Nel cuore dei Muncech

(Val Bodengo - Alto Lario - Lombardia)

 

Escursionismo

 

SCHEDA TECNICA

DISLIVELLO: 1° giorno: 1243 m (salita); 2° giorno (Pizzo Rabbi compreso) 550 m (salita), 1680 m (discesa)

DURATA: 1° giorno: 3,40h; 2° giorno: complessivamente 7h (Pizzo Rabbi compreso)

DIFFICOLTA': E, con alcuni tratti EE

AGGIORNAMENTO RELAZIONE:  ottobre 2005 (dati tecnici); settembre 2016 (dati logistici)

 

Catena dei Muncech: con questo termine Alessandro Gogna e Angelo Recalcati, nella guida CAI/TCI “Mesolcina-Spluga”, hanno chiamato la catena montuosa che dal passo di San Iorio arriva al Monte Berlinghera, chiudendo a settentrione il bacino del Lago di Como. Sono montagne molto belle anche se meno rinomate di altre; data la quota poco rilevata (la cima più alta, il Pizzo Paglia, arriva “solo” a 2593 metri), non ci sono ghiacciai e questo conferisce loro un aspetto forse meno accattivante di quello di altri gruppi montuosi, ma le pareti, le guglie, le torri di gneiss, stagliandosi sopra valloni spesso selvaggi, offrono uno spettacolo di bellezza severa che però si addolcisce verso Sud, dove lo sguardo può scivolare fino al Lago di Como circondato dalle montagne del Lario.

 

L’itinerario circolare che propongo permette di entrare nel cuore della catena dei Muncech, ammirandone alcuni degli angoli più belli. Il percorso si svolge in parte su buoni sentieri segnalati, in parte su tracce segnalate, in parte su terreno privo di tracce e di segnavia ma senza problemi di orientamento (ovviamente se la visibilità è buona). Partendo da Bodengo, si raggiunge il Bivacco Petazzi attraverso la Bocchetta del Cannone, quindi, dopo aver eventualmente salito il Pizzo Rabbi, si traversa verso Ovest lungo un tratto dell’Alta Via del Lario raggiungendo la Bocchetta San Pio e il successivo Passo della Crocetta, da cui si ritorna a Bodengo. Se, come ripeto, la visibilità è buona, non ci sono particolari difficoltà, tanto che nel complesso l’itinerario può essere classificato E. Qualche breve tratto potrebbe essere considerato per escursionisti esperti (EE), come si potrà capire dalla relazione. La guida del CAI/TCI classifica F la salita al Pizzo Rabbi, ma credo che EE sia più corretto.

 

Il pernottamento avviene al Bivacco Bruno Petazzi (sempre aperto), posto a 2245 m, presso la riva meridionale del Lago di Ledü. Appartiene alla sezione del CAI di Dongo (tel. 0344.81074; aperta il venerdì sera). E’ dotato di materassi, cuscini, coperte (9 posti), stoviglie e fornellino a gas (eventualmente accertarsi della dotazione di bombolette).

 

Il punto di partenza è il paese di Bodengo (m 1030), nell’omonima valle, che si raggiunge da Gordona, un grosso abitato posto quasi al termine del Piano di Chiavenna. La strada che sale in Val Bodengo è a pagamento e nella stagione fredda viene chiusa in caso di neve o ghiaccio. Il permesso di transito si acquista a Gordona presso uno dei seguenti bar (cui ci si può rivolgere anche per eventuali informazioni), entrambi vicini alla chiesa: Bar San Martino (piazza San Martino 4, 0343.42774) e Bar La Fuss (via Roma 2, 0343.42303). Tutti e due sono aperti anche la domenica mattina dalle 7,00.

 

ACCESSO STRADALE. Raggiunta la Val Chiavenna, imboccare, tra Novate Mezzola e Chiavenna, una delle deviazioni (indicazioni stradali) che portano a Gordona. Acquistato il permesso, proseguire per la Val Bodengo (indicazioni) lungo la strada asfaltata che in 10 chilometri porta a Bodengo (1030 m). Si può parcheggiare alla fine delle case, poco prima che la strada (percorribile ancora fino a Corte Terza) si abbassi leggermente per traversare su un ponte il Torrente Boggia.

 

ITINERARIO. Da Bodengo si attraversa il ponte sul torrente Boggia e ci si trova davanti una fontanella a destra della quale si entra nel bosco (c’è subito un cartello indicatore per l’Alpe Dosso). Il sentiero (evidente ma con pochi segnavia sbiaditi) sale nel ripido bosco con molte svolte. A 1450 metri circa si giunge su un piccolo ripiano, si traversa a destra e, dopo poche decine di metri, si sale decisamente a sinistra arrivando ai prati dove sorgono le baite dell’Alpe Dosso (m 1501), posta in bella posizione panoramica (1 ora da Bodengo).

