra la chiesetta, e quello svizzero (capanna San Lucio), sulla sinistra della foto. In primo0 piano vediamo la bella chiesetta dedicata proprio a San Lucio.
   

Nella foto a destra vediamo di nuovo la chiesetta di San Lucio sovrastata dalla piramide del Pizzo di Gino. A sinistra vediamo invece la statua del santo che si trova in una cappella dietro il rifugio italiano. La chiesetta, o meglio l'Oratorio di San Lucio, è preceduta da un portico e ha un tozzo campanile laterale oltre a una cappellina dedicata a San Rocco, protettore dei viandanti. All'interno conserva un patrimonio pittorico che va dal XV al XVII secolo: tutte le campate sono affrescate con raffigurazioni mariane, di Santi, di Evangelisti, di Padri della Chiesa di Profeti e di Dio. Significative sono le scene della vita di San Lucio. Questi fu un mitico alpigiano-casaro (spesso è rappresentato con una forma di formaggio in mano, come si vede nella foto a sinistra) che si fece eremita e venne martirizzato proprio sul passo che porta il suo nome. Da allora è venerato come patrono dei mandriani, dei pastori e dei formaggiai. La devozione secolare si perpetua anche oggi con la Sagra di San Lucio che si tiene al passo due volte all'anno, il 12 luglio e il 16 agosto (queste informazioni sono ricavate dal sito "valcavargna.com").

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