Pizzo dei Tre Signori dai Piani di Bobbio (2)

 

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L'ultima parte della traversata dai Piani di Bobbio al Rifugio Grassi vista dalla cresta che sale al Pizzo dei Tre Signori. Si vedono bene lo Zucco di Cam (2196 m, a sinistra) e lo Zucco di Valbona (2131 m, a destra). La Bocchetta di Foppabona si trova proprio sul margine sinistro della foto; il Rifugio Grassi è invece sulla destra. Sono più o meno alla stesso quota, ma per passare da un punto all'altro, come si vede abbastanza chiaramente, bisogna abbassarsi a causa di alcune balze rocciose presenti sotto lo Zucco di Cam.
   
Il Pizzo dei Tre Signori visto dalla cresta Ovest all'altezza del vecchio cippo di confine tra lo Stato di Milano e lo Stato Veneto (Repubblica di Venezia). Proprio sopra il cippo si vede il tratto di cresta che si aggira a destra con un tratto esposto su roccette (corda metallica). Più avanti, oltre la sella erbosa della Bocchetta Alta, si alza il tratto finale della salita.
   
Ed eccoci al bivio di quota 2234 m. La Via del Caminetto sale lungo la cresta erbosa, via via via più ripida, fin dove la cresta si impenna e diviene rocciosa; quindi si sposta a destra e risale un ripidissimo pendio di erba e rocce fino alla cresta sommitale, che percorre verso destra fino in cima. Dove la cresta diviene rocciosa si distingue bene l'originale struttura del Torrione Sant'Ambrogio, uno splendido monolito alto circa cinquanta metri.
   
Uno sguardo dalla cresta verso Nord-Ovest. Al centro di una bella conca di erba e detriti appare il Lago di Sasso (1923 m), in Val Biandino. Contro il cielo, da sinistra a destra, si notano il Legnoncino (1711 m), il Monte Legnone (2609 m), la piccola punta del Pizzo Alto (2512 m), il Monte Rotondo (2496 m), il più massiccio Pizzo Mellasc (o Melaccio; 2465 m) e infine il dente roccioso del Pizzo Varrone (2325 m).
   
Dalla cresta, guardando verso Ovest, si può osservare un buon tratto dell'escursione, dalla Bocchetta di Foppabona in poi. Proprio sopra questa bocchetta, contro il cielo (a sinistra dell'immagina) si vede il Grignone.
   
Un momento della salita lungo il pendio di erba e roccette che porta sulla cresta sommitale.
   
Il roccioso tratto sommitale visto dal punto in cui, dal pendio di erba roccette, si sbuca di nuovo in cresta. Quella su cui appare l'escursionista in piedi non è ancora la cima: da lì bisogna camminare in piano ancora per un breve tratto prima di arrivare in vetta.
   
La bella rampa di roccia che si deve salire dopo essere usciti dal Caminetto. L'arrampicata non presenta difficoltà particolari (I+) ed è facilitata anche dalla presenza di una catena. Alla rampa segue una breve cengia che costituisce il passaggio più esposto della salita (attrezzato con un'altra catena).
   
Uno sguardo dalla cima verso Est, in direzione delle Alpi Orobie.
   
Più vasto è il panorama che si ammira verso settentrione: in primo piano si vede il Pizzo di Trona (2510 m) a sinistra del quale, poco sopra la diga del Lago dell'Inferno, si alzano i Dentini di Trona. Dietro di essi scende il solco della Val Gerola che si immette nella Valtellina. Contro il cielo si alzano le cime della Val Masino, dal Pizzo Badile al Monte Disgrazia (sopra il Pizzo di Trona).
   

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