Monte Pilastro da Somana (percorso base)

 

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Il piccolo santuario di Santa Maria (664 m) visto dall'alto, salendo verso lo Zucco di Sileggio per la via ferrata (vedi variante 1). Già noto nel 1145, il santuario fu poi tenuto dai Benedettini che nel vicino e annesso ospizio davano alloggio ai viandanti che percorrevano la via della Bocchetta di Prada, che collegava Mandello alla Valsassina (informazioni desunte dal volume"Valli delle Grigne e del Resegone", CAI/TCI). Seriamente danneggiata da un incendio nel 1997, la struttura fu poi restaurata nelle forme attuali negli anni successivi.
   
Il bel prato e la grande baita di Prà Vescovin (la più alta delle due: l'altra si trova più in basso, sul sentiero n. 17). Sul prato la traccia si confonde un po' nell'erba, ma poi riprende ad essere bella ed evidente nel bosco (dal limite del quale ho scattato la fotografia).
   
Un traverso sull'erboso e ripido versante orientale della Tagliata. Sullo sfondo, a sinistra, si vede il punto in cui si traversa lo spallone secondario a cui si arriva con una ripida salita dalla sottostante Bocchetta di Verdascia.
   
Percorrendo il lungo traverso dalla Bocchetta di Verdascia alla Bocchetta di Calivazzo si può godere di un'interessante visione sul versante settentrionale della Grigna Meridionale (2177 m). In primo piano si vede il solco della Valle di Era; dietro la successiva cresta boscosa si apre il solco della Val Meria; la lama di luce e che dalla Grigna scende verso destra segnala invece il solco della Val Scarettone. Sulla cresta che dalla cima della Grigna si allunga verso destra, possiamo notare la punta dello Zucco di Pertusio (1673 m).
   
Lungo il traverso, prima di arrivare alla Bocchetta di Calivazzo, possiamo notare tutta la parte finale della salita, con la Cima degli Eghen (1559 m), che si aggira a destra (Sud-Est), e i risalti rocciosi della cresta che porta al Monte Pilastro (1823 m), la cui cima è nascosta dietro quella che appare nella foto come la punta più alta. A sinistra del Monte Pilastro, la cresta erbosa ben visibile, termina con il Monte Croce (1784 m), interessante punto panoramico.
   
L'uscita sulla cresta Sud-Sud-Ovest del Monte Pilastro, lungo la quale si svolge l'ultima parte dell'itinerario descritto nella relazione. A destra del mio compagno si vedono le facili roccette attrezzate con una catena metallica. Più in fondo si vedono la Cima degli Eghen (1559 m) e il Monte Palagia (1549 m), i cui versanti settentrionali sono ricoperti da una fitta faggeta. Dopo il monte Palagia, la cresta volge a Sud, verso Mandello: si notano le cime della Tagliata (1404 m) e dello Zucco di Sileggio (1365 m), tra le quali si apre la Bocchetta di Verdascia (1267 m).
   
Questa foto è stata scattata poco dopo la precedente, ma guardando dalla parte opposta, verso la cima del Monte Pilastro, che è quella a sinistra delle due elevazioni più alte. Il percorso sulla cresta è molto bello, arioso e panoramico. Non presenta particolari difficoltà perché i brevi tratti rocciosi sono facili. Sullo sfondo vediamo una parte delle cime dell'alta Valsassina, dal Pizzo Alto (2512 m), a sinistra, al Pizzo Mellasc o Malaccio (2465 m), a destra.
   
Questa foto è stata scattata da un piccolo rilievo a Nord della cima e più basso di pochi metri. In primo piano vediamo scendere la cresta che si abbassa fino alla Bocchetta di Prada (1626 m), da cui poi si alza la lunghissima Cresta di Piancaformia che arriva fino alla cima della Grigna Settentrionale  (Grignone, 2409 m), dividendo i due grandi bacini del Moncodeno, a sinistra, e di Releccio, a destra. A sinistra del Grignone vediamo il Pizzo della Pieve (2251 m) e poi la Cima del Palone (2091 m). Sullo sfondo, sulla destra, appare la Grigna Meridionale (Grignetta, 2177 m). A destra della Bocchetta di Prada si abbassa la Valle di Prada, lungo cui si scende a Era.
   
Le case di Era (832 m) che, dopo l'abbandono delle attività agricolo-pastorali, sono state trasformate (come gli altri casolari della zona) in abitazioni di villeggiatura. E' una località bella e tranquilla, lontanissima dal frastuono della vita cittadina. Da qui un bel sentiero riporta al santuario di Santa Maria e quindi a Somana.
   
In quest'ultima immagine vediamo un tratto del bel sentiero che da Era ritorna al piccolo santuario di Santa Maria. La Valle di Era (che prosegue nella Valle di Prada fino all'omonima bocchetta) è profondamente incassata e suggestiva (cosa che la foto rende solo molto parzialmente).
   

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