Monte Resegone - Traversata delle creste

(Prealpi/Lombardia)

 

Escursionismo

 

SCHEDA TECNICA

DISLIVELLO: 1300 m circa (partendo da Brumano, in Valle Imagna)

DURATA: 6,50h (partendo da Brumano, in Valle Imagna)

DIFFICOLTA': EE

AGGIORNAMENTO RELAZIONE: dicembre 2015

 

«Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, […] vien, quasi a un tratto, a restringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un’ampia costiera dall’altra parte […]. La costiera, formata dal deposito di tre grossi torrenti, scende appoggiata a due monti contigui, l’uno detto di San Martino, l’altro, con voce lombarda, il Resegone, dai molti suoi cocuzzoli in fila, che in vero lo fanno somigliare a una sega: talché non è chi, al primo vederlo, purché sia di fronte, come per esempio di su le mura di Milano che guardano a settentrione, non lo discerna tosto, a un tal contrassegno, in quella lunga e vasta giogaia, dagli altri monti di nome più oscuro e di forma più comune».

 

Molte cose sono cambiate da quando Alessandro Manzoni iniziava con queste parole i suoi celebri Promessi sposi, anche nella storia della frequentazione della montagna. Gli altri monti non hanno più nomi “oscuri” (chi non conosce, ad esempio, le Grigne?) e il loro aspetto non si è poi rivelato così “comune” come afferma il grande romanziere milanese. Ma tra le montagne lombarde il Resegone (1875 m) continua a conservare un suo posto speciale, certamente anche in virtù della particolarissima forma che lo caratterizza. Sono ben tredici (più due o tre elevazioni secondarie prive di toponimo) le punte che ne caratterizzano il profilo. La sua cima è frequentatissima in ogni stagione e da ogni versante, anche perché offre praticamente tutte le possibilità di salita che una montagna può presentare. Tra i suoi frequentatori, gli escursionisti sono di certo i più numerosi e possono scegliere tra itinerari di difficoltà molto varia, dai facili sentieri delle vie più battute ai percorsi più lunghi e impegnativi.

 

Tra i tanti itinerari, la traversata completa della montagna lungo la cresta sommitale, dal valico della Passata a Sud al Passo del Giuff a Nord (o viceversa) è uno dei più interessanti, sia per il panorama che per la grande varietà del percorso. Si svolge tutto su sentieri nel complesso evidenti e comunque ben segnalati, in alcuni tratti abbastanza esposti o caratterizzati da passaggi su roccia (I/I+). La difficoltà complessiva è da considerarsi pertanto EE. Tale valutazione si riferisce alle condizioni “normali” della montagna; in inverno o comunque quando c’è neve le difficoltà aumentano e in molti tratti diventano di carattere alpinistico.

 

Come punto di partenza ho scelto Brumano, in Valle Imagna, perché, secondo me, presenta alcuni vantaggi: è abbastanza alto (900 m) e occupa una posizione tutto sommato centrale rispetto ai due punti estremi della traversata. Partendo da qui (in base ai miei calcoli), il percorso ha un dislivello complessivo di circa 1300 metri e uno sviluppo che si aggira sui 14 o 15 km, a seconda del percorso scelto per rientrare alla base (vedi la relazione). La durata è di quasi 7 ore. Naturalmente la traversata  può essere compiuta, aumentando o diminuendo il dislivello, la lunghezza e la durata, da tutti i punti di accesso alla cima del Resegone. Consultando le cartine e altre relazioni  ognuno potrà fare le sue scelte in piena libertà.

 

NOTA 1. Il sentiero segnalato non passa esattamente dal punto culminante di tutte le cime; quelle che vengono aggirate (sempre sul versante orientale) sono comunque raggiungibili con brevi deviazioni per tracce in genere evidenti e con difficoltà equivalenti rispetto a quelle del sentiero principale. L’unica eccezione è costituita dai Solitari (1667 m), che vengono evitati passando molto più in basso rispetto al punto culminante. Il loro superamento lungo la cresta è infatti decisamente più difficile del resto della traversata ed è – a mio parere – riservato solo a escursionisti con qualche esperienza di arrampicata (vedi la relazione in fondo alla pagina).

