Giro del Gran Paradiso - Quarta tappa

Dal Rifugio Vittorio Emanuele II al Rifugio Pontese

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Dal Rifugio Vittorio Emanuele II si costeggia il Laghetto di Moncorvé sulla sua sponda meridionale e si prende il filo della morena che incombe sul piccolo specchio d’acqua. Lo si abbandona dopo pochi metri per seguire una traccia di sentiero che porta, verso destra, sui dolci pendii morenici a Sud della morena stessa. Si procede verso Est (non ci sono né tracce né segnavia né ometti) stando sempre a sinistra del torrente. Si raggiungono così dei ripiani coperti di finissimo detrito sotto l’alta bastionata rocciosa che sostiene il Ghiacciaio del Gran paradiso (a questo punto si può giungere anche seguendo tutto il filo della morena di cui sopra: percorso più diretto ma più faticoso). Si continua verso Est (tracce)  in direzione del Colle del Gran Paradiso, ormai ben visibile tra la Becca di Moncorvé a sinistra e la Tresenta a destra. Si raggiunge così un ampio nevaio alla base del versante Nord-Ovest della Tresenta (il nevaio è ciò che rimane della parte settentrionale del Ghiacciaio di Moncorvé). Al termine del nevaio si arriva ai piedi del ripido pendio (alto una novantina di metri) che porta al colle. Se è innevato lo si risale senza eccessive difficoltà (piccozza e ramponi necessari con neve dura); in stagione avanzata il pendio si riduce invece a una colata di fine detrito e sassi poco stabili (con qualche roccetta affiorante): lo si risale con attenzione raggiungendo il Colle del Gran Paradiso (3345 m; ore 2,00 dal Rifugio Vittorio Emanuele II), da cui ci si affaccia sul Ghiacciaio e sul Vallone di Noaschetta, sul versante piemontese del Gruppo del Gran Paradiso.

 

Dal colle si mette piede sul tranquillo Ghiacciaio di Noaschetta (non abbiamo incontrato crepacci ma, su consiglio del custode del rifugio, ci siamo legati) e lo si attraversa verso Est, raggiungendo un lungo valloncello morenico (chiazze di neve più o meno ampie) alla base del versante meridionale della Punta di Ceresole. Si percorre tutto il valloncello e, al suo termine, piegando a sinistra, ci si abbassa sul fondo del vallone morenico che scende dalla conca compresa tra la Punta di Ceresole e la Becca di Noaschetta. Abbassandosi a destra lungo questo vallone si raggiunge un bel pianoro detritico dove serpeggia un torrentello. Dal margine verso valle del pianoro si vede il sottostante Bivacco Ivrea (dipinto di giallo). Tenendosi a destra del torrente, si scende facilmente su terreno morenico e si raggiunge il dosso erboso dove si trova il Bivacco Ivrea (2770 m; ore 1,50 dal Colle del Gran Paradiso; ore 3,50 dal Rifugio Vittorio Emanuele II).

 

Dal bivacco ci si abbassa a sinistra (Est), si oltrepassa il torrente e si scende lungo la sua sponda sinistra idrografica, incontrando dopo pochi minuti un cartello indicatore per il Colle dei Becchi e il Rifugio Pontese (ci si trova sull’itinerario dell’Alta Via Canavesana). Si segue ora un bel sentiero verso sinistra (segnavia bianco-rossi) che, con alcuni tornanti, raggiunge un dosso erboso affacciato sul vallone aperto alla base del versante occidentale dei Becchi della Tribolazione. Il sentiero non scende nel vallone ma, sempre verso Est, si tiene in quota e in leggera salita raggiunge un bivio (2875 m, quota del mio altimetro). Si lasciano a sinistra le tracce che salgono al Lago e al Colle della Losa e si seguono verso destra (Sud-Est) i segnavia bianco-rossi. Ci si trova ora su terreno roccioso, per cui il sentiero scompare; i segnavia sono tuttavia numerosi e l’orientamento non è difficile. Si procede all’inizio in leggera discesa (si perdono 35/40 metri di quota) su placche adagiate; poi si continua a traversare su grossi blocchi passando alla base di una parete rocciosa (nevaio presente anche a stagione inoltrata), quindi si ricomincia a salire (segnavia) lungo la pietraia di grossi massi (ripida all’inizio), incontrando ancora qualche nevaio. Procedendo verso Est-Sud-Est si raggiunge infine il Colle dei Becchi (2990 m; ore 1,40 dal Bivacco Ivrea; ore 5,30 dal Rifugio Vittorio Emanuele II), aperto tra il Becco Meridionale della Tribolazione a sinistra e il Blanc Giuir a destra. Il colle, da cui ci si affaccia sul Vallone di Piantonetto, è ben visibile da lontano, non solo dal Bivacco Ivrea ma anche da molti punti della discesa dal Colle del Gran Paradiso.

 

Dal colle si scende verso Est (nevaio anche a stagione inoltrata), perdendo un centinaio di metri di quota, poi (seguendo alcuni ometti e i segnavia bianco-rossi dell’Alta Via Canevesana) ci si abbassa verso sinistra passando tra rocce montonate e si raggiunge un valloncello lungo il quale si scende fino a un piccolo ma splendido ripiano erboso circondato di massi (2615 m, quota del mio altimetro). Attraversato il ripiano, si prende un evidente sentiero (segnavia bianco/rossi) che si abbassa verso sinistra (Est-Nord-Est) fino ad un bivio segnalato (2265 m, quota del mio altimetro; bella vista sul lago di Teleccio e sul Rifugio Pontese). Si prosegue a sinistra e si scende verso il vasto Piano della Muanda. Raggiunto il fondovalle, si passa il torrente su un bel ponticello di legno e, dopo una breve risalita, si segue verso destra (Sud-Est) il sentiero che percorre il pianoro e che, dopo una breve risalita, raggiunge il Rifugio Pontese (2200 m; 2210 m secondo il mio altimetro; ore 1,50 dal Colle dei Becchi; ore 7,20 dal Rifugio Vittorio Emanuele II).

 

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