Monte Cinto

Un grande percorso ad anello per salire il "tetto" della Corsica

 

Escursionismo

 

SCHEDA TECNICA

DISLIVELLO: 1° giorno: 1000 m; 2° giorno: 1030 m

DURATA: 1° giorno: 5 ore; 2° giorno: 4,30 ore (salita), 3,00/3,30 ore (discesa)

DIFFICOLTA': EE

AGGIORNAMENTO RELAZIONE: agosto 2002 (aggiornata ad aprile 2017)

 

AVVERTENZA IMPORTANTE. Questo itinerario, così come l'ho descritto nella relazione, non è più percorribile. Il 10 giugno 2015, durante un violento temporale, una grossa frana di sassi e fango ha investito un gruppo di escursionisti che stavano attraversando il "Circo della solitudine" e ha provocato la morte di 7 persone (è stato il più grave incidente capitato sulle montagne corse in estate). Il percorso, che si trova sulla celebre traversata della Corsica (il GR20), è stato immediatamente chiuso: sono state tolte le catene e cancellati i segnavia. Adesso l'itinerario del GR20 segue un altro percorso, che coincide con quello che qui sotto è descritto per tornare dal Rifugio Tighjettu ad Haut Asco. Da quanto ho letto su un sito Internet (gr20corsica.wordpress.com/versione-italiana/quello-che-bisogna-sapere), dall'estate 2016 il "Circo della solitudine" è di nuovo percorribile, ma senza segnavia e senza corde fisse è diventato un itinerario alpinistico su cui però non posso esprimere valutazioni (sul numero 86/2017 di Meridiani Montagne, dedicato alla Corsica, si parla della necessità di una dotazione adeguata, comprendente corda e imbragatura).

Volevo togliere questa relazione, ma preferisco lasciarla come testimonianza di qualcosa che non c'è più (o che ha perso le caratteristiche di un tempo), raccomandando però di non utilizzarla, se non nella sua ultima parte, nella quale descrivo la salita alla vetta del Monte Cinto e la discesa verso Haut Asco. Per salire al Monte Cinto da Haut Asco bisognerà quindi seguire il nuovo percorso del GR20 (segnalato e attrezzato con catene in alcuni punti) fin sulla cresta Sud-Ovest della montagna. A questo punto, invece di proseguire verso il  Rifugio Tighjettu, si procede lungo la cresta Sud-Ovest come descritto nella parte finale di questa relazione. Il ritorno avverrà lungo l'itinerario seguito all'andata (la salita da Haut Asco alla cresta Sud-Ovest del Monte Cinto lungo il GR20 coincide con l'ultima parte della mia relazione, che però descrive il percorso in discesa e senza accennare alle corde fisse, che nel 2002 non c'erano).

 

Il Monte Cinto, ad essere sinceri, non è esattamente una bella montagna: non ha un profilo slanciato ed elegante, non svetta sulle altre; sulla sua cima di grossi massi si trovano qua e là i resti di un manufatto in cemento. Però offre un gran panorama e, soprattutto, con i suoi 2706 metri è il "tetto della Corsica", la qual cosa lo rende una meta frequentata ed ambita. Solo la corta ma verticale parete nord offre delle vie alpinistiche; per il resto il Monte Cinto è raggiungibile percorrendo itinerari non elementari ma certamente solo escursionistici. I più frequentati sono quello che sale da Haut Asco lungo il versante settentrionale e quello che sale dal versante del Niolo (sud).

