Torrione di Valsolda e Cima di Fiorina (dall'Alpe Mapel)

(Valsolda - Lombardia)

 

Escursionismo

 

SCHEDA TECNICA

DISLIVELLO: 1300 m (contando le risalite)

DURATA: 3,40h la salita; 3,00h la discesa

DIFFICOLTA': EE

AGGIORNAMENTO RELAZIONE: ottobre 2014 (ultimo aggiornamento: dicembre 2015)

 

Ecco ancora un magnifico percorso ad anello in Valsolda. Questa volta la meta è costituita dalle due cime più alte della valle: il Torrione di Valsolda (1805 m) e la Cima di Fiorina (1810 m). Lungo la cresta che le unisce (lunga poco più di 500 metri), esiste un’elevazione intermedia, quotata (1809 m), ma non nominata sulla Carta Nazionale della Svizzera. Dalle due cime, come da tutta la cresta sommitale, si gode un notevole panorama, che spazia dalle montagne più vicine, quelle del Lario e del Canton Ticino, a quelle più lontane, dal Monviso al Monte Rosa, dall’Oberland ai gruppi del Pizzo Badile e del Monte Disgrazia.

 

L’escursione si svolge in ambiente suggestivo, dominato dalle pareti di roccia calcarea, di aspetto quasi dolomitico, che incombono sui boschi (domina la faggeta) attraverso cui passa il sentiero. Lungo l’itinerario si incontra anche una curiosità geologica: il Buco della Noga (Büs de la Noga), detto anche Grotta dell’Orso, la maggiore cavità della Valsolda. Infine: anche questa gita può offrire quelle sensazioni di silenzio e solitudine che ho sperimentato altre volte tra le montagne di questa valle.

 

Le difficoltà non sono omogenee: per lo più ci si muove su sentieri ben segnalati, ma la salita del Torrione è decisamente più impegnativa (EE): si svolge su terreno erboso piuttosto ripido con qualche passaggio di I, mentre il primo tratto della discesa presenta un passaggio di 5/6 metri su roccia poco inclinata (II),  ma scivolosa se umida o bagnata. Tuttavia questo tratto si può evitare, perché la Cima di Fiorina può essere raggiunta direttamente senza scavalcarlo (vedi la relazione). Anche l’ultima parte della discesa offre tratti in cui prestare attenzione; pertanto l’escursione può complessivamente essere considerata per escursionisti esperti (EE).

 

ACCESSO STRADALE. La località di partenza è Dasio (580 m), la frazione più alta del Comune di Valsolda. Vi si può arrivare sia dalla Svizzera che dall’Italia. Nel primo caso si segue l’autostrada A9, poi si prosegue in Svizzera lungo l’autostrada A2. Si esce a Lugano Sud, si traversa la città percorrendo il lungolago e si ritorna in Italia. Entrati nel Comune di Valsolda, tra le frazioni di San Mamete e Cressogno, si prende a sinistra la Strada Sasso Rosso-Dasio che, dopo 5 km, raggiunge Dasio (discrete possibilità di parcheggio nei pressi della chiesa). Se si vuole evitare il passaggio attraverso la Svizzera, da Como si prosegue lungo la strada statale del lago fino a Menaggio. Qui si gira a sinistra in direzione di Porlezza e si prosegue fino al Comune di Valsolda: tra le frazioni di Cressogno e San Mamete si prende a destra la strada Sasso Rosso-Dasio.

 

ITINERARIO. Dalla piazzetta davanti alla chiesa (580 m) si imbocca la stradina acciottolata e gradinata che si inoltra tra le case; dove si biforca (cartelli indicatori per i sentieri 1, 5 e 3 barrato – Sentiero delle 4 valli) si sale a destra e, più avanti si incontra un altro bivio. Si lasciano a destra gli itinerari 1 e 3 barrato che seguono la via per Buggiolo, e si prosegue diritti lungo via Leopardi (anch’essa acciottolata e gradinata) che presto esce dalle case (sentiero n. 5). Qui si incontra un altro bivio: si lascia a sinistra via De Bernardi e si prosegue in salita a destra lungo via Leopardi che si trasforma in una larga mulattiera (segnavia bianco-rossi) ed entra nel bosco. Si raggiunge così la base di una verticale parete rocciosa (fontanella) sotto cui il sentiero transita pianeggiante per raggiungere poco dopo un nuovo bivio: si sale a sinistra (piccolo cartello indicatore e poi segnavia dell’itinerario n. 5 dopo pochi metri) lungo il sentiero più evidente e con i segnavia bianco-rossi.

