Pizzo Arera dal Canalino Nord

 

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Il versante settentrionale del Pizzo Arera, di aspetto decisamente dolomitico, visto dal sentiero che sale al Passo di Mezzeno (foto scattata nel mese di giugno). E' visibile solo l'ultima parte della salita descritta nella relazione (dalla grande fascia detritica con la neve alla cima), perché davanti ci sono il Corno Branchino e la Corna Piana. A grandi linee, la via del canalino segue la cresta tra l'ombra e la luce a partire dalla fascia detritica con la neve (presente a giugno, ma del tutto assente a settembre, quando abbiamo fatto la salita).
   
Sulle facili cenge ben segnalate che permettono di superare il primo tratto roccioso della cresta che dal Passo di Corna Piana sale verso la cima del Pizzo Arera.
   
Oltrepassato il salto roccioso, la cresta torna per un tratto in parte erbosa (più in alto le rocce aumentano). In secondo piano si notano la Corna Piana (2302 m) e, a destra, la sua anticima orientale, sopra la quale si alza una cima che dovrebbe essere il Monte Corte (2495 m), nella zona dei Laghi Gemelli. Sullo sfondo, all'estrema destra della foto, si vede il Monte Disgrazia (3678 m).
   
Il traverso sul pendio detritico che conduce all'attacco del "Canalino Nord". Il sentiero è evidente e all'inizio il pendio da traversare non è particolarmente ripido. Poi la pendenza aumenta decisamente e il sentiero diventa più stretto ed esposto (come nel tratto di roccette e detriti che conduce alla base del canalino). Il pendio finisce su notevoli salti rocciosi per cui il traverso va percorso con attenzione.
   
Il "Canalino Nord" visto dal basso (foto di Roberto Benzi). In primo piano si nota uno dei fittoni cui un tempo erano fissate le catene che facilitavano il passaggio; si notano anche diversi segnavia. Il canalino non va percorso fino al suo termine, perché se ne esce verso sinistra dopo aver oltrepassato la massa di roccia chiara che incombe sopra il secondo escursionista (individuabile un poco a sinistra della mia testa).
   
In arrampicata nel canalino.
   
Usciti dal canalino e percorsa una breve cengia, facile ma esposta, si devono superare alcuni saltini rocciosi ancora abbastanza esposti. Alle spalle del mio compagno si notano i profondi salti rocciosi sottostanti.
   
Nell'ultima parte della salita ci si muove su terreno detritico, seguendo una traccia di passaggio evidente. Qui il terreno è ancora abbastanza ripido, più avanti la pendenza si attenua.
   
Ed eccoci ormai a breve distanza dalla cima, lungo quello che era l'ultimo tratto attrezzato. A sinistra del mio compagno si vede un fittone ancora infisso nella parete rocciosa. Sullo sfondo si vedono il Pizzo del Diavolo di Tenda (2914 m), più o meno sulla verticale del mio compagno, e il gruppo con le cime principali delle Alpi Orobie (la Punta Scais, il Pizzo Redorta e il Pizzo Coca).
   
Questa foto è stata scattata dalla cima del Pizzo Arera. Sopra il mare di nubi, contro il cielo, si notano a sinistra il Ghiacciaio di Fellaria (Gruppo del Bernina) e il Pizzo Scalino (3323 m); al centro il Pizzo del Diavolo di Tenda (2914 m) e il Diavolino (2810 m). Sulla destra della foto, le cime più elevate sono la Punta Scais (3038 m) e il Pizzo Redorta (3038 m), due tra le montagne più alte delle Alpi Orobie.
   
Il Pizzo del Diavolo di Tenda e il Diavolino ripresi col teleobiettivo (la foto è stata poi ulteriormente tagliata per dare risalto alle due cime).
   

Nella foto qui sopra vediamo, oltre le cime delle Orobie, il Gruppo del Bernina. Da sinistra si notano: il Piz Roseg (3937 m), il Piz Scerscen (3971 m), il Pizzo Bernina (4049 m), la Cresta Guzza (3854 m), il Piz Argient (3945 m) e il Pizzo Zupò (3996 m). Infine, sopra la vasta distesa glaciale della Vedretta di Fellaria, si vedono i tre Pizzi Palü, Occidentale (3823 m), Centrale (3905 m) e Orientale (3882 m). Qui sotto, invece, possiamo ammirare innanzitutto la mole del Monte Disgrazia (3678 m), mentre sulla sinistra della foto si nota lo svettante Pizzo Torrone Orientale (3333 m), con il Pizzo Torrone Centrale (3290 m) e il Pizzo Torrone Occidentale (3351 m, contro il margine della foto).

 
In questa foto, scattata sempre dalla cima, si vede una parte del percorso di salita. In basso si notano i grandi ghiaioni del Mandrone, sotto il versante Nord della montagna; poi, dal centro della foto verso destra, si vede il dosso erboso e detritico che conduce alla cresta che dal Passo di Corna Piana sale verso il Pizzo Arera. Infine, a sinistra dei ghiaioni sotto la Corna Piana, si vedono i pendii erbosi attraversati dal sentiero che scende dalla Bocchetta di Corna Piana e va ad incrociare l'itinerario 244 proveniente dal Rifugio Capanna 2000.
   
Eccoci invece durante la discesa: alle spalle del mio compagno si vedono bene il canalino attrezzato e il fondo detritico del canalone da traversare per arrivare al traverso che porta alla cresta Sud-Ovest del Pizzo Arera. Si possono notare anche le caratteristiche del terreno su cui si scende prima di arrivare al canalino: saltini rocciosi facili tra cui si snoda la traccia segnalata (da percorrere con un po' di attenzione).
   
La cima del Pizzo Arera vista dalla cresta Sud-Ovest. In basso vediamo alcuni escursionisti sul traverso che raggiunge la cresta. Sotto la cima si vede bene il pendio di detriti e saltini di roccia che si percorre nella prima parte della discesa.
   

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