Monte Limidario (Gridone)

(Alpi Lepontine - Svizzera/Canton Ticino)

 

Escursionismo

 

SCHEDA TECNICA

DISLIVELLO: 1300 m circa (calcolando le diverse risalite lungo la cresta sommitale)

DURATA COMPLESSIVA: 3,40h la salita; 2,30h la discesa

DIFFICOLTA': EE

AGGIORNAMENTO RELAZIONE: novembre 2015

«Possente montagna […] che si eleva dal Lago Maggiore e che a Nord si spegne nelle Centovalli. Offre dalla sua vetta un vasto panorama e talvolta, a chi la osserva dal piano, ineguagliabili quadri d’aurore e tramonti»: con queste parole, Giuseppe Brenna presenta il Monte Limidario (2188 m) nella sua monumentale (1018 pagine) Guida delle Alpi Ticinesi Ovest, pubblicata dal Club Alpino Svizzero nel 1989. Da qui apprendiamo inoltre che nella regione di Locarno il monte è chiamato anche Ghiridone, che diventa Gridone sulla Carta Nazionale Svizzera. La carta italiana dell’IGM usa invece solo il nome Limidario, che un tempo era Limitario, cioè «montagna al limite dello Stato» (percorrendo la salita descritta in questa relazione ci si muove infatti tra Svizzera e Italia).

 

Per raggiungerne la cima, la maggior parte degli escursionisti sceglie quella che potremmo chiamare la via “normale” dalla Svizzera, con partenza da Cortaccio o da Mergugno, due piccoli agglomerati di case sopra Brissago (i sentieri si riuniscono al piccolo Rifugio Al Legn). Le altre vie di salita o sono più lunghe (specie quelle che salgono dall’Italia) o più impegnative. Anch’io mi sono attenuto a questa scelta, ma poi mi sono accorto che, partendo da Cortaccio, si poteva seguire un percorso ad anello che sfrutta l’itinerario “normale” solo come via discesa. Ne risulta un’escursione più varia, ma anche un po’ più lunga e leggermente più impegnativa, a mio avviso di grande soddisfazione. Così la presento in questa pagina del sito.

 

Difficoltà: nel complesso la gita si può classificare EE. Il sentiero della salita è abbastanza evidente; ci sono alcuni cartelli segnalatori e segnavia (tre strisce: bianco-rosso-bianco) spesso sbiaditi. La via del ritorno si svolge su sentieri ben evidenti, segnalati e con segnavia (due strisce: bianco-rosso) ben visibili.

 

ACCESSO STRADALE. Per salire a Cortaccio bisogna raggiungere innanzitutto Brissago, località turistica svizzera sulla sponda occidentale del Lago Maggiore. Vi si può arrivare sia da Locarno che da Verbania seguendo la strada lungo il lago. Una volta giunti a Brissago, lungo la via principale si arriva all’altezza della monumentale chiesa della Madonna di Ponte. Dalla parte opposta della strada (a monte) si stacca la piccola Via Costa di Fuori (ci sono diverse indicazioni, tra cui quella per l’Osteria Borei). Si imbocca questa strada (che più avanti diventa via Ghiridone) e la si segue: oltrepassate le case di Piodina la strada, piuttosto stretta ma sempre asfaltata e ben curata, sale nel bosco e, dopo 6 km, arriva al piccolo parcheggio per gli escursionisti realizzato poco prima delle case di Pienizzo (970 m c.a; posti per 10 macchine più qualcun altro nelle vicinanze). Non conviene proseguire fino a Cortaccio: presto si incontra un divieto di transito e i parcheggi al termine della strada sono tutti privati.

 

ITINERARIO. Dal parcheggio (970 m c.a) si segue lungo la stradina asfaltata fino al suo termine, a Cortaccio (1967 m). Si passa tra le case (cartelli indicatori) e se ne esce a sinistra. Dopo un breve tratto in piano, si supera un ruscello e subito si incontra un bivio non segnalato: si prende il sentiero di sinistra in leggera discesa (quello di destra, che sale, è quello della via normale che si seguirà in discesa). Seguendo questo sentiero, si raggiunge un secondo ruscello, si prosegue in piano ancora per un breve tratto e poi si comincia a salire arrivando ad un bivio segnalato (1200 m). Si va a destra e in cinque minuti si raggiungono le baite di Rescerasca (1207 m), poste in magnifica posizione panoramica verso il Lago Maggiore. Davanti alle case (cartello indicatore) si segue il sentiero che sale a sinistra: all’inizio è un po’ confuso col terreno, ma basta seguire verso Nord-Est la recinzione dell’alpeggio per ritrovarlo quasi subito. Lasciato a destra un robusto albero affacciato sul prato dell’alpeggio, il sentiero svolta a sinistra e inizia a salire una costola boscosa (prevalentemente betulle) lungo la quale si incontrano anche due fontanelle. Sopra i 1400 metri la costola si fa più ripida e gli alberi si diradano progressivamente. Intorno a quota 1540 m, sotto alcune emergenze rocciose, il sentiero traversa a sinistra e raggiunge i due piccoli edifici (una baita e una stalla) dell’Alpe Pianone (1612 m). Il tracciato prosegue nel ripido prato sopra le case e, a circa 1680 m, traversa a destra, raggiungendo di nuovo la costola, divenuta più stretta, presso un grande ometto (1700 m) visibile già dall’Alpe Pianone. Si sale lungo la costola seguendo la ripida traccia del sentiero (evidente ma ormai priva di segnavia), raggiungendo la cresta Sud-Est del Limidario alla quota 1963 m, dove si trova il cippo di confine n. 22 (ore 2,30 dal parcheggio). Il panorama si allarga in ogni direzione: su tutto spicca la visione del Monte Rosa, che si staglia contro il cielo oltre le cime della Valgrande.

