Giro del Gran Paradiso - Terza tappa
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Nonostante le previsioni promettessero bel tempo, ma con freddo e vento, anche buona parte della terza tappa si è svolta all'insegna delle nubi (ma non della pioggia) che stazionavano abbastanza dense sopra i 3500/3600 metri. Nella prima foto vediamo il Ghiacciaio di Laveciau, chiuso tra il crestone occidentale del Gran Paradiso (se ne vede la base alla sinistra) e il Dosso di Moncorvè (a destra). La foto mostra chiaramente come il ghiacciaio sia caratterizzato da molti crepacci. L'immagine a destra si riferisce alla prima parte della salita sul ghiacciaio: sullo sfondo, oltre le parete rocciosa del Dosso di Moncorvé, si vedono le montagne del versante sinistro idrografico della Valsavareche. |
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Ancora due immagini della salita lungo il ghiacciaio di Laveciau. Nella foto a destra, le cordate più in alto stanno ormai avvicinandosi al punto in cui, piegando a destra, si raggiunge la Schiena d'Asino dove ci si congiunge con le tracce che salgono dal Rifugio Vittorio Emanuele II. Da qui in poi le due vie normali seguono lo stesso percorso fino in cima. |
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Ed eccoci in cima. La foto a sinistra (di Roberto Benzi) mi ritrae accanto alla Madonnina collocata sulla vetta tradizionale. Nell'altra foto si vede il mio compagno che mi assicura dal terrazzino che precede il breve ma esposto traverso che porta alle roccette sommitali. Siamo soli, ma è stato solo un momento: presto il nostro cammino si è incrociato con quello di altre cordate che stavano salendo. Tuttavia, per quanto breve e nonostante le nubi e il freddo, è stato un bel momento. |
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Queste due foto e le altre due qui sotto sono state scattate dal mio compagno all'inizio di luglio 2015, due anni prima rispetto al nostro giro, in una giornata decisamente più bella! A sinistra si vedono molte cordate impegnate nell'ultimo tratto della salita sotto i denti rocciosi della cresta Sud del Gran Paradiso: quello al centro (secondo da sinistra) è Il Roc (4026 m); contro il margine destro della foto si vede poi la piramide della Tresenta (3609 m). Nella foto a destra vediamo invece il panorama di cui si può godere dalla cima guardando verso Est: in primo piano si distende il vasto pianoro superiore del Ghiacciaio della Tribolazione, dal quale si alzano, sulla destra, la Punta di Ceresole (3777 m), la Testa della Tribolazione (3642 m) e la Testa di Valnontey (3563 m), vicinissime tra di loro. Sopra la Punta di Ceresole si nota la bella piramide rocciosa del Becco Meridionale della Tribolazione (3360 m), alla destra del quale si vede il Colle dei Becchi (2990 m), da cui passa la quarta tappa. Andando verso il centro della foto, si vedono invece la Becca di Gay (3621 m), la Roccia Viva (3650 m) e il Gruppo degli Apostoli, tra cui svetta in particolare la Torre del Gran San Pietro (3692 m). |
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Nella prima foto vediamo il panorama dalla cima verso Sud. A sinistra si vede la piramide triangolare della Tresenta, poi il torrione sommitale della Becca di Moncorvé (3875 m) e quindi la caratteristica mole del Ciarforon (3642 m), con i versanti Nord e Nord-Est. A destra della calotta sommitale del Ciarforon spunta la cima della Becca di Monciair (3544 m), alla cui altezza, sempre a destra, si notano la Mare Pércia (3385 m) e la Punta Fourà (3411 m). Sullo sfondo, oltre le cime del versante meridionale della Valle di Locana (Valle dell'Orco), si alzano le Alpi Graie Meridionali, italiane e francesi |
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Ed eccoci di nuovo alla nostra terza tappa, in discesa verso il Rifugio Vittorio Emanuele II. Nella foto a sinistra il primo sole della giornata illumina i pendii sotto la Schiena d'Asino. Nella foto a destra siamo ormai alla fine del ghiacciaio, sulle ultime lingue di neve e in prossimità delle placche pianeggianti su cui si trovano i primi ometti che guidano verso la morena e poi verso il rifugio. Sullo sfondo si ammirano le cime del versante sinistro idrografico della Valsavarenche, tra cui spiccano, sopra il piccolo Ghiacciaio dell'Aouillé, il Monte Taou Blanc (3438 m, a sinistra) e la Cima di Entrelor (3430 m, a destra). |
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La foto a sinistra inquadra un gruppo di alpinisti impegnati a scendere il ripido tratto ghiacciato che caratterizza l'ultimo tratto della discesa lungo il Ghiacciaio del Gran Paradiso. A destra , ormai in vista del rifugio, possiamo ammirare parte della testata della Valsavarenche, con il Ghiacciaio del Grant Etret (con la modesta elevazione della Testa del Grant Etret, 3201 m, sulla sinistra). Verso destra si alzano invece la Mare Pércia, la Punta Fourà e la Cima Mer. di Séiva (3200 m c.a). |
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Due immagini del Rifugio Vittorio Emanuele II, con la sua caratteristica forma a parabola, costruito nel 1932 ma ultimato definitivamente solo nel 1961. Nella foto a sinistra si vede in primo piano la pietraia da attraversare per raggiungerlo. |
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Vediamo infine due foto scattate nel pomeriggio dal rifugio, quando la giornata era finalmente volta al bello. A sinistra si vede in primo piano il piccolo Laghetto di Moncorvè, proprio davanti al rifugio. Si ammirano poi i versanti settentrionali del Ciarforon, della Becca di Monciair e dei Denti del Broglio (3454 m il più alto). A destra vediamo più da vicino il Ciarforon: fa una grande tristezza vedere come questa parete è ridotta: l'ho salita nel 1979 (è stata la mia prima parete Nord) ed era tutta di ghiaccio! Quella sorta di grande isolotto roccioso da cui scendono le colate di detriti non esisteva; la calotta sommitale era separata dalla parete sottostante da un seracco sulla destra del quale saliva un bel pendio di ghiaccio da cui passava la via "normale" della parete. Considerazioni simili si possono fare anche per le pareti Nord delle altre due cime: erano meno imponenti ma permettevano (specialmente quella della Becca di Monciair) delle belle salite su neve o ghiaccio. Oggi solo all'inizio della stagione si possono forse trovare condizioni almeno in parte simili a quelle di allora. |
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