Questa proposta offre la possibilità di salire sul Monte Cinto lungo un percorso molto meno frequentato, quello che sale dal Vallone di Stagni (nell’alta Valle del Viro), abbinandolo alla tappa più impegnativa ed entusiasmante della Grande Randonnée che attraversa il magnifico Circo della Solitudine. E’ un itinerario di due giorni (difficoltà: EE), che permette un’immersione profonda nella natura della grande montagna corsa, toccando alcuni dei luoghi più caratteristici: il Vallone di Timbulacciu, dominato dalla Punta Minuta e da Capu Larghia, l’alta valle di Asco, il Circo della Solitudine, selvaggio e dirupato, i grandi pendii di detrito rosso del Vallone di Stagni, il severo ambiente che circonda il Lago del Cinto, il vasto panorama della cima del Cinto (si vedono le montagne più alte dell’isola e, in lontananza, il mare con la baia di Calvi), il Vallone di Borba dove il torrente scorre incassato in una forra profonda, i boschi di grandi pini larici. Insomma: se durante una vacanza escursionistica in Corsica una salita al Cinto non può mancare, farla seguendo questo itinerario può regalare un’esperienza davvero bella ed interessante.

Il punto di partenza è Haut Asco, stazione sciistica posta al termine della lunga valle del fiume Asco. Per raggiungerla si lascia la strada principale che attraversa la Corsica 2 km a nord di Ponte Leccia (indicazioni) e si segue la valle fino al suo termine. Sono 33 km di strada talvolta un po’ stretta; già la salita in macchina offre visioni molto belle, specialmente nell’attraversamento delle Gorge dell’Asco.

Il pernottamento avviene presso il Rifugio Tighjettu, che sorge a 1683 metri, all'inizio del Vallone di Stranciacone, poco più in alto della sua congiunzione con il Vallone di Stagni, nell'alta Valle del Viro. I rifugi della Corsica non sono come quelli alpini. Sono dei grandi bivacchi attrezzati (acqua, servizi igienici, docce, gas e materiale da cucina) e custoditi in estate. Il custode però non prepara da mangiare: tra i suoi compiti c’è quello di riscuotere la quota di pernottamento (9 euro). In alcuni casi però, facendo uno strappo al regolamento del Parco Naturale della Corsica (proprietario dei rifugi), qualche custode fa anche da "albergatore". Non è il caso del Rifugio Tighjettu (vendono solo bibite e qualche snack): quindi occorre portarsi il cibo. Il rifugio ha 48 posti: c’è solo il materasso e bisogna portare il sacco a pelo. Arrivando presto non dovrebbero esserci problemi a trovare una sistemazione (non si può prenotare): in alternativa c’è il bivacco nelle aree attrezzate vicine al rifugio (costa un po’ meno; attenzione: è rigorosamente vietato bivaccare fuori da queste aree), ma allora è necessaria anche la tendina. Lo zaino non sarà certo leggero, ma anche questo è tipico delle escursioni di più giorni in Corsica. Per non caricarmi anche della tenda, io ho scommesso sul tempo: sono arrivato alle 14 e il rifugio era quasi vuoto.

Da Haut Asco (m 1422) si segue il percorso del GR20 (cartello indicatore per il Colle di Vizzavona – segnavia bianco-rossi), dapprima lungo una pista da sci poi sul fianco orientale del costone coperto di splendidi pini larici che la delimita a sinistra. A quota 1643 m si esce su un piccolo pianoro e il sentiero prosegue nel vallone sulla sua sinistra orografica: lo sguardo è attirato dalle guglie di roccia rossa della Punta Stranciacone che si stagliano contro l’azzurro del cielo, dalle forme più squadrate della Punta Missonghiu e dalle grandi pareti che salgono alla cresta nord della punta Minuta. Più in alto, in un ambiente ormai solamente roccioso dominato dalla parete nord del Pic von Cube, si raggiungono le rovine del vecchio rifugio Altore (m 2000 circa). Poi, dopo essere passato accanto ad un piccolo lago, il tracciato (sempre ottimamente segnalato in bianco e rosso) supera una barra rocciosa (pochi facili passaggi) e arriva al Col Perdu (m 2183 - 2,30 ore da Haut Asco).