 

NOTA 2. Nella relazione ho dedicato molto spazio alla descrizione della salita da Brumano alla Passata perché il percorso è scarsamente segnalato. La cosa è un po’ stravagante, ma attualmente (2015) è così.

 

ACCESSO STRADALE. La strada che risale la Valle Imagna inizia ad Almenno San Salvatore, a Nord-Ovest di Bergamo. Da qui si raggiunge Strozza e poi, badando alle indicazioni, si arriva Sant’Omobono Terme. Traversato il centro di questo grosso paese, si lascia a destra la strada che sale a Fuipiano e, poco dopo il ponte sul Torrente Imagna, si prende a destra la strada che sale a Brumano (911 m). Raggiunto il piccolo centro abitato, si può lasciare l’auto nel parcheggio a sinistra della chiesa oppure, 300 metri dopo, in quello dopo il cimitero, davanti alla piazzetta dedicata al maestro Carlo Vitari.

 

ITINERARIO. Dal parcheggio a sinistra della chiesa (900 m c.a) si prende la scalinata che porta alla piazzola lastricata che circonda l’edificio religioso; salita la scalinata, si imbocca un sentiero gradinato (sul muro di una vecchia casa ci sono ben visibili le indicazioni per la cima del Resegone e per il Rifugio Azzoni – segnavia rosso-bianco-giallo con il n 13 – e per il rifugio Alpinisti Monzesi). Il sentiero sale nel prato sopra il parcheggio poi, dopo aver attraversato un piccolo nucleo di case, raggiunge una strada asfaltata  (riservata ai soli residenti) che raggiunge le case sparse sui prati a monte di Brumano. Si segue a sinistra la strada asfaltata e si raggiunge subito un tornante destrorso presso cui si trova una cappelletta. A sinistra della cappelletta si riprende il sentiero (segnavia rosso-bianco-giallo) che, raggiunta in breve una stradina secondaria che parte dallo stesso tornante della cappelletta, arriva ad una casa isolata. Si riprende il sentiero nel prato dietro la casa e in breve si raggiunge di nuovo la strada asfaltata presso un’altra casa isolata. Si svolta a sinistra lungo la strada e in breve si arriva a un tornante destrorso (1000 m c.a) dal quale si stacca a sinistra una stradina sterrata.

 

Allo stesso punto si può arrivare anche dal parcheggio dopo il cimitero. Dalla piazzetta dedicata al maestro Carlo Vitari (915 m c.a) si prende il sentiero segnalato da un vecchio cartello indicatore per la Passata e il Monte Resegone e da quello, nuovo, per il Rifugio Resegone. Si segue il sentiero che, attraversato un prato, raggiunge la strada asfaltata sopra citata. Si traversa la strada e, a sinistra di un cancello, si riprende il sentiero che, traversando dei prati con alcune case, raggiunge di nuovo la strada asfaltata. La si segue verso destra e, dopo un tornante sinistrorso, si arriva alla casa isolata e al successivo tornante destrorso (1000 m c.a) dal quale si stacca a sinistra una stradina sterrata.

 

