Bocca di Capronale

 

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La prima parte dell'itinerario, lungo la sterrata, offre magnifiche visioni su una delle più caratteristiche montagne della Corsica: Capo Tafonatu. Il nome di questa montagna deriva dal grande foro (il trou) che la trapassa da parte a parte poco sotto la cima. Questi buchi, molto comuni nelle rocce dell'isola, sono detti anche tafoni.
   
Ancora un'immagine della prima parte dell'itinerario, ormai alla fine della sterrata. Sullo sfondo appare chiaramente la meta della gita: la Bocca di Capronale è l'intaglio più basso che si vede contro il cielo.
   
Siamo ormai nell'ultima parte dell'itinerario, poco oltre i 900 metri di quota. Qui appare chiaramente il lavoro straordinario che è stato fatto per realizzare, nella seconda metà dell'Ottocento, questa strada della transumanza che collegava la Valle di Fango con il Niolo, la regione al centro della Corsica con i comuni di Lozzi e Albertacce.
   
Dall'ombra di uno dei grandi e bellissimi pini larici che caratterizzano la parte alta dell'itinerario, il Vallone del Rio Capronale appare nella sua interezza. In fondo, dove la montagna ricomincia a risalire, scorre verso il mare il fiume Fango.
   
Ancora un'immagine della strada della transumanza che si percorre per salire alla Bocca di Capronale. Muretti a secco e tagli nella parete rocciosa hanno reso possibile la realizzazione di questo autentico capolavoro di architettura stradale montana. La parete sullo sfondo dà bene l'idea dell'ambiente in cui si svolge l'ultima parte della salita.
   
La Bocca di Capronale (il valico vero e proprio, in realtà, è un po' più in basso rispetto al punto della cresta raggiunto dalla strada: lo si distingue in parte dietro l'albero di sinistra). Sul valico si vede il cartello indicatore: la piccola croce si trova appena poco a sinistra di questo cartello. A destra, in ombra,  si nota la parete rocciosa tagliata per realizzare la strada. Sullo sfondo, contro il cielo, si vede la catena di monti che separa la Valle della Lonca (dove prosegue l'itinerario) dal Valone di Tula e quindi dalla regione del Niolo.
   

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