Pizzo Marona

(Val Grande - Piemonte)

 

Escursionismo

 

SCHEDA TECNICA

DISLIVELLO: 950 m (circa 1000 calcolando i saliscendi)

DURATA: 3,20/3,55h (salita); 2,30h (discesa)

DIFFICOLTA': EE

AGGIORNAMENTO RELAZIONE: ottobre 2022

 

Situato entro i confini del Parco Nazionale della Val Grande, il Pizzo Marona (2051 m) alza i suoi fianchi ripidi e dirupati tra la Val Pogallo (a Ovest) e la Valle Intrasca (a Est). La sua salita dal Pian Cavallone, per quanto abbastanza impegnativa, è una classica escursione su queste montagne, sia per l’ambiente attraversato che per il panorama che si ammira dalla vetta, aperto in tutte le direzioni (dal Monte Rosa alle montagne del Vallese, dalle Alpi Centrali alle Prealpi Lombarde, dal Lago Maggiore alle cime del Verbano e della Val Grande).

 

Il Pian Cavallone (1540 m c.a; nelle vicinanze si trova l’omonimo rifugio del CAI Verbano) si può raggiungere con facili percorsi da tre punti di partenza dotati di parcheggio: la Cappella Fina (1102 m, sopra Miazzina; ore 1,45; difficoltà T), la Cappella Porta (1065 m, sopra Caprezzo; ore 1,40; diffiicoltà T), la località Gabbio-La Piazza (1150 m, sopra Intragna; ore 1,20; difficoltà E). Nella relazione descrivo l’accesso dalla Cappella Fina.

 

Dal Pian Cavallone in poi la salita diventa decisamente più impegnativa (difficoltà EE) perché il sentiero (ben tracciato e segnalato) attraversa pendii erbosi anche molto ripidi e affronta alcuni brevi tratti rocciosi (in gran parte attrezzati con catene). La parte finale, lungo la cresta Sud-Est, presenta una prima parte su facili roccette attrezzate (qualche tratto un po’ esposto). In presenza di neve, la salita assume un carattere alpinistico.

 

Poco sotto la cima si trova una cappella la cui presenza (non certo nelle forme di oggi) risale forse al tardo Medioevo. Quella attuale è stata inaugurata nel 1985, dopo i restauri dell’edificio ricostruito alla fine della Seconda Guerra Mondiale (i nazifascisti avevano distrutto la cappella durante il rastrellamento antipartigiano del 1944). Dopo i lavori di restauro, il piccolo edificio svolge anche la funzione di ricovero d’emergenza.

 

Lungo la salita, poco prima della vetta, si incontrano due passaggi i cui nomi rimandano alla tradizione religiosa: la Scala Santa e il Passo del Diavolo. Per l’origine di questi nomi e per la storia della cappella rimando all'approfondimento alla fine della pagina.

 

ACCESSO STRADALE. Provenendo da Sud, si segue l’autostrada A26 fino all’uscita di Baveno-Stresa. Giunti in riva al lago si seguono le indicazioni per Verbania, si passa il Fiume Toce e si giunge a una rotonda. Si gira a destra per Verbania e, subito dopo, a sinistra per Miazzina. Si attraversa Cambiasca e, giunti a Miazzina, si prosegue fino all’Alpe Pala (indicazioni). Da qui, in breve, si sale alla Cappella Fina (1102 m), presso la quale si trova un buon parcheggio.

 

ITINERARIO. Dal parcheggio presso la Cappella Fina (1102 m) si imbocca verso Nord una stradina che dopo 150 metri c.a si biforca. Prendere il ramo di sinistra che prosegue in leggera salita (cartelli indicatori, tra cui quello per il Pian Cavallone e per l’omonimo rifugio); dopo aver superato la vicina deviazione per l’Alpe Cavallotti, la stradina si restringe progressivamente trasformandosi in in bel sentiero che, sempre verso Nord, attraversa il versante orientale del Pizzo Pernice, tra pendii coperti di felci, una bella faggeta e, infine, una pineta. Ignorata la deviazione a sinistra per l’Alpe Curgei e il Pizzo Pernice, si prosegue lungo il sentiero fino a guadagnare l’ampia cresta erbosa che collega il Pizzo Pernice (a sinistra) al Pian Cavallone e al Monte Todano (a destra). Si prosegue lungo la cresta verso Nord-Est, raggiungendo la costruzione del Ricovero invernale CAI (1510 m c.a). Da qui si può proseguire in salita passando dalla croce del Pian Cavallone (1564 m), ma è più comodo aggirare il dosso proseguendo a destra del ricovero e passando davanti ai ruderi dell’alberghetto distrutto dai nazifascisti nel maggio del 1944. Poco più avanti si ritorna in cresta, dove si trova la Cappella del Pian Cavallone (1540 m c.a; ore 1,30/1,40 dalla Cappella Fina). L’omonimo rifugio (1528 m) è ben visibile a destra ed è raggiungibile in 5 minuti (verificare in rete il calendario delle aperture).

 

Dalla cappella si imbocca il sentiero (cartelli indicatori, tra cui quello per il Colle della Forcola e il Pizzo Marona) che attraversa il versante occidentale del Monte Todano, all’inizio su pendii erbosi non troppo inclinati, poi su terreno molto ripido e con qualche breve tratto attrezzato (da qui l’itinerario diventa per escursionisti esperti; prestare attenzione, specie se il terreno è bagnato). Si raggiunge così il Colle della Forcola (1518 m; ore 0,20 dalla Cappella del Pian Cavallone). Ora il sentiero, dopo un primo brevissimo tratto in cresta, sale attraversando verso Nord il pendio orientale della Cima Cugnacorta. Nella prima parte il terreno è erboso e molto ripido, poi si fa più articolato (ci sono tratti con vegetazione bassa e la pendenza diminuisce) e si incontrano diversi brevi tratti rocciosi quasi tutti attrezzati con catene. Si arriva così al caratteristico passaggio della Scala Santa, una sorta di canale roccioso percorso da una vera e propria scalinata (catena). Superato questo passaggio il sentiero raggiunge la cresta che collega la Cima Cugnacorta (1894 m; a sinistra) al Pizzo Marona (a destra). Si segue verso Nord la cresta stretta e rocciosa (è il Passo del Diavolo), attrezzata con catene (il passaggio è facile, ma in alcuni punti è esposto). Superato questo tratto, il sentiero si tiene di nuovo sul versante orientale della cresta e, senza difficoltà, raggiunge con qualche tornante la cappella (posta proprio sulla cresta) e, pochi minti dopo, la cima del Pizzo Marona, dove si trova un ometto di pietre (2051 m; ore 1,30/1,55 dal Colle della Forcola; ore 3,20/3,55 dalla Cappella Fina).

 

DISCESA. Si svolge lungo l’itinerario della salita (ore 2,30 dalla cima alla Cappella Fina).

 

NOTA. In alcuni punti della relazione ho indicato una doppia tempistica; la prima, più breve, è quella della nostra salita; la seconda è quella riportata dai cartelli indicatori. Per la discesa i tempi sono stati invece del tutto coincidenti.

 

APPROFONDIMENTO. La Cappella del Pizzo Marona, la Scala Santa e il Passo del Diavolo.

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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