 

Ora si risale lungo un vallone boscoso dominato a sinistra dalla dolomitica parete Sud-Est della Sasso di Mont. Il sentiero è sempre evidente e ben segnalato; occorre solo evitare, nei primi cento metri di dislivello dopo il bivio, due deviazioni a sinistra: stare sempre sul sentiero più marcato badando ai segnavia. Intorno ai 950 metri di quota si traversa una zona quasi pianeggiante dove la vegetazione più rada permette di ammirare il versante orientale del Sasso di Mont. Poco sopra (1030 m circa) si incontra un bivio segnalato: si lascia a sinistra il sentiero 35 per il Sasso di Mont e l’Alpe Puria e si prosegue a destra, incontrando subito un altro bivio. Lasciando a destra il sentiero 35 per l'Alpe Serte e il Passo Stretto, si sale a sinistra e si raggiunge la bella radura dell’Alpe Mapel (1145 m; ore 1,20 da Dasio). Una parte della baita è accessibile e nelle vicinanza c’è una bella fontana.

 

A monte dell’alpe partono due sentieri: il 36 si abbassa leggermente e poi traversa a sinistra verso il Sasso di Mont e l’Alpe Puria; il 5, dopo un breve tratto pianeggiante, comincia a salire nel vallone boscoso incassato tra le Cime di Noga a sinistra e i contrafforti del Monte Pradé sulla destra. Si segue quest’ultimo itinerario: il tracciato del sentiero è abbastanza evidente e sempre individuabile grazie ai segnavia. A quota 1290 m circa si incontra la deviazione (cartello indicatore) per il Buco della Noga (Grotta dell’Orso), raggiungibile in pochi minuti salendo a destra fino all’ingresso dell’antro, posto a circa 1305 m di quota (vedi il commento alla foto nel servizio fotografico). Tornati sul sentiero dell’itinerario n. 5 lo si segue verso l’alto badando alla traccia che si confonde nel tappeto di foglie di faggio e ai segnavia. Poco prima di raggiungere il colmo del vallone, si trova un bivio: salire a destra e arrivare sulla cresta (1470 m c.a) che unisce le Cime di Noga (a Ovest) al Monte Pradè (a Est).

 

Pochi metri sul versante opposto si incontra un bivio: un sentiero scende diagonalmente prima verso destra poi verso sinistra in direzione dell’Alpe Noresso (scritta sbiadita su un faggio e segnavia bianco-rossi); una traccia appena visibile tra le foglie che ricoprono il terreno traversa a destra praticamente in piano (riquadro giallo con il n. 5 piuttosto rovinato su un faggio e segnavia bianco-rossi). Si segue verso destra questa traccia che, alla fine, si abbassa leggermente per raggiungere il fondo del valloncello (1460 m c.a) appena sopra una radura visibile in basso a sinistra. Appena traversato il ruscello si sale a destra seguendo una traccia che all’inizio si tiene sul versante destro idrografico vicino al letto del ruscello poi passa sul versante opposto e sale in direzione della cresta che unisce il Monte Pradè al Torrione di Valsolda. Poco prima di arrivare in cresta si trova un bivio segnalato a vernice sul tronco di un faggio. L’itinerario n. 5 sale alla cresta e, dopo aver scollinato, traversa in direzione dell’Alpe Fiorina; per raggiungere il Torrione di Valsolda e la Cima di Fiorina (itinerario segnalato ma non numerato) si prende a sinistra e si sale tenendosi sotto il filo della cresta (versante occidentale), seguendo una traccia poco evidente ma segnalata. Raggiunta una sorta di dosso a circa 1660 m, ci si trova pressoché all’altezza di una selletta sulla cresta del Torrione; si abbandona il sentiero che prosegue verso la Cima di Fiorina e, verso destra (vecchie indicazioni a vernice su un sasso poco più in alto del sentiero), ci si porta alla selletta, poco prima della quale si incontra un’esile traccia (segnavia bianco-rossi sbiaditi) che, scavalcata la cresta, inizia a tagliare verso destra il ripido versante meridionale del Torrione su terreno erboso con qualche facile (I) passaggio roccioso. Non ci sono particolari difficoltà ma la ripidezza e la lunghezza del pendio richiedono la dovuta attenzione. Si entra così in un canale erboso e lo si segue verso l’alto sempre su terreno ripido, ma lungo una traccia migliore e sempre segnalata. Al colmo del canale erboso ci si trova sotto la verticale parete di roccia che scende a Ovest della cima: la si costeggia prima in piano poi in salita fino a incrociare, sulla cresta Nord, il sentiero che proviene dalla Cima di Fiorina: girando a destra si sale in breve alla panoramica cima (1805 m; ore 2,00 dall’Alpe Mapel). Appena sotto la piccola croce c'è il libro di vetta.

