Sentiero Roma - Seconda tappa
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All'inizio della seconda tappa, dopo aver lasciato il fondo della Val Codera, si inizia a salire lungo il ripido versante sinistro idrografico della Valle dell'Averta, coperto da una fitta pineta. La traccia non è sempre evidente come nella fotografia, ma i segnavia indicano con sicurezza il percorso. Nell'immagine a destra vediamo il traverso che da quota 1840 m circa, ormai oltre gli ultimi larici, conduce all'Alpe Averta (1957 m), sul versante opposto della valle. |
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A sinistra vediamo le piccole e numerose baite dell'Alpe Averta, ormai abbandonata. Dalla croce dell'alpeggio, poco più in alto e a Nord-Ovest delle baite fotografate, si gode una bella vista sulla Val Codera e sulle sue montagne. A destra siamo invece impegnati nell'ultimissima parte del ripido canalone che porta al Passo del Barbacan (2598 m). La neve può essere presente anche a stagione inoltrata: noi siamo riusciti a salire con i soli scarponi, ma questa potrebbe essere le prima occasione per calzare i ramponi e/o armarsi della piccozza, compagni spesso indispensabili di chi affronta il Sentiero Roma. |
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Eccoci finalmente nel sole, al Passo del Barbacan: si vede tutto il percorso della salita, dal fondovalle all'ultimo nevaio che precede il passo. Dalla parte opposta (foto a destra) appare la testata della Val Porcellizzo, con le sue celebri montagne. Da sinistra si distinguono: la Punta Torelli (3137 m), il Pizzo Badile (3308 m), la Punta Sertori (3195 m), il Pizzo Cengalo (3367 m) e la sua anticima orientale (3308 m), i Pizzi Gemelli (3221 e 3259 m), la Cima del Passo di Bondo (3221 m) e il Pizzo del Ferro Occidentale (3267 m), da cui scende verso Sud la cresta che separa la Val Porcellizzo dalla Valle del Ferro. |
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In queste due immagini vediamo più da vicino alcune delle cime della Val Porcellizzo già presentate. Purtroppo la giornata non era limpidissima e le foto ne hanno risentito. A sinistra ammiriamo (ripresi con il teleobiettivo dal Passo del Barbacan), la Punta Torelli, il Pizzo Badile, la Punta Sertori, il Pizzo Cengalo e la sua anticima orientale. A destra, fotografata dai pressi del Rifugio Gianetti, vediamo la Punta Sertori con la bella cresta Sud, percorsa dalla via Marimonti (III, IV e IV+). |
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Nell'immagine a sinistra siamo impegnati sulla traversata che porta al Rifugio Gianetti; le cime principali sono coperte da una nube dispettosa che, però, lascia intravedere (a sinistra), la vetta Nord del Pizzo Sceroia (2952 m) e il più imponente Pizzo Porcellizzo (3075 m). Lungo il traverso ci hanno fatto compagnia, per qualche tratto, le pecore. Percorrendo tutto il sentiero, non abbiamo visto molti animali selvatici (uno stambecco sotto il Passo Camerozzo e diverse marmotte), ma le pecore non sono mancate: in Val del Ferro ci hanno letteralmente circondati e sono salite con noi fino al Passo Qualido! |
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Ed ecco finalmente il Rifugio Gianetti (2534 m), punto di arrivo della seconda tappa (a sinistra). A destra ammiriamo una bella scena serale, con la luna piena che appare sopra la costiera che separa la Val Porcellizzo dalla Val del Ferro. Si vede molto chiaramente, quasi contro il margine sinistro della foto, il Passo Camerozzo (2720 m), primo "ostacolo" da affrontare nel corso della terza tappa. Alla sua destra si alza il Pizzo Camerozzo (2876 m), mentre le due cime separate dal profondo intaglio da cui scende il canalone nevoso, sono la Punta Bertani (2803 m) e la Punta Moraschini (2815 m). |
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