Grignone - Cresta di Piancaformia (invernale)
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In questa foto possiamo vedere quasi tutta la salita della cresta, dalla Bocchetta di Piancaformia (al centro contro il margine superiore dell'immagine) all'omonima cima (dalle vicinanze della quale ho scattato la foto). In secondo piano, a sinistra della punta con il verde scuro dei pini mughi, si possono vedere i ripidi pendii lungo i quali si aggirano i saltini rocciosi che caratterizzano la seconda parte di questa sezione della via. Siamo nel mese di aprile e l'innevamento è ancora abbondante, anche se i versanti esposti a Sud sono privi di neve. | |
In questa foto, all'altezza dei miei compagni che stanno scendendo dalla Cima di Piancaformia, si vedono le due piccole Cime di Moncodeno. Anche se l'immagine non rende molto bene i particolari a causa della luce un po' grigia, si dovrebbe comunque comprendere il carattere aereo ed esposto della traversata di questi due denti rocciosi. Le difficoltà su roccia sono di II grado e la neve rende più aereo il filo della cresta (come si vede nel caso della seconda cima, totalmente innevata). Oltre le due piccole cime si trova la Bocchetta del Guzzi, dopo la quale la cresta diviene, per un buon tratto, più facile. | |
Questa foto è stata scattata all'inizio del lungo tratto che va dalla Bocchetta del Guzzi (2100 m circa) alla Bocchetta della Neve (2215 m). Il filo di cresta è largo e i pendii, specialmente quelli che scendono a sinistra, sono meno inclinati rispetto a quelli che caratterizzano il primo tratto della cresta. Sullo sfondo si nota la cima del Grignone "accarezzata" da alcune nubi. Le previsioni per quella giornata davano ampie schiarite già in mattinata, ma in realtà il sole si è fatto vedere solo verso le 11, quando ormai eravamo a poca distanza dalla cima. | |
In questa immagine (foto di Roberto Benzi) vediamo il ripido pendio nevoso (qui in condizioni di innevamento decisamente ottime) che permette di aggirare sulla sinistra il salto più compatto e difficle che si incontra all'inizio dell'ultima sezione della cresta, quella più impegnativa. A mio parere la pendenza, almeno per un tratto, raggiunge i 50°. | |
In questa immagine e in quella successiva vediamo due passaggi lungo l'ultima parte della cresta. Questo tratto è alpinisticamente interessante anche senza neve: la roccia è buona e le difficoltà sono di II grado (con un passaggio che probabilmente arriva al III). Siamo dunque a livello di alpinismo facile, ma la salita è molto bella, specialmente dal punto di vista paesaggistico, perché la cresta è davvero molto panoramica. | |
Questa immagine, ripresa dalle vicinanze della cima, mostra l'ultimo tratto della cresta. Come si può notare la via è abbastanza frequentata: d'altra parte è molto conosciuta tra i frequentatori delle montagne lecchesi e in pochi resistono al suo fascino. In questa foto, come nelle altre, non si vedono alpinisti legati in cordata (nemmeno noi eravamo legati in questa occasione). Tuttavia ritengo che sia bene avere con sé la corda: noi ne avevamo una leggera (9 mm) da 30 metri. Non sarà la soluzione più "regolare", ma in caso di necessità può garantire una sicurezza a mio parere accettabile (quantomeno su un percorso di questo tipo). | |
Dalla cima del Grignone si gode un panorama vastissimo a 360°. Qui, verso Sud, vediamo la Grignetta (Grigna meridionale, 2177 m) e la lunga bellissima cresta che la collega al Grignone: è il percorso della "Travesata alta", una magnifica escursione in estate e un'altra grande salita invernale (più impegnativa e ben più lunga della Cresta di Piancaformia). In fondo, coperte dalle nubi, si stendono la Brianza e la Pianura Padana. |
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Nell'immagine sopra si può vedere tutta la parte alta della cresta, dalla Bocchetta della Neve (contro il margine destro della fotografia) alla cima. Si vede bene la pista che aggira i primi salti rocciosi sui pendii a sinistra del filo, lungo il quale si prosegue poi fino in cima. Si nota anche la traversata in leggera discesa che, dalla Bocchetta della Neve, permette di raggiungere la via normale (visibile a sinistra), evitando l'ultima parte della cresta. Nella foto qui a sinistra si vedono le due Cime di Moncodeno, con la Cima di Piancaformia a destra e la Bocchetta del Guzzi a sinistra (si vede anche una leggera traccia che le aggira passando sul pendio alla loro base). |