Monte Moregallo - Sentiero "Paolo-Eliana"

(Triangolo Lariano - Lombardia)

 

Escursionismo

 

SCHEDA TECNICA

DISLIVELLO: 1070 m (compresa una risalita di 30 metri dopo la Bocchetta di Sambrosera)

DURATA COMPLESSIVA: 2,40h la salita; 1,50h la discesa

DIFFICOLTA': EE

AGGIORNAMENTO RELAZIONE: ottobre 2015

 

Continuando la presentazione dei sentieri che raggiungono la cima del Monte Moregallo, voglio ora descrivere quello dedicato a due giovani alpinisti, Paolo Crippa ed Eliana De Zordo, scomparsi in Patagonia nel gennaio del 1990. Paolo Crippa era un Ragno di Lecco originario di Valmadrera, uno dei migliori alpinisti della sua generazione. Eliana De Zordo, cresciuta in Dolomiti, era figlia dei celebri gestori del rifugio Sonino al Coldai (Civetta). Ai primi di novembre del 1989 erano partiti con Maurizio Maggi per la Patagonia, con l’obiettivo di scalare la parete Ovest della Torre Egger, nel gruppo del Cerro Torre. Dopo due mesi di semi-immobilità, Maggi decise di rientrare in Italia. Paolo ed Eliana rimasero per tentare ancora, trovando però la morte sulla splendida ma difficilissima parete.

 

L’itinerario dedicato alla loro memoria (inaugurato il 22 giugno 1997) si svolge lungo il ripido settore destro dell’ampio versante meridionale del Moregallo e, dopo aver raggiunto il bel dosso della Forcellina, sale verso l’alto offrendo un percorso ripido e panoramico. Riunitosi al sentiero n. 6 che sale da Preguda, il sentiero raggiunge la cresta sommitale della montagna e, dopo essersi abbassato alla Bocchetta di Sambrosera, raggiunge la cima. Per la discesa, che si può effettuare lungo la via normale (sentiero n. 6/via Sambrosera; già descritta come via di discesa in un’altra pagina del sito), propongo di seguire il panoramico sentiero che attraversa i ripidi pendii meridionali della cresta Ovest. Raggiunta la Bocchetta di Moregge, si torna a Valmadera passando per Sambrosera e realizzando un bel percorso ad anello. Difficoltà: EE. Segnavia: tre bolli (giallo-bianco-rosso).

 

ACCESSO STRADALE. Provenendo da Milano, si segue la superstrada per Lecco fino a costeggiare il Lago di Annone; prendere l’uscita per Valmadrera-Civate-Lecco-ecc. e immettersi sul vecchio tracciato della superstrada passando sotto il cavalcavia di quello nuovo; proseguire verso Lecco, prendere l’uscita per Valmadrera-Bellagio-Lago ed entrare in Valmadrera, raggiungendo la piazza della chiesa principale (piazza Monsignor Citterio; ex piazza Dante), da cui partono “ufficialmente” molti itinerari, compresi quelli per il Monte Moregallo. Cercare il parcheggio nelle vicinanze.

 

ITINERARIO. Dalla centrale Piazza Monsignor Citterio (235 m circa) imboccare verso Nord-Ovest via Stoppani che, più avanti, si trasforma in un vicolo e sale con alcuni tornanti fino a incrociare via Caduti della Libertà. Traversata questa strada, si prosegue in salita lungo via Belvedere, raggiungendo l’omonima frazione. Si prosegue in salita verso destra (la strada asfaltata si trasforma quasi subito in una strada di grossi ciottoli cementati) raggiungendo la Cappelletta VARS (370 m), dove si trovano numerosi cartelli indicatori. Si prende verso Nord il sentiero indicato con il n. 7 (per Sambrosera e Pianezzo) e il n. 6 (per il Moregallo). Si segue questo bel sentiero immerso nel bosco incontrando quasi subito (420 m) il bivio segnalato per il sentiero Paolo-Eliana, che si stacca da quello principale verso destra. Si prende questo sentiero e lo si segue praticamente in piano fino a traversare il letto (spesso asciutto) del torrentello che percorre il fondo della Valle di Sant’Antonio. Poco dopo il sentiero riprende a salire, oltrepassa un secondo ruscello (anche questo spesso asciutto) e raggiunge una casotta ben restaurata (440 m c.a). Pochi metri dopo si esce in una bella radura e subito si prende a sinistra il sentiero che sale ripidamente nel bosco. A 570 m c.a ci si trova ad un incrocio: si ignorano i due sentieri che vanno a destra (uno in discesa verso Piazza Rossé, l’altro in salita) e si prosegue lungo quello che sale a sinistra. Un centinaio di metri più in alto la pendenza diminuisce e poco dopo si arriva al dosso della Forcellina (710/720 m c.a; ore 1,10 dalla partenza), dove si incrocia il sentiero n. 5 che traversa tutto il versante Sud del Moregallo.

