Traversata del Passo di Val Cugnoletta
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Da una radura prima di arrivare al Rifugio Riva si possono ammirare la Parete Nord-Est del Pizzo della Pieve (Parete Fasana), sulla sinistra, e la Cima del Palone, sulla destra. La Val Cugnoletta sale in mezzo a queste due montagne. Vi si accede attraverso il breve Passo della Stanga, che consente di superare quella sottile fascia rocciosa individuabile proprio sopra il culmine del tetto della baita in primo piano. |
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La zona centrale della Val Cugnoletta, che costituisce il tratto più impegnativo dell'escursione. In primo piano si vede la seconda ripida fascia di erba e roccette che va superata per raggiungere la vasta zona detritica del Piano di Zapel (che in realtà non è in piano). La foto non è molto bella, lo riconosco, ma spero riesca a rendere il carattere selvaggio e aspro dell'ambiente attraversato dall'itinerario.
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La foto è scattata dall'inizio del Pian di Zapel. A destra, illuminata dal sole, si vede la parete meridionale della Cima del Palone, a sinistra, in ombra la parete settentrionale del Pizzo della Pieve. Quest'angolo del Gruppo delle Grigne ha un suo fascino particolare: i rumori della Valsassina non si sentono più e il silenzio è rotto soltanto dalle grida dei corvi che incrociano sotto gli strapiombi giallastri della Cima del Palone. |
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Il Passo di Val Cugnoletta visto dalla zona delle Foppe, a nord del valico. Sullo sfondo si vede il Pizzo della Pieve, con le sue pareti Nord (in ombra) e Nord-Ovest. |
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L'Alpe di Moncodeno, all'inizio del percorso di discesa. All'altezza della baita si notano la struttura rocciosa del Cimone, sopra il Passo del Cainallo, e il gruppo dei Pizzi di Parlasco. Sopra la baita si vede invece il Monte Muggio con i prati dell'Alpe Giumello (piccola stazione sciistica della Valsassina). Le nubi sullo sfondo impediscono di ammirare le montagne del Lario occidentale. |
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Sui sentieri della Valle dei Molini, lungo uno dei numerosi traversi che caratterizzano la parte bassa dell'itinerario della discesa. |
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La grotta dei Darden (la foto è stata scattata all'inizio della primavera). In realtà non si tratta di una grotta, ma di un grande antro che si apre sulla stretta forra del torrente. Una visita a questa grotta non richiede molto tempo e, se il greto è asciutto, non presenta difficoltà ed è a mio parere da non perdere. |
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