Allalinhorn - Hohlaubgrat (2)

 

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Dalla calotta nevosa a 3550 m circa si vede bene tutta la bellissima parte superiore della cresta, con la quota 3837 m e il salto di rocce che precede la cima.
   
Lo Strahlhorn (4190 m) visto dalla sella nevosa cui si scende dalla calotta 3550 m circa. Lungo la cresta contro il cielo, a destra della cima, si svolge l'ultima parte della lunghissima via normale che parte dalla Britanniahutte.
   
Vista dalla quota 3837 m. Contro il cielo si delinea il cosiddetto "trittico del Sempione" con, da sinistra, le cime del Fletschorn (3993 m), del Lagginhorn (4010 m) e della Weissmies (4023 m). La scura cresta di roccia al centro della foto è l'Hinter Allalin: sulla rampa nevosa a sinistra si affaccia la stazione intermedia del Metrò Alpin (fermata solo a richiesta). Da qui partono le cordate che intendono percorrere l'Hohlaubgrat in giornata: scendono sul pianoro superiore dell'Hohlaubgletscher e lo attraversano raggiungendo la cresta a quota 3400 metri o anche (con percorso più ripido e più crepacciato) alla sella dopo la calotta 3550 m circa.
   
Dalla quota 3837 m è ben visibile il salto finale della cresta con la fascia rocciosa che precede la cima. Quest'ultimo tratto è molto bello: la cresta è aerea e ripida, anche abbastanza esposta a causa dei pendii che scendono a Nord e a Sud. Il triangolo di rocce scure al vertice della cresta non è ancora la cima: è la torre rocciosa che occorre aggirare sulla destra: la cima è un po' più a Ovest e da qui non è visibile a causa della prospettiva.
   
Dietro la quinta rocciosa in primo piano appare il Rimpfischhorn (4199 m). Subito alla sua sinistra si ammira la parete NNE del Lyskamm Orientale(4527 m). All'estrema sinistra della foto sono visibile due delle sommità del Monte Rosa: la Nordend (4609 m) e la Punta Dufour (4633 m).
   
Ed eccoci alla fascia rocciosa che costituisce il passaggio più caratteristico e anche più impegnativo della cresta. Qui si vede bene la placca dell'attacco: noi abbiamo trovato una breve corda fissa che univa i chiodi cui sono assicurati i miei compagni allo spit visibile in basso. La corda non è sempre presente e in questo caso sarà solo lo spit a facilitare il passaggio. C'è un buon appoggio per i piedi, ma per le mani c'è veramente poco. Senza le attrezzature non credo proprio che il passaggio sia valutabile di II. Ma forse proprio la presenza della corda fissa e dello spit mi ha spinto a non cercare altre soluzioni (a parte un paio di tentativi senza molta convinzione).
   
Traversata la breve placca dell'attacco si arrampica lungo una sorta di larga fessura: le rocce sono buone, abbastanza ripide ed esposte. La difficoltà però è limitata: è un bel II grado, reso sicuro dalla presenza di spit e fittoni (foto di Roberto Benzi). Noi eravamo in tre con una corda da 50 metri: abbiamo fatto comodamente due tiri di 25 metri (al massimo).
   
Ed ecco infine l'uscita del tratto roccioso. Alle spalle del mio compagno si vede la traccia lungo la parte finale della cresta, con i ripidissimi pendii che scendono a Nord (nevoso) e a Sud (roccioso). Nei punti meno ripidi e nella zona detritica a metà di questa fascia di rocce può essere presente la neve: se è buona e non è troppa, come in questo caso, non crea problemi.
   
L'ultimo brevissimo tratto della cresta visto dalla cima. In fondo al tratto nevoso si vede la torre rocciosa che, salendo, si aggira sulla destra. A destra della foto (all'altezza della torre rocciosa) si vedono le tracce della via normale, lungo la quale si svolge anche la discesa verso il Mittel Allalin. Sullo sfondo, oltre il mare di nubi, si stende la Pianura Padana (foto di Roberto Benzi)
   
Questa immagine è stata scattata durante la discesa, nel tratto subito sotto il Feejoch (la punta rocciosa in alto è il Feekopf, 3888 m). Si vedono bene i grandi crepacci che si trovano a valle del passo e a cui bisogna prestare molta attenzione anche in presenza della traccia. La via normale, pur non essendo facilissima (PD), è molto frequentata per via della sua brevità. E' molto facile incontrare anche cordate "famigliari" come quella inquadrata nella foto.
   

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