Pizzo Cornagiera - salita invernale

(Valsassina - Lombardia)

 

Escursionismo

 

SCHEDA TECNICA

DISLIVELLO: 780 m (comprese le risalite nel ritorno) il percorso base

DURATA: 2,40h la salita; 2,00h la discesa

DIFFICOLTA': E/EE

AGGIORNAMENTO RELAZIONE: gennaio 2008

 

Il Pizzo Cornagiera (m 2048), più noto semplicemente come la Cornagiera, è un rilievo della lunga cresta che collega il Cimone di Margno al Pizzo Varrone e al Pizzo dei Tre Signori, separando la Val Varrone dalla Val Biandino (in alta Valsassina). Tutta la dorsale è percorsa da itinerari escursionistici molto panoramici e in questo sito ho già descritto quello che conduce fino al Rifugio Santa Rita. Qui voglio proporre un itinerario che in grandissima parte è simile a quello, ma se ne differenzia per la veste invernale e per la meta: per raggiungere il Rifugio Santa Rita, infatti, si evita la Cornagiera con un lungo traverso pianeggiante.

 

La salita invernale alla Cornagiera non è un’escursione particolarmente impegnativa, ma si svolge in un ambiente aperto e panoramico; a mio avviso è un bellissimo percorso adatto alle racchette da neve (ciaspole); per questo ho deciso di proporlo nel sito. Il dislivello è contenuto, ma si tratta di una camminata abbastanza lunga che non consente, per le sue caratteristiche (molti tratti pianeggianti e alcune risalite), un ritorno particolarmente veloce. Se poi si parte dall’Alpe di Paglio e si decide di scavalcare anche il Cimone di Margno (come suggerito nelle varianti) diventa anche un’escursione di un certo impegno, almeno dal punto di vista fisico (le difficoltà rimangono limitate).

 

A proposito di difficoltà: in estate il percorso è classificabile T/E; nella versione invernale ho preferito alzare la valutazione a E/EE, perché ritengo che la montagna invernale richieda sempre una certa esperienza e perchè alcuni tratti, per quanto brevi, si svolgono su una cresta non difficile ma abbastanza aerea. Trattandosi di un percorso invernale, prima di partire è d’obbligo consultare il bollettino valanghe.

 

ACCESSO STRADALE. Portarsi in Valsassina (il percorso più veloce consiste nel seguire la superstrada per la Valtellina fino all’uscita di Bellano) e raggiungere Taceno. Da qui si sale verso la Val Varrone fino a Margno, da dove parte la funivia per il Pian delle Betulle (per informazioni: 0341.840020). Se invece non si vuole dipendere dagli orari della funivia (le corse sono ogni ora e la prima è alle 8,00) o si preferisce “allungare” l’escursione, si può salire in macchina fino all’Alpe di Paglio. In questo caso si prosegue oltre Margno e, oltrepassato Casargo, si incrocia una strada che sale verso destra (indicazioni) e, con molti tornanti, termina nell’ampio parcheggio dell’alpe.

 

ITINERARIO. Dalla stazione della funivia al Pian delle Betulle (m 1456) prendere una stradina (cartello indicatore per il Rifugio Santa Rita e l’Alpe Ortighera sotto un grosso pino) che sale verso Sud-Est tra le villette. Poco dopo l’ultima casa la stradina ne incrocia un’altra pianeggiante proveniente da sinistra e volta decisamente a destra (Sud). Seguirla con percorso in piano e raggiungere in breve le case dell’Alpe Ortighera (m 1512; ore 0,15). Poco dopo si incontra un tornante a sinistra (da quale si stacca verso destra il tracciato per l’Alpe Oro) e, più sopra, un tornante verso destra (qui giunge un sentiero proveniente dal Pian delle Betulle). Superato questo secondo tornante, continuare lungo la stradina che sale verso Sud-Est tagliando tutto il versante Sud-Ovest del Cimone di Margno fino a toccare la cresta in località Lares Brusà (Larice Bruciato, m 1707; ore 0,50 dalla funivia).