 

Si segue ora la cresta verso destra e, dopo una brevissima discesa, si riprende a salire affrontando un facile passaggio su roccette (catena). Quindi si prosegue fino alla quota 2085 m (Cruit). Continuando lungo il filo ci si abbassa di una ventina di metri, si supera leggermente sulla sinistra un altro salto più ripido (facili roccette, catena) e poi, sempre stando un po’ a sinistra del filo, si giunge all’intaglio (cartelli segnalatori) dove arriva, da destra, il sentiero della via normale. Aggirata a sinistra la quota 2138 m, si raggiunge il dosso dove si trova un grande pluviometro (2120 m c.a). Continuando lungo la cresta, o appena un po’ più in basso sulla sinistra, si perdono circa 30 metri di quota e si arriva alla base della cuspide terminale. La si risale nei pressi del filo (ripido; discreta traccia di sentiero e qualche elementare passaggio su roccette), prestando un po’ di attenzione quando ci si avvicina al pendio molto ripido che si abbassa sulla destra. Si raggiunge così la cima, caratterizzata da una grande croce di ferro (2188 m; libro di vetta alla base della croce; ore 1,10 dalla quota 1963 m; ore 3,40 dalla partenza).

 

DISCESA. Si segue esattamente l’itinerario della salita fino alla bocchetta con cartello indicatore a valle della quota 2138 m. Si scende a sinistra un corto canalino roccioso (I) e poi si segue il sentiero evidente e segnalato che in breve raggiunge la Bocchetta di Valle (1948 m), sulla cresta Est-Nord-Est della quota 2138 m. Da qui il sentiero, tagliando i pendii meridionali della quota 2010 m (Cima Fumadiga), scende fino al piccolo edificio del Rifugio Al Legn (1804 m; ore 1,00 dalla cima; non custodito; fontana), posto in magnifica posizione panoramica (la quota indicata è quella del cartello in loco; altre fonti indicano il rifugio a 1785 m di altezza).

 

Dal rifugio (cartello indicatore) si prende il bel sentiero che traversa verso Sud-Ovest in leggera discesa e raggiunge l’Alpe Avaiscia (1730 m; fontana); da qui si prosegue la discesa verso Sud-Est fino all’Alpe Voièe (1648 m). Ci si abbassa quindi verso il centro del vallone, raggiungendo il torrentello che ne percorre il fondo: qui si svolta decisamente a destra (Sud-Est) e si raggiunge il poggio panoramico dove si trova il rudere dell’Alpe Vantarone (1410 m), ormai già nel bosco. Il sentiero procede in discesa nel bosco sottostante, prima spostandosi verso Sud, poi abbassandosi verso Est fino alle case di Pensevrone (1233 m). Senza arrivare alle case, presso la fontana, il sentiero traversa verso Sud-Ovest, oltrepassa un ruscello e arriva ad un bivio: si lascia a destra il sentiero che attraversa in direzione di Rescerasca e si scende a sinistra raggiungendo Cortaccio e il parcheggio (970 m c.a; ore 1,30 dal Rifugio Al Legn; ore 2,30 dalla cima).

 

NOTA. Durante la discesa dalla cima alla Bocchetta di Valle si può seguire un percorso più diretto: prima di risalire al pluviometro, si individua l’inizio del sentiero della “variante estiva” che traversa il versante Nord-Est della quota 2138 m e raggiunge la cresta Est-Nord-Est della stessa quota ad un piccolo ripiano erboso (2000 m) dove passa anche il sentiero descritto nella relazione. Questa variante permette di risparmiare una decina di minuti ed è vantaggiosa soprattutto con il terreno asciutto e privo di neve.

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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