Da Orfalecchio a In la Piana
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Dopo Orfalecchio il percorso si inoltra nel
cuore profondo e più selvaggio della Valgrande. Questo è il guado nei
pressi della Gola dell'Arca, uno dei luoghi "mitici" della
valle. Il guado può essere molto impegnativo (talvolta forse anche
impossibile): tutto dipende dalla quantità dell'acqua. Al tempo della
foto (ottobre 1994), nel punto più profondo, ce n'erano circa 80/90 cm. Noi siamo
passati (assicurandoci con una corda) sfruttando quei piccoli,
instabili, tronchi sospesi tra i massi: li avevano collocati alcuni
ragazzi passati prima di noi. |
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Ancora un passaggio particolarmente
selvaggio. Lungo il percorso da Orfalecchio a In la Piana non ci sono
segnalazioni (tranne qualche raro ometto) e il sentierino si riduce
talvolta ad un'esile traccia che è
facile perdere nella vegetazione. Più di una volta abbiamo dovuto
"tribolare" per capire come proseguire. |
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Il passaggio della Val Negra è
probabilmente il più impegnativo e pericoloso dell'intero percorso.
Noi (ottobre 1994) ci siamo legati e credo che la cosa sia più che consigliabile.
Dopo un primo breve tratto su piccoli tronchi sospesi (saranno ancora
sul posto?), si traversa lungo una cengia naturale e infine si affronta
un passaggino roccioso discretamente impegnativo. Il salto di rocce
sotto la traversata consiglia la massima prudenza. |
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Ancora l'attraversamento della Val Negra.
Con poca acqua non abbiamo incontrato grossi problemi a guadare il
torrente. Poi ci sono ancora alcuni passaggi rocciosi e finalmente si
approda su un terreno meno impervio. Attraversato un bosco di abeti si
scende a guadare il Rio Fiorina (in condizioni normali è abbastanza
semplice) e si risale fino a In la Piana. |
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In la Piana, nel cuore dell'alta Valgrande.
Il bivacco in lamiera è stato collocato dalla Forestale nel 1964; dal
1983, quando è stata costruito il bivacco-casermetta presso le case
dell'alpeggio, è diventato di uso pubblico. Purtroppo non è molto
confortevole. Nel novembre del 1993 ci dormimmo ancora decentemente; nel
settembre del 1999 preferimmo accamparci sotto i faggi (la foto risale
all'ottobre del 1994, quando ci passammo senza però bivaccare). Oggi
non so in che stato si trovi. |
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