Piz Kesch - via normale
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La bella e slanciata Guglia d'Es-cha (3405 m) vista dall'ampia conca detritica che si attraversa prima di giungere al colletto 2937 m. In primo piano si vede uno dei numerosi segnavia bianco-azzurri che segnalano l'itinerario dalla Chamanna d'Es-cha alla Porta d'Es-cha. A differenza dei segnavia bianco-rossi (che arrivano fino al rifugio), questi segnalano un "percorso alpino" che, come dice più o meno testualmente il cartello davanti al rifugio, richiede piede sicuro, conoscenze alpinistiche e mancanza di vertigini. |
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In primo piano si vede il grande ometto costruito sul colletto 2937 m. Sullo sfondo, contro il cielo, alla base della cresta che scende da sinistra, si nota la Porta d'Es-cha. Si vedono anche i nevai che caratterizzano anche in estate il pendio da traversare per arrivare sotto la Porta d'Es-cha. Se la neve è dura possono essere utili i ramponi in quanto il pendio è abbastanza ripido. |
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IN questa foto vediamo il mio compagno impegnato a risalire la rampa-canale che conduce alla Porta d'Es-cha. Una catena facilita il superamento del passaggio. |
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Dalla Porta d'Es-cha si può ammirare tutta la parte alpinistica della salita. Oltre la quinta rocciosa in primo piano si vede la parte alta del Ghiacciaio di Porchabella: i crepacci non mancano, ma il percorso è evidente e di solito esiste una traccia. Sulla sinistra della foto, la Guglia d'Es-cha domina la scena. In fondo si vede il Piz Kesch (3418 m), con la cresta Nord-Est che dalla vetta si abbassa verso destra. |
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Ed eccoci impegnati a salire le prime rocce della cresta Nord-Est del Piz Kesch. Qui siamo sul tratto a destra della rampa nevosa che (come si vede nella foto precedente) sale dal ghiacciaio verso la cresta. Le difficoltà non superano il II grado. In questo tratto si trovano alcuni spit. Sullo sfondo si vede la parte bassa del Ghiacciaio di Porchabella. |
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Qui siamo impegnati appena sopra la seconda placca di neve che si vede nella foto sopra. In primo piano, sulla sinistra, si nota uno dei piccoli segnavia rossi che indicano la via di salita. Come si può notare, la salita della cresta alterna tratti di facile arrampicata a tratti di salita su terreno detritico. Quando ci si muove su questo terreno è bene stare attenti a non far cadere sassi che potrebbero colpire altre cordate impegnate nella salita. Il casco è vivamente raccomandato (il mio socio l'aveva dimenticato a casa). |
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Ed ecco il tratto più bello della salita: uno spigolo di roccia molto bella che, sempre con difficoltà di II grado, offre un tratto di arrampicata divertente e sicura (ci sono tre spit in una ventina di metri). La vetta è ormai a pochi passi. |
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Lo stesso passaggio visto dal basso (foto di Roberto Benzi). |
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Il panorama dalla vetta verso il gruppo del Pizzo Bernina. Da sinistra a destra, si possono distinguere: il Piz Cambrena (3602 m), i Pizzi Palù (3905 m la cima più alta) e il Pizzo Bellavista (3922 m la punta più alta). Seguono, un po' confusi in verità, il Pizzo Zupò (3996 m), il Piz Argient (3945 m), la Crest'Aguzza (3854 m). Si vedono quindi più distintamente il Pizzo Bernina (4049 m), il Pizzo Scerscen (3971 m) e il Pizzo Roseg (3937 m). Si nota quindi la grande distesa dei ghiacciai di Sella e di Roseg con il Pizzo Sella (3506 m) e il Piz Glüschaint (3594 m). Infine, più a destra, si vede il Monte Disgrazia (3678 m). La foschia era piuttosto densa per cui la foto è stata molto rielaborata per renderla "presentabile". |