Ignorando l’itinerario n. 13, che prosegue a destra (cartello indicatore per il Rifugio Resegone), si imbocca la stradina sterrata che diventa quasi subito un sentiero. Dopo una svolta a destra si incontra un bivio segnalato da un vecchio cartello; seguire il sentiero di sinistra che, uscito dal bosco, si perde in un prato. Raggiungere la baita ben visibile al sommo del prato e ritrovare, dietro la casa (segnavia), il sentiero. Poco più avanti si passa nei pressi di un magnifico faggio monumentale (area di sosta) e, proseguendo lungo il sentiero, si raggiunge di nuovo la strada asfaltata presso una bella casa isolata. Proseguire a sinistra lungo la strada fino a un piccolo slargo davanti a un’altra casa (1080 m c.a). A sinistra della casa si ritrova il sentiero con alcune indicazioni per la Passata (segnavia bianco-rosso; itinerario n. 576). Imboccare questo sentiero che, all’inizio, perde quota leggermente. Si incontra subito un bivio: stare a destra, sul sentiero che procede in piano verso Ovest e poi risale fino a incontrare un bivio segnalato (1080 m c.a). Stare a sinistra e proseguire lungo il bel sentiero che, verso Sud, raggiunge il Passo La Porta (1123 m; area di sosta). Si continua (cartelli indicatori) verso destra con una leggera discesa e poi si prosegue verso Sud-Ovest raggiungendo infine, dopo aver lasciato a sinistra il sentiero per Valsecca (bivio segnalato), il valico della Passata (1244 m; ore 1,20 da Brumano).

 

Dalla Passata, sulla destra, ben segnalato (cartelli e scritte a vernice su un faggio), parte il “Sentiero delle Creste” (segnavia bianco-rosso; itinerario 571) che sale verso Nord. Dopo un primo ripido tratto nel bosco, il sentiero spiana leggermente prima di iniziare a salire con decisione il filo della cresta, dove le piante si fanno via via più rade fino a lasciare il posto solo all’erba e alla roccia. Il sentiero, sempre evidente e ben segnalato, segue il filo incontrando anche qualche facile passaggio su roccette (di cui uno solo attrezzato con una catena). I salti rocciosi più importanti sono evitati sempre (tranne forse in un caso) sul versante orientale (Valle Imagna), percorrendo pendii erbosi spesso ripidissimi, da affrontare con la dovuta attenzione. Al termine di questa prima parte molto ripida, si raggiunge la Cima Quarenghi (1636 m), cui segue, dopo un breve avvallamento, la Cima di Piazzo (1640 m). Si scende quindi ad un colle perdendo circa 60 metri di quota; si aggira a destra un modesto testone di erba e rocce, raggiungendo un altro colle alla base dei Solitari. Il sentiero evita questa cima sul versante orientale per raggiungere il successivo Passo dei Solitari (1626 m), punto di arrivo di due sentieri: quello “dei Solitari” che proviene dal Rifugio Alpinisti Monzesi e quello che sale da Brumano (n. 590) passando per il Rifugio Resegone. Dal Passo dei Solitari il sentiero (sempre evidente e ben segnalato) prosegue lungo il dorso della cresta, divenuto più largo e meno ripido, o sul suo versante orientale. Si scavalcano così (non sempre toccando il punto culminante) la quota 1756 m, il Pizzo di Brumano (1851 m), il Pizzo Daina (1864 m) e la Torre di Val Negra (1852 m). Nell’ultima parte sono presenti i passi più impegnativi, in quanto si tratta di affrontare alcuni divertenti canalini rocciosi (I+). Dopo la Torre di Val Negra ci si collega al frequentatissimo sentiero che proviene da Brumano e da Morterone; lungo di esso si raggiunge il Rifugio Azzoni (1855 m c.a) che precede di poco la Punta Cermenati, punto culminante del Resegone (1875 m; ore 2,40 dalla Passata; ore 4,00 da Brumano).

 

Dalla cima ci si abbassa lungo il filo della cresta Nord (qualche tratto esposto e un passaggio di II alla fine della discesa) fino a raggiungere la sella (1790 m c.a) dove arriva, da Ovest, il Canalone Comera. A questa sella si può giungere più facilmente: basta tornare al Rifugio Azzoni e seguire verso Nord il sentiero che passa sul versante orientale della cima. Dalla Sella del Canalone Comera si risale ripidamente in direzione della Punta Stoppani (1849 m), che però non si raggiunge perché il sentiero traversa il suo versante nord-orientale; lo stesso avviene per le due successive sommità: la Punta Manzoni (1801 m) e il Dente (1810). Infine il sentiero si abbassa alla sella (1740 m c.a) dove giunge, da Ovest, il Canalone Bobbio In questo tratto, dalla Sella del Canalone Comera a quella del Canalone Bobbio, il sentiero è sempre evidente e segnalato; qualche passaggio è un po’ esposto o richiede attenzione per la natura franosa del fondo. Le cime aggirate possono essere raggiunte per tracce in genere evidenti, a tratti piuttosto ripide e quindi da percorrere con attenzione specialmente in discesa.