 

Si risale il prato dietro le baite puntando, leggermente a sinistra, ad un grande larice secco presso il quale è facile ritrovare la traccia. Poco oltre si incontrano i primi segnavia (rettangolo bianco e rosso) e si entra nel bosco tenendosi ancora per un po’ sul versante orientale del dosso. Tra i 1600 e i 1630 metri se ne guadagna il crinale e più in alto, a 1760 metri circa, ci si trova su un bel ripiano erboso affacciato sulla Val Garzelli (siamo di nuovo sul versante orientale del dosso). Al termine del ripiano, dopo una netta svolta a destra, si torna sul crinale e poco sopra si arriva a un caratteristico pianoro circondato di larici (m 1810; bel panorama). A quota 1860 (altro piccolo pianoro) la traccia piega a destra, passa sul versante Ovest della dorsale ma ne riguadagna quasi subito il crinale per raggiungere la base del ripidissimo pendio di roccia e boscaglia che sale alla cima del Monte Cucco. A questo punto (m 1880 circa) il sentiero abbandona il crestone e inizia un traverso pressoché pianeggiante (alcuni saliscendi) lungo il versante orientale del Monte Cucco (bellissima vista sulla Val Garzelli). Oltrepassata questa caratteristica elevazione, si continua a traversare verso Sud-Sud-Est. In questo tratto la traccia si confonde quasi del tutto nell’erba e i segnavia si perdono facilmente. Basta mantenersi in quota, tra i 1880 e i 1890 metri, e si arriva nei pressi dei ruderi di una baita (m 1885): da qui l’itinerario segnalato piega a sinistra lungo una sorta di cornice che interrompe l’uniformità del largo dossone di pascolo e placconate su cui ci si trova. Qui conviene abbandonare i segnavia e continuare a travesare in salita puntando all’evidente pendio detritico che scende dalla Bocchetta del Cannone (ben visibile tra il Pizzo Rabbi a destra e il Motto di Campo a sinistra). Guadagnando quota con percorso facilmente intuibile, si raggiunge il pendio detritico che sale alla bocchetta incontrando (a quota 2030/2040 m) i segnavia dell’itinerario che sale da Pra Pincé attraverso l’Alpe Campo (seguendo i segnavia dai ruderi della baita a 1885 m si incontrerebbe lo stesso itinerario, ma più in basso e più a oriente). Si sale il pendio puntando alla base delle rocce del Motto di Campo e poi entrando nella strettoia finale. Lungo questo canale, detritico e abbastanza ripido, si raggiunge senza problemi la Bocchetta del Cannone (m 2273; ore 2,30 dall’Alpe Dosso; 3,30 da Bodengo), dalla quale ci si affaccia sul piccolo Lago di Ledü. Con un percorso a semicerchio sulla destra (bolli rossi) si raggiunge in breve (10 minuti) il Bivacco Petazzi (m 2245; ben visibile già dalla bocchetta).

 

Salita al Pizzo Rabbi (Motto Rotondo). Dal bivacco ci si porta in pochi minuti alla base del versante Sud-Est della montagna, quasi completamente detritico. Lo si risale senza problemi (non ci sono né tracce né segnavia) dapprima in obliquo verso sinistra poi verso destra, raggiungendo l’ometto della cima (m 2452; ore 0,30). Il panorama è vastissimo e molto bello in ogni direzione e vale assolutamente la pena (se la giornata è bella) di superare questi 200 metri di dislivello. La discesa avviene lungo lo stesso itinerario.

 

Traversata al Passo della Crocetta e discesa a Bodengo. Dal bivacco si segue il sentiero con i segnavia dell’Alta Via del Lario (rosso-bianco-rosso): si traversa verso Ovest perdendo 40/50 metri di quota e poi raggiungendo la sella poco pronunciata dell’Avertai (m 2206). Da qui, sempre verso Ovest, ci si abbassa in Valle Ingherina per 150/160 metri (secondo il mio altimetro; la guida del CAI dice un centinaio di metri; quella dell’Alta Via dice 120 metri) per aggirare la base di un costone roccioso. Raggiunto verso Nord-Ovest un piccolo pianoro con scritte sui massi e cartello indicatore (da qui si può scendere lungo la Valle Ingherina fino al Rifugio Pianezza in Val Darengo), si prosegue in salita verso la bella piramide del Pizzo Cavregasco. Si incontra un bel pianoro con sorgente (m 2060 circa al mio altimetro) e poi, traversando verso Ovest-Sud-Ovest, si raggiunge un’evidente sella a destra di uno spuntone di roccette ed erba sul crestone che separa la Valle di Ingherina da quella di Cavrig. Dalla selletta (m 2124), senza perdere quota ma con qualche saliscendi, si raggiunge verso Nord-Ovest il bel Laghetto di Cavrig (m 2130), su cui incombono le complesse strutture rocciose del versante meridionale del Pizzo Cavregasco. Il luogo ha una bellezza aspra e suggestiva che invita ad una sosta “contemplativa”. Dal lago l’itinerario torna ad abbassarsi per 80/90 metri, passa alla base di due costoni rocciosi e si dirige in direzione Ovest-Sud-Ovest verso la base delle evidenti placche del Muttarun. Alla sua sinistra si risale un ripido pendio erboso fin quasi sotto le rocce della parete Est del Pizzo San Pio. Volgendo a sinistra si raggiunge, traversando un pendio piuttosto ripido (ma la traccia è buona), la Bocchetta San Pio (m 2182), affacciata sul Lago di Darengo (3 ore dal Bivacco Petazzi).

