Grignone - Cresta di Piancaformia (gennaio 2020)

 

Indietro (torna alla relazione)    Ghiaccio&neve

 

A sinistra: durante l'avvicinamento alla Bocchetta di Piancaformia salendo dalla la cappella-bivacco dedicata all’89a Brigata Garibaldi. Dietro i miei compagni si alza la rocciosa quota 1803 m, mentre nell'angolo in alto a destra si vede il Legnone (2609 m). A destra: il Monte Rosa illuminato dai primi raggi del sole (a destra si scorge la punta del Cervino).

A sinistra: lungo il traverso che porta alla Bocchetta di Piancaformia (con un po' di sforzo si può vedere la traccia che parte dall'angolo in alto a sinistra e scende in diagonale fino al mio compagno). A destra: superamento del primo dei due tratti rocciosi che si incontrano nella prima parte della cresta (il passaggio può essere aggirato a destra).

A sinistra (foto di Roberto Benzi): in questa occasione abbiamo preferito aggirare a destra il secondo tratto roccioso. Si nota la ripidezza del pendio. In alto si vede la Cima di Piancaformia (2105 m). A destra (foto di Roberto Benzi): dopo il primo tratto ripido, la cresta prosegue sinuosa e meno inclinata fino alla Cima di Piancaformia, alla sinistra della quale si scorge, ancora molto lontana, la cima del Grignone.

A sinistra: in cresta nei pressi della Cima di Piancaformia. Seguendo con lo sguardo il filo della cresta dietro i miei compagni si arriva fino alla Bocchetta di Piancaformia (ancora in ombra), da cui si vede partire verso sinistra il traverso sotto la cima del Belvedere. A destra: in prossimità della Cima di Piancaformia. Sullo sfondo, in basso, si vede il solco della Valsassina, mentre contro il cielo si osservano il Legnone (2609 m) e, più a destra, il Pizzo Alto (2512 m).

A sinistra (foto di Roberto Benzi): avvicinamento alle due piccole Cime di Moncodeno (2098 m e 2105 m) con il loro profilo affilato e aereo. Le due elevazioni si possono aggirare a sinistra oppure superare direttamente incontrando qualche tratto roccioso (I/II). In questa occasione abbiamo percorso il filo, che è piuttosto aereo e abbastanza esposto (in questo tratto abbiamo deciso di legarci). A destra: in discesa dalla prima delle due cime di Moncodeno.

A sinistra: sulla seconda Cima di Moncodeno. A destra (foto di Emilio Colombo): dopo le due piccole cime si transita dalla Bocchetta del Guzzi (2095 m circa) e si procede più facilmente fino alla Bocchetta della Neve (2215 m), da dove inizia la parte più impegnativa della cresta (a parte le due cime di Moncodeno). La cima del Grignone è ancora lontana.

A sinistra: un bel passaggio lungo il tratto di cresta tra la Bocchetta del Guzzi e la Bocchetta della Neve sullo sfondo del Lago di Como (parzialmente visibile) e delle montagne della Mesolcina. A destra: panoramica verso Nord-Est dallo stesso tratto di cresta. Contro il cielo vediamo una bella infilata di montagne, dal Legnone, a sinistra, al Monte Disgrazia (3678 m). Più in basso si vedono il Cimone di Margno (1801 m) e, più vicine e innevatissime, la Cima Palone settentrionale (1996 m), a sinistra, e la Cima Palone (2089 m), a destra. In primo piano possiamo ammirare i dossi innevati della vasta conca del Moncodeno, lungo la quale si svolge la via della discesa (Via della Ganda)

Ed eccoci impegnati all'inizio della parte più bella della cresta, oltre la Bocchetta della Neve (mezza al sole e mezza all'ombra). Il superamento di questi primi spuntoni non è obbligato e spesso viene evitato sulla sinistra.

Dopo i primi due spuntoni la cresta presenta un cospicuo salto di roccia che viene aggirato a sinistra sul ripido pendio ben visibile nella foto a sinistra (di Roberto Benzi). Dopo il traverso si ritorna sul filo della cresta superando un pendio di neve piuttosto ripido (foto a destra). Se si aggirano i primi spuntoni ci si ritrova sulla traccia che aggira il salto di roccia.

A sinistra (foto di Emilio Colombo): l'ultimo tratto della cresta è caratterizzato da un filo piuttosto aereo e a volte anche abbastanza stretto da cui scendono, soprattutto a destra, pendii ripidi e lunghi. A destra: un altro passaggio piuttosto aereo nell'ultima parte della cresta sullo sfondo del Lago di Como e delle Alpi occidentali, dal Monte Rosa (che si può vedere contro il cielo sulla sinistra della foto) fino alle cime del Vallese e dell'Oberland.

A sinistra, un ultimo breve passaggio di roccia, più delicato che difficile. Dalla Bocchetta della Neve alla cima, la Cresta di Piancaformia è interamente rocciosa. In inverno la presenza o meno di passaggi di arrampicata dipende dalla quantità di neve. A destra: ultime decine di metri lungo la cresta, ormai in vista della vetta del Grignone.

A sinistra: ultimi passi sulla cresta. A destra: dalla cima del Grignone si ha una bellissima vista in ogni direzione. Verso Sud si ammira la Grignetta con il suo versante settentrionale e, soprattutto, con la bellissima cresta della Traversata Alta (che unisce la due cime e che d'inverno costituisce una magnifica salita, molto lunga e abbastanza impegnativa). Sullo sfondo si stendono la Brianza, con il Lago di Annone, e la Pianura Padana, spesso coperta da una luminosa foschia.

A sinistra: ancora dalla cima, guardando verso Nord-Ovest. Da sinistra a destra vediamo sfilare la Cresta di Piancaformia fino all'omonima cima. Sopra di essa si alza il Monte Pilastro (1823 m), a destra del quale, del tutto privi di neve, si vedono il Sasso di San Defendente (1321 m) e i Pizzi di Parlasco (1511 m). Oltre il Lago di Como si alzano il Monte di Tremezzo (1700 m), a sinistra, e le montagne del Lario Occidentale, sulla destra (in mezzo si vede la valle che da Menaggio arriva a Porlezza e al Lago di Lugano. Sullo sfondo, contro il cielo, si delineano le cime delle Alpi Occidentali. A destra: l'ombra della croce di vetta e le immancabili bandierine tibetane, sotto le quali si nota il Pizzo della Pieve (2257 m. Contro il cielo vediamo il Legnone e, a destra, il Monte Disgrazia.

A sinistra: in discesa lungo la Via della Ganda che passa per il Rifugio Bogani (1816). A destra: il Pizzo della Pieve (sulla destra) e il solco della Val Cugnoletta, sopra la quale si ammira il Pizzo dei Tre Signori (2554 m).

Indietro (torna alla relazione)    Ghiaccio&neve