Davanti si apre il Circo della Solitudine, compreso tra il Pic von Cube, la Punta Minuta e Capu di a Crucetta. In lontananza la vista scende lungo la regione di Filosorma, con la valle del fiume Fango e il golfo di Galéria. Verso sud si staglia l’inconfondibile profilo della Paglia Orba. L’ambiente è fantastico: selvaggio e suggestivo. Dal colle si deve scendere una fascia di rocce: ci sono le catene e molti segnavia. Il pendio è piuttosto ripido (molta attenzione in caso di rocce bagnate), ma non ci sono difficoltà tecniche rilevanti.

Più in basso il percorso si fa decisamente facile e il sentiero scende per detriti e roccette elementari fino al punto più basso (m 1980) del Circo, dominato dal monolito roccioso della Torre della Solitudine. Ora inizia la risalita, che implica ancora un tratto di belle placche di solida roccia attrezzate con catene (sempre molti i segnavia). Poi si esce ad un colletto sulla sinistra e si attacca il tratto finale, detritico e un po’ faticoso, che porta alla Bocca Minuta (m 2218), punto culminante della traversata (1,30 dal Col Perdu).

Il sentiero si abbassa nel Vallone di Stranciacone dapprima verso sud-est lungo un pendio di detriti ed erba, poi verso sud lungo una serie di placconi poco inclinati. Le segnalazioni sono abbondanti e conducono agevolmente fino al Rifugio Tighjettu (m 1683 - 1 ora da Bocca Minuta), che sorge all’altezza degli ultimi grandi pini larici e poco più in alto della confluenza del Vallone di Stagni.

La salita al Monte Cinto si svolge ora lungo un itinerario molto meno frequentato (in estate il GR20 è molto battuto) e segnalato solo da ometti di pietra. Dal Rifugio ci si abbassa per qualche minuto lungo il GR20 fino ad un grosso pino laricio; da qui si attraversa verso est per raggiungere l’itinerario che sale dal basso (Valle del Viru) e risale il lato destro orografico del Vallone di Stagni. A quota 1730 circa (piccolo pianoro con ontanelli) si lascia a sinistra l’itinerario (ometti) che sale alla Punta Minuta. Si supera ora una barra di placche elementari sotto la guglia 1997 m e si prosegue nel vallone raggiungendo un più grande ripiano con ontanelli (m 1950). Sempre seguendo le tracce di passaggio e gli ometti si superano ora delle fasce rocciose facili intervallate da piccoli piani detritici e si passa a destra di un enorme spuntone di roccia scura. Si arriva così (quota 2200 circa) ai vasti pendii di detriti rossi che caratterizzano la parte alta del vallone e che si vedono bene anche dal rifugio. Si tratta ora di risalire questi pendii: seguire le tracce meno ripide e gli ometti (in questo tratto sono meno frequenti) fino alla Bocca Crucetta Soprana (m 2456), situata appena a sinistra di Capu Falu (2,30 ore dal rifugio). Da qui si gode una bella vista sul sottostante Lago del Cinto.

Dal colle si procede lungo la cresta in direzione nord (verso Punta Crucetta) per qualche minuto fino ad un colletto con due/tre ometti da cui si abbassa verso il Lago del Cinto un corto canale di placche inclinate. Bisogna scendere questo canale (passaggi di I; fare attenzione perché la roccia è un po’ liscia); si raggiungono così delle facili cenge rocciose/detritiche dove si incontrano gli ometti che segnalano il giusto percorso. Si seguono tali cenge verso sinistra senza problemi passando sotto le rocce della Punta Crucetta; poi si seguono tracce ed ometti in direzione della Punta degli Ebulis stando quasi sempre a destra del filo di cresta lungo detriti poco inclinati e stabili. La Punta degli Ebulis non si raggiunge: viene evitata sempre sulla destra e subito dopo si arriva in cresta proprio dove giunge, da nord, l’itinerario (bolli rossi un po' vecchi e ometti) che sale da Haut Asco. Si segue ora la cresta seguendo i bolli rossi e gli ometti e si raggiunge in breve l’anticima Ovest del Monte Cinto, dove si trova un piccolo riparo di pietre e un cartello di legno con l’indicazione per la cima (1,30 ore da Bocca Crucetta).

