Sentiero Roma - Prima tappa

 

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Nella foto a sinistra (scattata durante una gita successiva, dal Tracciolino) si vede l'inizio della Val Codera. Al centro della foto si distingue il prato verde chiaro dove si trovano le case di Avedée: il sentiero prosegue verso destra più o meno alla stessa quota, raggiungendo Codera (nascosta dal costone in primo piano). Per arrivare ad Avedée il sentiero, dopo aver risalito con moltissimi gradini il bosco di castagni visibile all'estrema sinistra della foto, traversa in alto l'evidente parete di granito chiaro, per poi immergersi nuovamente nel bosco. In alto, contro il cielo, si stagliano il Monte Avedée (1405 m) e, all'estrema destra, le cime confuse del Pizzo di Prata (2727 m) e del Monte Beléniga (2639 m). Nella foto a destra vediamo in primo piano un tratto del sentiero nel tratto in cui è intagliato nella parete rocciosa. E' un punto molto panoramico: si vedono il verdeggiante piano dove si trovano Novate Mezzola e Campo, l'estuario del Torrente Codera, il Lago di Mezzola, e il Pian di Spagna dominato dalla mole del Monte Legnone con, a destra, la piccola punta del Monte Legnoincino.

Nella foto a sinistra, scattata poco dopo Avedée si vede la forra scavata dal Torrente Codera nell'ultima parte della sua discesa verso il Lago di Mezzola. Si vede anche Codera: è la macchia chiara visibile al centro della foto, nella parte superiore, un po' più in alto e a sinistra del solco della forra. Sulla sinistra, un po' più in basso, si distingue anche il lungo traverso pianeggiante e protetto dalle gallerie paramassi percorso dal sentiero tra Avedée e Codera. Nella foto a destra si vede la piazzetta della chiesa di Codera, dedicata a San Giovanni Battista.

Queste due foto sono state scattate all'interno del Museo Etnografico e Naturalistico di Codera, nato nel 1982 su iniziativa dell'Associazione Amici della Val Codera. Nella sua attuale collocazione, il Museo si articola in quattro sale di esposizione. Una, quella rappresentata nelle foto, si trova nell'edificio del Rifugio "La Locanda", nella piazzetta della chiesa. Le altre si trovano in due case all'interno del paese. Il Museo è diviso in quattro sezioni: geologica, ambientale, storica ed etnografica (casa e attività domestiche; artigianato, filatura e tessitura; agricoltura e castagneto; allevamento e caseificio, estrazione e lavorazione del granito). Fotografie e oggetti documentano la vita e il lavoro degli abitanti della valle. Molto interessante.

A sinistra vediamo una bella immagine di Codera ripresa da Cii (piccolo nucleo di case sul versante opposto della valle) nel corso di una gita successiva. Codera ha una caratteristica particolare: è abitato tutto l'anno pur non essendo raggiunto da alcuna strada carrozzabile (caso probabilmente unico in Lombardia). Nella foto a destra vediamo invece la testata della Valle Averta sullo sfondo delle baite di Salina (1085 m). A sinistra, contro il cielo, si stagliano le tre Cime di Averta (2778 m, 2733 m, 2684 m); andando verso destra si nota l'intaglio del Passo Barbacan (2598 m), raggiunto dal grande canalone detritico lungo cui sale il Sentiero Roma nella seconda tappa. A destra del passo si innalzano la slanciata Cima del Barbacan (2738 m) e l'inconfondibile guglia della Punta Milano (2610 m).

Due immagini riprese nel bel bosco tra l'Alpe Bresciàdega e la grande radura dove si trova il Rifugio Brasca. La prima tappa si svolge a bassa quota ed è dominata dal verde dei prati e degli alberi. A partire dalla seconda tappa ci si immerge in una realtà completamente diversa, dominata dal granito (pareti, placche adagiate, massi di ogni dimensione).

Ed eccoci arrivati al Rifugio Brasca (1304 m), al termine della prima tappa. Nella foto a destra, ben visibili dal rifugio, si osservano due tra le più celebri montagne di queste valli: la Punta della Sfinge (2802 m) e ilo Pizzo Ligoncio (3032 m), che da questo versante presentano queste spettacolari pareti di grandi placche di granito compatto.

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