 

Si prosegue diritto verso l’alto (cartello indicatore) e, dopo aver guadagnato alcune decine di metri di quota, ci si sposta a destra raggiungendo una zona più aperta e panoramica. Il sentiero sale ora su terreno ripido ma facile, erboso ma con qualche elementare roccetta affiorante. Si raggiunge così un bivio segnalato (820/830 m c.a). Si sale a sinistra sempre su terreno ripido, passando tra macchie di bosco e alcuni torrioni rocciosi e affrontando altri brevi passaggi su facili roccette, fino a incrociare (1060 m c.a) il sentiero n. 6 che sale da Valmadrera passando da Preguda. Si segue questo sentiero e poco dopo si raggiunge il filo della cresta Est del Moregallo, affacciandosi quasi a precipizio sul  Lago di Como. Si abbandona subito la cresta e si traversa verso sinistra, ritornando nel bosco. Giunti sotto una barriera rocciosa, si piega a destra e si traversa tra gli alberi fino a una forcella (1170 m c.a) della cresta Est del Moregallo. Ci si abbassa leggermente lungo l’erboso versante Nord e poi lo si traversa in diagonale verso sinistra (terreno facile ma con qualche passo su roccette spesso scivolose) scendendo fino alla Bocchetta di Sambrosera (1142 m; il cartello indica una quota superiore, ma è sbagliato), dove arriva, da sinistra, il sentiero della via normale che sale da Valmadrera passando da Sambrosera. Proseguendo la salita lungo la cresta, il sentiero raggiunge l’ampio prato inclinato che porta alla panoramica cima, caratterizzata verso Nord da un bel bosco di faggi (1276 m; ore 1,30 dalla Forcellina; ore 2,40 da Valmadrera).

 

DISCESA. Dalla piccola statua della Madonna, sulla cima, sui prosegue per un breve tratto verso Nord, fino a un cartello indicatore. Si svolta a sinistra e subito si incontrano le catene che permettono di scendere lungo una sorta di canale a sinistra di un cospicuo salto roccioso della cresta Ovest. Alcuni tratti sono piuttosto ripidi, altri un po’ esposti: scendere con la dovuta attenzione. Al termine delle catene si scende ancora per pochi metri fino ad un bivio: a destra si va alla forcella sotto il salto roccioso (da qui si può seguire la cresta Ovest, più impegnativa dell’itinerario proposto), diritti si inizia la traversata de i ripidi pendii meridionali della cresta Ovest (prestare attenzione). Dopo un primo tratto pressoché in piano, si perde quota ripidamente (poche decine di metri), poi si ricomincia a traversare alternando tratti pianeggianti a brevi salite e discese. Il sentiero è evidente e facile, ma a volte abbastanza stretto e con brevissimi tratti su facili roccette (nella prima parte della traversata si incrocia la deviazione segnalata che si abbassa verso il Canalone Belasa). Al termine della traversata ci si avvicina di nuovo al filo della cresta Ovest; passando pochi metri sotto una forcella si continua la traversata sul versante meridionale, incontrando diversi tratti in discesa (facili roccette ripide, attenzione). Infine ci si ricongiunge definitivamente al tracciato che percorre la cresta e facilmente si arriva alla Bocchetta di Moregge (1110 m; 30 minuti dalla cima).

 

Da qui si prende a sinistra il sentiero (segnavia n. 7) che scende a Valmadrera passando per la località Sambrosera. Si scende nel bosco lungo il sentiero abbastanza evidente e ormai privo di difficoltà. A 1000 metri circa si passa alla base di un ghiaione dominato dal versante Est del Corno di Canzo Orientale; più in basso si passa accanto ad un’alta parete strapiombante che forma una sorta di antro. A quota 790/780 m c.a, al centro di un piccolo pianoro, si incontra un quadrivio (cartelli indicatori). Si scende a sinistra e in breve si raggiunge la località Sambrosera (716 m; 30 minuti dalla Bocchetta di Moregge), dove si trovano un fontanino di acqua freschissima e una piccola area di sosta realizzati dai soci dell’associazione OSA (organizzazione Sportiva Alpinisti) di Valmadrera. Poco più in basso (vicino al sentiero) si possono osservare una casera, due casotte e due caselli del latte recentemente restaurati da un gruppo di volontari di Valmadrera. A Sambrosera si incrociano diversi sentieri (cartelli indicatori): si continua la discesa lungo il sentiero n. 7, ampio ed evidente. A quota 420 m si ripassa dal bivio da cui parte il sentiero Paolo-Eliana e si raggiunge Valmadrera lungo il percorso seguita all’andata (50 minuti da Sambrosera; ore 1,50 dalla cima). Attenzione: poco prima di arrivare alla Cappelletta VARS, a circa 390 m di quota, si incontra un bivio che durante la salita passa inosservato: non bisogna proseguire diritti in discesa, ma prendere il sentiero semipianeggiante che va a destra verso Cappelletta.

 

NOTA. Ho descritto questo itinerario partendo da piazza Monsignor Citterio. In realtà con la macchina si può anche seguire la strada che, partendo da via Manzoni, sale alla frazione Belvedere (via Leopardi e poi via San Carlo Borromeo): lungo questa strada, prima di arrivare alla frazione, ci sono diversi parcheggi. Se si riesce a lasciare la macchina in uno di quelli più alti, si può guadagnare anche una decina di minuti.

 

VARIANTE. Al bivio a quota 820/830 m, si può prendere il sentiero che va a destra (cartello indicatore per Preguda e Valmadrera). In leggera salita, si traversa alla base di una paretina rocciosa, si prosegue lungo un pendio erboso e infine, attraversato un boschetto, si raggiunge la cresta Est del Moregallo allo Zucon (876 m), dove si incontra l’itinerario n. 6 che passa da Preguda. Volgendo a sinistra, lo si segue lungo l’ampia cresta erbosa con rade betulle (bello). Giunti sotto un grande salto roccioso, il percorso si fa più ripido e si affrontano elementari roccette. Si doppia verso sinistra uno spigolo e, continuando a traversare a sinistra (all’inizio un po’ esposto), si raggiunge una sorta di costola di erba e qualche roccetta. Si sale su terreno ripido ma facile fino a incontrare il sentiero Paolo-Eliana che proviene da sinistra. Da qui si prosegue come descritto nella relazione. Questa variante allunga di pochi minuti il percorso di salita e a me pare abbastanza interessante, perché varia le caratteristiche dell’itinerario e offre interessanti scorci sul Lago di Como.

 

 
 
 
 
 
 
 

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