Monviso, via normale per la parete Sud (2)

 

Indietro (torna alla relazione)    Roccia

 

Qui siamo impegnati sul Passaggio della Est, che abbiamo incontrato solo parzialmente innevato. Dopo la piccola spalla nevosa nella parte alta della foto, si vede infatti la facile ma esposta cengia detritica che traversa la testata del profondo canalone che si inabissa a Sud-Est. La traversata del canalone è proseguita poi su neve e un ultimo pendio ripido (sul quale sono impegnati i miei compagni) ci ha portato sulla cresta Est. Sullo sfondo si vede il Vallone delle Forciolline, ormai tutto al sole.
   
Ultimissimi passaggi rocciosi nel canale che precede l'uscita in vetta.
   
La grande croce di ferro che svetta sulla cima del Monviso. Alta quasi tre metri, fu posta dai ragazzi delle parrocchie di San Giovanni e di Santa Maria di Racconigi nel 1925 in sostituzione di quella eretta nel 1896. Davanti alla croce si vedono due grandi bassorilievi in metallo: quello a sinistra, con la Madonna, compare nella foto scattata durante la messa celebrata in cima il giorno della posa della croce. Nella stessa foto non si vede invece l'altra piastra, con l'immagine di Cristo, che però porta la data dell'anno 1900 e la "firma" di papa Leone XIII.
   
Guardando verso Ovest, dalla Punta Trieste (3841 m) si vede l'altra cima del monte, la Punta Nizza, di poco più bassa (3838 m). I nomi sono quelli delle due città poste ai margini dell'arco alpino. Furono attribuiti all'inizio del Novecento dal professor Ubaldo Valbusa (alpinista e fervente patriota). In mancanza di nomi tradizionali per quasi tutte le cime del gruppo, Valbusa propose di chiamarle con nomi di città (Punta Roma, Punta Udine, Punta Venezia e altre), di regioni (Punta Piemonte, Punta Corsica e altre) o di personaggi storici (Punta Dante, Punta Sella, Punta Barracco, Punta Gastaldi, Torrione Saint-Robert e così via): insomma, un piccolo spaccato di storia nazionale.
   
In questa foto abbiamo un primo assaggio del vasto panorama che si gode dalla cima. Qui lo sguardo è indirizzato a Sud: in primo piano si vedono il Vallone delle Forciolline e la Punta Dante (3166 m). In secondo piano si alza la Cima delle Lobbie (3015 m). Sullo sfondo, ben oltre il solco della Val Varaita, si delineano contro il cielo le Alpi Liguri e le Alpi Marittime culminanti con l'Argentera (3298 m), al centro della foto.
   
Verso Settentrione si possono ammirare, molto in lontananza ma ben visibili, le grandi cime delle Alpi Graie e Pennine. In questa foto vediamo il Monte Bianco (4810 m) con alcuni dei suoi satelliti. La foto è stata scattata con il teleobiettivo (200 mm) e poi ulteriormente ritagliata per mettere in evidenza la bellezza della grande montagna.
   
Scendendo dalla cima. Qui siamo nella parte bassa della parete Sud: si vede bene, a sinistra, la piccola distesa nevosa del Ghiacciaio Sella, ormai vicino. La discesa impegna quanto la salita, se non di più, considerato il fatto che bisogna disarrampicare (come si dice oggi, con un termine che mi piace poco ma che qui mi viene utile) e che si ha addosso la fatica della salita.
   
Ultimi metri sulla parete Sud: siamo di nuovo sulla cengia con cui inizia la via, esattamente nel punto rappresentato nella fotografia della pagina precedente.
   
Il Bivacco Andreotti (3225 m), appoggiato alle rocce rossastre della parete Sud del Monviso. E' dedicato alla guida alpina Lino Andreotti, deceduto per malattia il 10 aprile 1976, che ricoprì per molti anni la carica di presidente della Sezione CAI UGET di Torino. Il bivacco, che possiede 6-8 posti, è adibito esclusivamente per emergenza.
   
Lungo la ferrata che conduce al Colle delle Sagnette. Qui siamo sulla bella crestina rocciosa nella zona mediana della seconda parte della ferrata.
   
Ancora sulla ferrata, lungo la cengia ascendente che parte dal pendio detritico visibile a destra. Nella foto si vedono anche la punta meridionale del Lago Grande di Viso e la bella mulattiera che risale al Rifugio Sella.
   

Indietro (torna alla relazione)    Roccia