 

Si torna sui propri passi fino al punto in cui si incontra il sentiero che arriva dalla Cima di Fiorina percorrendo la cresta che unisce le due cime. Ci si abbassa a destra del filo e si affronta in discesa un passaggio roccioso discretamente impegnativo: sono 5/6 metri di II grado non troppo inclinati su roccia buona ma scivolosa se umida. Attualmente (estate 2014) uno spezzone di corda legato ad un mugo secco facilita la discesa dei primi metri. Il passaggio non è esposto ma, per quanto breve, richiede attenzione e un minimo di capacità alpinistica. Al termine del passaggio si è di nuovo sul sentiero, evidente e ben segnalato, che prosegue verso Nord. Passando ora a destra ora a sinistra di alcuni risalti rocciosi, ci si abbassa a una sella (1770 m c.a), si risale alla quota 1809 m, ci si abbassa a una nuova sella (1780 m c.a) arrivando infine sulla cresta Nord-Est della Cima di Fiorina; svoltando a sinistra se ne raggiunge in breve la vetta (1810 m), dove si trovano un croce di legno e il libro di vetta (ore 0,20 dal Torrione di Valsolda; ore 3,40 da Dasio).

 

DISCESA. Si segue il sentiero lungo la cresta verso Ovest, prima sul filo poi sul suo versante settentrionale, fino ad un colletto (1714 m): da qui si può prendere a sinistra la traccia che, traversando prima verso Est-Sud-Est e poi verso Sud, raggiunge il sentiero seguito in salita dove lo si era abbandonato per salire il Torrione. Da qui si torna a Dasio seguendo l’itinerario della salita (una parziale alternativa a questo itinerario di discesa è descritta in un'altra pagina del sito). Propongo invece di proseguire in cresta fino al Passo del Pairolo, ritornando a Dasio con un percorso più lungo, ma a mio avviso molto bello. Dal colletto si prosegue lungo un sentierino segnalato (segnavia bianco-rossi) che, aggirando a Sud le quote 1721 m e 1725 m, raggiunge in breve il Passo di Pianca Bella (1677 m). Da qui si continua a traversare verso Ovest, restando sempre sul versante Sud della cresta e aggirando la Cima Mosé (1727 m) in un bosco di faggi (tra il Torrione e il Colle di Pianca Bella la vegetazione era invece costituita dai mughi). In questo tratto ai segnavia bianco-rossi sono affiancati da bolli arancioni (vernice spray). Arrivati su una sorta di cresta secondaria che scende verso Sud, ci si trova davanti a un masso su cui spicca una freccia rossa che invita ad andare a destra: con una traversata si raggiunge una selletta erbosa (1680 m c.a) oltre la quale si alza una cima erbosa (dovrebbe essere la Cima dell’Oress, 1706 m, stando alla Carta Nazionale Svizzera). Anche questa cima si aggira a Sud, quindi, per cresta, ci si abbassa ad un altro colle; si risale la cresta per pochi metri, incontrando il primo di una serie di cippi di confine. Qui si abbandona la cresta e si scende a destra nella faggeta. Occorre seguire con attenzione la traccia che si confonde tra le foglie che coprono il terreno: i cippi di confine, i bolli arancione e i segnavia bianco-rossi aiutano a non perdere di vista il sentiero. A quota 1565 m c.a si incontra un bivio. Si lascia a destra (cartello indicatore un po’ sgangherato e bolli arancione) l’itinerario che scende alla Capanna Pairolo e si traversa in discesa a sinistra (segnavia bianco-rossi sui tronchi dei faggi) raggiungendo un valloncello erboso in fondo al quale si torna nella faggeta prendendo un sentiero che, verso Sud-Sud-Ovest, lascia il fondo del valloncello segnalato da una quantità incredibile di segnavia (sia bianchi e rossi che bianchi e gialli) e da due scritte “Pairolo”. Raggiunto il dorso della cresta che delimita a destra il valloncello, il sentiero, sempre molto segnalato, scende verso Ovest-Nord-Ovest e raggiunge il fondo del vallone che dall’Alpe di Sopra raggiunge il Passo del Pairolo. Qui (1395 m c.a) si incontrano i numerosi segnavia del sentiero n. 8. Se si vuole raggiungere il Passo del Pairolo (1406 m) si deve andare a destra (bastano pochi minuti); altrimenti si scende a sinistra (Sud), raggiungendo in breve la radura dove si trovano le baite dell’Alpe di Sopra (1272 m; ore 1,20 dalla Cima di Fiorina).

