Sentiero Roma - Quarta tappa

 

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Nella foto a sinistra vediamo l'imponente Monte (o Pizzo) di Zocca (3175 m) illuminato dai primi raggi del sole; in evidenza, tra l'ampio versante Est-Nord-Est e l'articolata parete Sud-Ovest, si ammira il lungo spigolo Sud-Est, alla cui base passa il Sentiero Roma poco prima di giungere al Rifugio Allievi (terza tappa). A destra vediamo un passaggio lungo il canale che dal Passo di Val Torrone si abbassa nell'omonima valle. Il canale non è difficile, ma presenta qualche tratto attrezzato che va affrontato, come sempre, con la dovuta attenzione.

Appena scesi in Val Torrone, la vista è immediatamente attratta (foto a sinistra) dalla stupenda parete Sud-Est del Picco Luigi Amedeo (2800 m), così chiamato dai primi salitori in onore del Duca Luigi Amedeo degli Abruzzi. Su questa magnifica parete, Nando Nusdeo e Vasco Taldo aprirono nel 1959 una via divenuta celebre (V, VI+, A2 e A3). A destra vediamo invece il circo terminale della Val Torrone, dominato dal Pizzo Torrone Orientale (3333 m) con, sulla sinistra, il monolitico Ago del Torrone (3234 m; chiamato anche Ago di Cleopatra). Questo ambiente è, a mio parere, uno dei più affascinanti di tutto il sentiero: è selvaggio, severo, solitario, chiuso tra alte pareti incombenti. Fa sentire in una dimensione diversa.

A sinistra vediamo un particolare ravvicinato della foto precedente. Alla base del lungo spigolo Sud del Pizzo Torrone si apre il Passo di Cameraccio (2950 m), dove passa il Sentiero Roma. La salita non avviene lungo il canale nevoso (senza neve è un canale franoso), ma sulle rocce a sinistra: sono placche un po' scivolose ma attrezzate con una serie di catene che ne facilitano il superamento. Nella foto a destra, scattata dal Passo Cameraccio, vediamo il panorama che si ammira verso Est e Sud-Est. In primo piano vediamo la conca nevosa sotto il passo, poi l'infilata delle creste rocciose scavalcate dal Sentiero Roma. Contro il cielo si distinguono il gruppo del Pizzo Ligoncio (in fondo verso sinistra) e quello dei Pizzi del Ferro (a destra). Contro il margine sinistro della foto si delinea il profilo delle Orobie, dal Pizzo Alto al Monte Legnone.

Anche queste due foto sono state scattate dal Passo Cameraccio, ma verso l'omonima valle. Bellissima è la visione del Monte Disgrazia (3678 m), che da qui appare come una slanciata piramide di roccia e ghiaccio. Nella foto a sinistra se ne possono distinguere meglio alcuni particolari, come la celebre cresta Nord-Nord-Est (la "corda molla"), contro il cielo a sinistra, e la cresta della via normale (Ovest-Nord-Ovest), che si vede scendere frontalmente verso l'ampia Sella di Monte Pioda (3387 M), tra il Monte Disgrazia e il Monte Pioda (3431 m) che è la piramide nera leggermente a destra del Monte Disgrazia. L'altra foto mostra invece la vasta distesa di ganda, placche e nevai dell'alta Val Cameraccio che il Sentiero Roma percorre interamente. A qualcuno questa traversata può apparire monotona, ma per noi è stata un'altra esperienza particolare, vissuta nel silenzio e nella solitudine, immersi in uno spazio arioso e quasi infinito. All'estrema destra della foto si vedono anche i Corni Bruciati, a cui si passa vicino nel corso della quinta tappa.