Per salire alla cima non si può proseguire lungo la cresta perché diventa difficile. Dall’anticima ci si abbassa per 40/50 metri sul lato sud lungo un largo canale di massi diagonale verso sinistra. Si risale una ventina di metri, ci si abbassa ancora un po’ (sempre guadagnando verso est) e poi si traversa su terreno roccioso facile passando sotto la cima e raggiungendo una rampa che si risale (qualche passo di I+) fino alla larga cresta sommitale lungo la quale, volgendo a sinistra, si arriva in breve sulla vetta (0,30 ore dall’anticima).

In discesa si segue lo stesso itinerario fino all’anticima ovest. Da qui si seguono bolli ed ometti lungo la cresta verso la Punta degli Ebulis: prima di raggiungerla l’itinerario piega a destra (nord) e scende lungo il ripido versante di detriti e roccette facili. Dall’anticima è anche possibile seguire un itinerario più diretto (anch’esso segnalato con ometti e bolli rossi), ma con le stesse caratteristiche di quello "normale". Si segue dapprima un canale che scende a nord-ovest e poi il successivo pendio detritico fino a circa 2530 metri. Qui bisogna stare attenti perché un ometto e un bollo rosso invitano ad andare a destra, ma le tracce finiscono su un salto roccioso. Si deve invece traversare a sinistra (ci sono i bolli rossi) su roccette (cenge e facili passaggini) fino alla "via normale" che, da qui, si abbassa verso destra fino a scavalcare quasi alla base (m 2380-2400 circa) la cresta rocciosa che scende dall’anticima. Poco più in basso, in prossimità di una specie di selletta, le tracce con i bolli (e gli ometti) proseguono in leggera salita per poi abbassarsi a nord-ovest fino al pianoro (m 2130) che si apre sotto il Colle Borba. Dalla selletta è anche possibile seguire una traccia evidente (ometti) che scende a sinistra e poi rientra a destra riunendosi all’altra all’inizio del suddetto pianoro.

Dal pianoro si deve scendere lungo il lato destro orografico del Vallone di Borba tendendosi alti rispetto al torrente che scorre incassato tra le rocce. L’ambiente è suggestivo e selvaggio; il sentiero è evidente e comunque sempre ben segnalato dai bolli rossi e dagli ometti. All’inizio si percorrono fasce detritiche, poi si devono attraversare anche delle barre rocciose facili, ma che in qualche punto richiedono attenzione. Alla fine, da una specie di colletto, ci si abbassa a destra; si scende un’ultima barra rocciosa (passaggi di I; seguire con attenzione bolli e ometti) e, su terreno meno ripido, si arriva al ponte (m 1488) che permette di oltrepassare il torrente; da qui, con percorso quasi pianeggiante (si scende un po’ e poi si risale) attraverso un rado bosco di grandi pini larici si arriva ad Haut Asco (3,00/3,30 ore dalla vetta del Cinto).

 

BIBLIOGRAFIA:

L'unica guida escursionistica sulla Corsica attualmente disponibile in lingua italiana (Klaus Wolfsperger, CORSICA, Rother editori, 1993) non contiene l'itinerario qui proposto. In lingua francese ci sono molte pubblicazioni (reperibili facilmente sull'isola). La più completa è quella "storica" di Michel Fabrikant (GUIDE DES MONTAGNES CORSES, editore Didier e Richard, 1982): oggi è disponibile in un'edizione aggiornata (Michel Fabrikant, François Dénarié: CORSE, Editore Didier e Richard, 2000).

 

Molto utile sarà la carta al 25.000 dell'IGN (Istituto Geografico Nazionale) CORTE-MONTE CINTO (serie TOP 25, n. 4250-OT) che in Corsica si trova facilmente presso librerie, edicole e persino supermercati.

 

 

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