 

La discesa prosegue nella faggeta sulla destra delle baite, lungo un buon sentiero segnalato. Occorre prestare attenzione a un bivio che si incontra subito: non bisogna proseguire diritti, ma scendere a sinistra (segnavia); a quota 1200 metri circa si traversa di nuovo verso destra e, in discesa, si raggiunge il fondo di un vallone percorso da un torrentello. Volgendo a sinistra, lungo il corso d’acqua, si arriva all’ampia radura dell’Alpe Puria (1026 m). Traversato il piccolo torrente proveniente da sinistra (Val Galline), se ne segue il corso verso destra (indicazione a vernice sul muro dell’edificio a destra della baita più grande), entrando in una valle che scende verso Sud (Valle di Duslinn). Il sentiero, evidente e segnalato, percorre il versante sinistro idrografico della valle, all’inizio vicino al torrente, poi più distante; infine, con una discesa più continua, raggiunge di nuovo il torrente e lo guada (facile) a 900 m c.a. Quindi, dopo una breve risalita, il sentiero affronta in leggera discesa un traverso verso Ovest prima su terreno ripido e aperto (un paio di tratti esposti sono protetti da un corrimano a valle), poi di nuovo dentro un boschetto al termine del quale scende un tratto di erba e roccette facili ma che richiedono un po’ di attenzione (seguire i segnavia). A circa 760 m si traversa a destra, si passa sotto una parete rocciosa e, traversando ancora verso Ovest, si raggiunge una larga mulattiera proprio su un tornante. Seguirla in discesa e raggiungere in breve un altro bivio presso una cappellina. Lasciare a destra  il sentiero che conduce a Camporgna e scendere a sinistra lungo la mulattiera acciottolata fino a incrociare la strada sterrata che collega Dasio all’Alpe Bolgia. Seguire verso sinistra questa strada, oltrepassare il Ponte di Bizzo (595 m sulla carta Svizzera, 610 m al mio altimetro), e proseguire lungo la strada che, nei pressi della cappella di San Rocco e del Campeggio di Dasio, diviene asfaltata. La si segue (all’inizio in leggera salita) e si raggiunge il cimitero di Dasio. Qui conviene prendere la stradina pedonale che collega il cimitero a Dasio; raggiunta la piccola Piazza del Centro ci si abbassa a destra, raggiungendo la piazzetta davanti alla chiesa, dove si conclude l’escursione (ore 1,40 dall’Alpe di Sopra; ore 3,000 dalla Cima di Fiorina).

 

 
 
 
 
 
 
 
 

CARTOGRAFIA:

Carta Turistica Kompass, 1:50.000, LAGO DI COMO-LAGO DI LUGANO. Utile soprattutto per avere una visione d'insieme delle montagne del Lario Occidentale e per orientarsi nel panorama dalla cima.

Carta Escursionistica della Valsolda, 1:25.000. E' decisamente la più precisa: sulla base della Carta Nazionale Svizzera, riporta tutti gli itinerari della valle. E' reperibile presso la Pro Loco Valsolda.

Foresta Regionale Valsolda, Carta escursionistica 1: 17.500. Questa cartina è interessante e utile soprattutto perché sul retro riporta molte informazioni turistiche ed escursionistiche sulla valle. E' acquistabile on-line sul sito dell'ERSAF (l'ente regionale per le foreste) e forse anche in loco.

Tutte queste cartine sono acquistabili anche a Valsolda, nella frazione San Mamete, presso l'edicola-cartoleria Carta e Penna in Piazza Roma. Il negozio apre alle 8 o poco prima (anche la domenica mattina).

 

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