 

La stradina passa ora sul versante opposto della cresta (Val Varrone) e traversa, prima in piano e poi in leggera discesa, il versante Nord-Est della Cima d’Olino fino alla Bocchetta d’Olino (m 1639 – lungo questo traverso si incontra, a mio parere, l’unico pendio che, almeno per un breve tratto, richiede attenzione perché spoglio e abbastanza ripido). Sempre a sinistra del filo di cresta, la stradina raggiunge un’altra bocchetta poco prima della quale si abbassa a sinistra verso le Alpi Dolcigo e Ómbrega. A questo punto sono possibili due itinerari: proseguire diritto sempre a sinistra della cresta, prima per una stradina fino ad una presa dell’acqua, poi per il pendio soprastante fino alla Bocchetta di Agoredo (m 1825). Questa soluzione è forse più sbrigativa, ma richiede che il pendio sia in buone condizioni perché è abbastanza ripido. Secondo me è molto più bello e quindi consigliabile seguire la cresta che parte dalla bocchetta stessa. Questa cresta è molto panoramica e si percorre facilmente nonostante qualche tratto un po’ ripido. Bisogna solo prestare attenzione in qualche tratto più stretto e soprattutto ai ripidissimi pendii che scendono a destra verso la Valsassina. Si giunge così alla quota 1845 m circa, da cui in breve si scende alla Bocchetta di Agoredo. Da qui si traversa (sul filo oppure in piano a destra della cresta) alla successiva Bocchetta di Ómbrega (m 1818; ore 1,10 dal Lares Brusà).

 

Dalla Bocchetta di Ómbrega si continua a salire lungo il largo dosso della cresta; nel primo tratto, più ripido, ci si può tenere sul suo fianco destro; giunti a quota 1900 m circa, si percorre verso Nord un lungo tratto pianeggiante al termine del quale si riprende a salire per raggiungere facilmente il punto culminante (m 2048 – ore 0,40 dalla quota 1845; ore 2,40 dalla funivia).

 

La discesa si svolge lungo il medesimo itinerario (2 ore dalla cima alla funivia del Pian delle Betulle). Lungo la cresta che scende dalla quota 1845 m occorre una certa padronanza nell’uso delle ciaspole soprattutto sui (pochi) tratti ripidi o su quelli più stretti che dominano i ripidissimi pendii che scendono a sinistra.

 

VARIANTI:

 

1. Partenza dall’Alpe di Paglio. Dal parcheggio dell’Alpe di Paglio (m 1358) prendere la stradina che si inoltra nel bosco a destra della vecchia pista da sci. Con percorso in leggera salita si arriva al Pian delle Betulle presso la stazione di partenza della seggiovia che sale alla Cima del Laghetto; da qui si attraversa tutto il piano in direzione Sud fino ad un lavatoio ombreggiato da un grande albero; a destra del lavatoio parte una stradina pianeggiante che in breve va ad incontrare quella proveniente dalla stazione della funivia, unendosi all’itinerario descritto nella relazione. Giunti al lavatoio è anche possibile una scorciatoia: poco a monte dell’albero che ombreggia il lavatoio inizia un sentiero che si inoltra nel bosco (cartello indicatore per il Rifugio Santa Rita). Seguire questo sentiero che traversa verso Sud fino a raggiungere di nuovo la stradina ad un tornante poco sopra l’Alpe Ortighera. Calcolare almeno 20 minuti in più.

 

2. Partenza dall’Alpe di Paglio e traversata del Cimone di Margno. Questa variante allunga la gita e ne aumenta il dislivello in modo abbastanza significativo. Dal parcheggio dell’Alpe di Paglio si segue liberamente il tracciato della vecchia pista da sci che sale lungo il largo dosso boscoso fino alla Cima del Laghetto, dove arriva la seggiovia del Pian delle Betulle; ci si abbassa lungo il crinale e quindi si prosegue fino in cima al Cimone di Margno (m 1801 – ore 1,10 dall’Alpe di Paglio). Proseguendo verso Sud-Est si percorre in discesa la facile e comoda cresta che conduce fino al Lares Brusà (m 1707 – ore 0,30 dal Cimone di Margno) dove si riprende l’itinerario descritto nella relazione. Al ritorno si potrà evitare di salire di nuovo il Cimone, scendendo fino al Pian delle Betulle e quindi traversando all’Alpe di Paglio.

 

 

 
 
 
 
 
 
 

BIBLIOGRAFIA:

Carte turistica escursionistica 1:35.000 della Comunità Montana della Valsassina-Valvarrone-Val d'Esino e Riviera: GRIGNE, RESEGONE,CAMPELLI, TRE SIGNORI, LEGNONE (è abbastanza dettagliata e ricca di informazioni, anche se non molto precisa dal punto di vista topografico, come la maggior parte delle cartine turistiche).

GUIDA AI SENTIERI DELL'ALTA VALSASSINA - con cartina annessa (si tratta di una pubblicazione edita nel 2007 dall'Agenzia di Sviluppo Turistico dell'Alta Valsassina; è in vendita solo sul posto).

 

Escursionismo