 

Per raggiungere il Passo della Crocetta il percorso migliore, a mio parere, è il seguente: pochi metri prima di giungere alla Bocchetta San Pio si segue una traccia verso destra e, dopo breve traversata, si sale (tracce e qualche facile roccetta) sul filo della cresta Sud-Sud-Est del Pizzo San Pio, affacciandosi sulla conca del Lago di Darengo. Il Passo della Crocetta (che da qui è difficile individuare) si trova sulla cresta che unisce il Pizzo San Pio al Pizzo Campanile (Pizzo Martel sulla cartina svizzera). Dalla cresta Sud-Sud-Est del Pizzo San Pio ci si abbassa traversando verso Ovest (una modesta barriera rocciosa si scende facilmente cercando il percorso più agevole) su terreno erboso e poi lungo una pietraia. Si deve costeggiare la cresta Ovest del Pizzo San Pio tenendosi alla base (m 2070 al mio altimetro; si perdono così circa 120 metri) dei poco marcati costoloni rocciosi che ne discendono finché non si individua un ometto che si raggiunge in salita su terreno più ripido. Poco oltre l’ometto si incontrano i segnavia (rettangolo bianco-rosso) dell’itinerario che proviene dalla Capanna Como; seguendoli si sale (prato ripido e qualche breve roccetta) allo stretto intaglio del Passo della Crocetta (m 2180 circa; ore 0,40 dalla Bocchetta di San Pio).

 

Dal Passo della Crocetta ci si abbassa (segnavia bianco-rosso) verso Nord per un facile canalino roccioso; poi si scende (traccia discreta) un ripido pendio di roccette ed erba prima verso sinistra, poi verso destra; quindi, superato un saltino roccioso (un paio di passaggi di I+), si mette piede sul sottostante pendio detritico. Si scende verso Nord attraversando una solida pietraia e poi seguendo le tracce lungo un pendio coperto di rododendri a destra del torrentello. A quota 1860 m circa si incontra il bivio per la Bocchetta del Notaro. Si scende verso destra (da qui i segnavia rosso-bianco-rosso sono più evidenti) lungo un discreto sentiero che raggiunge la verdeggiante conca della Corte Prima (m 1540). Prima di arrivare alla baita si guada verso sinistra il torrente e si raggiunge in leggera salita un piccolo pianoro; lo si traversa e poi si scende lungo un prato fino a raggiungere (presso due prese dell’acqua, m 1450 circa) la strada sterrata che scende lungo la valle (in alcuni tratti si riesce a tenersi sul sentiero che corre a destra della strada). Raggiunta Corte Terza (m 1190) si passa di nuovo a destra del torrente e, sempre seguendo la stradina (ora tutta nel bosco), si arriva a Bodengo (ore 2,30 dal Passo della Crocetta; 6,10 ore dal Bivacco Petazzi; 7 ore con la salita al Pizzo Rabbi).

 

NOTA: per le quote mi sono attenuto alla guida del CAI/TCI sopra citata. Esse differiscono in più punti da quelle segnate sulla cartina svizzera 1:50.000 (foglio 277- ROVEREDO) che a mio parere è comunque la migliore. Segnalo qui le principali differenze: Bocchetta del Cannone, 2260 m invece di 2273 m; Sella dell’Avertai, 2219 m invece di 2206 m; Lago di Cavrig, 2188 m invece di 2130 m; Passo della Crocetta, m 2201 invece di 2184 m. Si tenga inoltre presente che su questa cartina (come sulle altre in commercio) l’itinerario non è segnato (se non in parte) e che non sono neppure riportati i nomi di molti dei punti di passaggio indicati in questa relazione.

 

 
 
 
 
 
 

BIBLIOGRAFIA:

Alessandro Gogna, Angelo Recalcati: MESOLCINA-SPLUGA, Guida dei Monti d'Italia, CAI/TCI, 1999

Bruno Mazzoleni: ALTA VIA DEL LARIO, Nuova Editrice Delta, Gravedona 1996 (esaurita)

Carta Nazionale Svizzera, 1:50.000, foglio 277, ROVEREDO

 

 

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