Mazza dell'Inferno
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In salita nella prima parte del Vallone di Ravinella, tra la Cappella di Santa Lucia e il Colletto. Il sentiero è nel complesso evidente, anche se la vegetazione, tra l'estate e l'autunno, è piuttosto rigogliosa e tende a nasconderlo. Ci sono comunque diversi segnavia e la salita non pone problemi di sorta. L'ambiente è un po' chiuso perché il vallone è stretto, ma non è certo privo di fascino. |
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L'Alpe Ravinella di sotto, da cui parte il sentiero che sale alla Mazza dell'Inferno passando per l'Alpe Ventolaro. L'alpeggio conta diverse baite; quelle che si vedono nella foto sono quelle ristrutturate; altre versano in stato di abbandono. |
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L'Alpe Ventolaro, a pochi metri dal colle che si affaccia sulla Val d'Ossola e da cui parte la cresta che conduce alla Mazza dell'Inferno. Dietro le baite si vede il versante destro orografico del Vallone di Ventolaro traversato dalla traccia di sentiero che raggiunge le baite partendo dalla costola erbosa che si vede in fondo a sinistra. |
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Uno dei passaggi attrezzati lungo la cresta della Mazza dell'Inferno. Esso fa parte della “via delle creste”, un lungo itinerario (50 km), attrezzato in alcuni punti dal CAI di Omegna, che percorre tutte le creste della Valle Strona. Per avere informazioni precise rivolgersi direttamente alla sezione del CAI che ha curato l’attrezzatura dell’itinerario: infatti sulla cartina della valle pubblicata nel 2002 dalla Comunità Montana dello Strona sono indicati come attrezzati dei tratti che in realtà non lo erano ancora e che forse non lo sono tuttora. |
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La cresta sommitale della Mazza dell'Inferno vista dai pressi della cima. In alto a destra si vede la quota 1901 metri, collegata alla vetta da una cresta aerea che, nella sua parte rocciosa (visibile nella foto), presenta ancora qualche passaggio attrezzato. Sono evidenti anche i ripidi pendii laterali della cresta: essi accentuano il senso di esposizione e richiedono di procedere con la dovuta prudenza anche nei tratti più facili. |
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Dalla cima della Mazza dell'Inferno si può vedere buona parte del percorso della discesa. Il sentierino dell'itinerario Z10 si tiene dapprima quasi sempre sul filo (è evidente nella foto il tratto in cui passa sul versante sinistro per evitare di salire il primo testone erboso). Dalla quota 1800 metri circa, poco prima del secondo testone erboso (in secondo piano, quasi al centro della foto), il sentierino si sposta a destra della cresta e raggiunge l'Alpe Campo con un lungo traverso in leggera discesa. |
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Una delle tante baite che costellano il ripido vallone che dall'Alpe Campo (m 1737) scende a Forno. La discesa dall'Alpe Campo, dopo un primo brevissimo tratto in cui il tracciato si confonde nell'erba, si svolge lungo un buon sentiero con i segnavia dell'itinerario Z10 che, purtroppo, non sono sempre chiaramente visibili perché ormai vecchi e spesso sbiaditi. Anche nel prato sotto l'Alpe Cortone (m 1280) il sentiero tende a perdersi tra l'erba per poi diventare di nuovo più evidente nella sottostante faggeta. |
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