Ecco due foto scattate lungo la traversata della Val Cameraccio. A sinistra vediamo in primo piano uno sperone roccioso (potrebbe essere la Punta Meridionale del Cameraccio, 2743 m) della cresta che scende dal Pizzo Torrone Orientale e divide la Val Torrone dalla Val Cameraccio. In basso si aprono il solco della Val di Mello e quello della Val Masino. La cima con il nevaio, contro il cielo, è il Monte Spluga (2845 m; detto anche Cima del Calvo). In sfondo, contro il cielo si vedono distintamente alcune cime delle Orobie più occidentali; da sinistra: il Monte Rotondo, il Pizzo Alto e il Monte Legnone. Nella foto a destra vediamo inquadrato il gruppo dei Pizzi Torrone: Occidentale (3349 m), Centrale (3290 m) e Orientale, che non è il più alto (3333 m) ma che appare tale per via della prospettiva (è il più vicino al punto da cui ho fotografato).

Queste due foto sono state scattate durante la salita alla Bocchetta Roma. A sinistra vediamo in primo piano la morena su cui è stato costruito il Bivacco Kima (2675 m), ben visibile nella foto: è un buon punto di sosta nella lunga traversata e, in caso di necessità, anche un ottimo riparo. Contro il cielo si distinguono la Cima Centrale di Chiareggio (3107 m), a destra e la Punta Baroni (3203 m), a sinistra. Nella foto a destra, al di sopra della cresta che scende dal Pizzo Torrone Orientale, si ammirano i Pizzi del Ferro, a sinistra, il Monte di Zocca, al centro. Sulla destra, al di là del confine, si vedono  l'Ago di Sciora (3205 m) e la Pioda di Sciora (3328 m), con il suo caratteristico profilo sommitale.

A sinistra vediamo il ripido versante Nord-Ovest della Bocchetta Roma (2850 m), caratterizzato da nevai, fasce rocciose e tratti di detrito. La salita delle fasce rocciose è facilitata dalla presenza di staffe metalliche e catene. La Bocchetta Roma è in realtà un tratto pressoché orizzontale della lunga cresta che, partendo dal Monte Pioda, divide la Valle di Preda Rossa dalla Val Cameraccio e dalla Val di Mello. La presenza di un grosso ometto di pietre ne facilita l'individuazione anche da lontano. A destra vediamo uno degli ultimi passaggi prima di arrivare alla bocchetta (la neve copriva qualche catena, ma non era particolarmente dura e con l'aiuto e la sicurezza della piccozza non abbiamo incontrato particolari difficoltà).

Dalla Bocchetta Roma, prima di scendere al Rifugio Ponti, diamo un ultimo sguardo ai monti della Val Masino che abbiamo attraversato. Nella foto a sinistra, si vedono tutte le creste scavalcate nel corso della seconda, della terza e della quarta tappa attraverso il Passo del Barbacan, il Passo del Camerozzo, il Passo Qualido Nord e il Passo dell'Averta. Il Passo del Cameraccio è invece appena al di fuori del limite destro della foto. Nella foto a destra vediamo i Pizzi Torrone (Centrale e Orientale), il Monte Sissone (3331 m; al centro), la Punta Baroni e la Cima Centrale di Chiareggio. Ai piedi del Pizzo Torrone Orientale si distingue anche il Passo Cameraccio, da cui è iniziata ala lunga traversata dell'omonima valle, la cui vastità è ben rappresentata in entrambe le immagini. Guardando questo panorama, dopo quasi tre giorni passati tra queste grandi montagne, eravamo felici e commossi. Il Sentiero Roma ci ha regalato sensazioni davvero indimenticabili.

Scendendo dalla Bocchetta Roma, la vista è attirata dalla vicina mole del Monte Disgrazia (3678 m) con la cresta della via normale (Ovest-Nord-Ovest), che scende a sinistra verso la Sella di Monte Pioda, e il Ghiacciaio di Preda Rossa. In primo piano si vedono ancora placche di granito, ma ormai siamo al limite del suo regno. Le rocce rossastre del Monte Disgrazia ci dicono che stiamo varcando le soglie di un altro regno minerale: quello del serpentino. Nella foto a destra vediamo il Rifugio Ponti, punto di arrivo della quarta tappa (da qui si può anche scendere in Val Masino percorrendo la lunghissima Valle di Preda Rossa e chiudendo in anticipo il percorso del Sentiero Roma).

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