 

Dalla sella del Canalone Bobbio, si traversa per qualche metro sul versante orientale della Cima Pozzi (1810 m), alla quale si sale con percorso molto ripido che presenta qualche passaggio roccioso (I+). Il sentiero, sempre evidente e segnalato (n. 582; segnavia bianco-rosso) prosegue verso Nord-Nord-Ovest percorrendo (ci sono ancora brevi passaggi di I) la cresta larga ma piuttosto movimentata dai numerosi denti rocciosi. Il sentiero aggira a destra la sommità del Pan di Zucchero (1754 m) e quindi sale, incontrando gli ultimi passi su roccia (I), al Pizzo di Morterone (1751 m), l’ultima punta della cresta sommitale del Resegone (ore 1,00 dalla cima; ore 5,00 da Brumano).

 

Il percorso cambia ora direzione e il sentiero percorre verso Nord-Est il filo della cresta che scende verso il Passo del Giuff. Il profilo della cresta torna ad essere più definito e il sentiero continua a essere evidente e ben segnalato. Sotto i 1600 metri si rientra nel bosco. Poco prima di raggiungere il Passo del Giuff, si incontra un bivio ben segnalato (1540 m c.a). Si prende il sentiero che, verso destra (Sud), si abbassa dolcemente fino alla bella radura (area di sosta) presso la sorgente delle Forbesette (1405 m). Da qui si prosegue sul bel sentiero che, provenendo da Morterone, sale verso la cima del Resegone. Si incontra subito un bivio segnalato: si lascia a destra il sentiero per il Resegone e si prende quello di sinistra che, praticamente in piano, porta verso la Costa del Palio. Prima di arrivarvi si passa accanto a una calchera restaurata e a una carbonaia ricostruita a scopo didattico (cartelli esplicativi). Giunti alla Costa del Palio in località I Castelli (1398 m; ore 1,00 dal Pizzo di Morterone; ore 6,00 da Brumano; sono presenti numerosi cartelli indicatori) si rientra in Valle Imagna e si inizia la discesa verso Brumano.

 

Per tornare a Brumano ci sono due possibilità: (A) seguire i sentieri 578 e 577, passando per il Rifugio del Grande Faggio (privato) oppure (B) seguire il sentiero 587 (parzialmente coincidente con il n. 13), passando per il Rifugio Resegone del CAI Bergamo, Sottosezione Valle Imagna.

 

(A) Dalla sella erbosa della località I Castelli si imbocca una sorta di stradina che si abbassa in Valle Imagna piegando a sinistra: si incontra subito sulla destra la bella traccia del sentiero 578 (segnavia bianco-rosso) e la si segue. Il sentiero scende in un valloncello, poi traversa a sinistra e raggiunge un dosso erboso lungo il quale si abbassa fino a incrociare la strada sterrata che da Brumano sale al Passo del Palio. La si attraversa e, passando dietro una casa, si prende il sentiero 577 (indicazioni per il faggio monumentale e per il Rifugio del Grande Faggio). In pochi minuti si arriva al grande albero, quindi si passa davanti al rifugio e si prende un bel sentiero che scende sul fianco erboso di un dosso fino a incrociare di nuovo la strada sterrata presso una grossa baita in parte diroccata. Si traversa la strada sul filo del dosso e, dopo pochi metri, si ritrova sulla sinistra, un po’ nascosta dalla vegetazione, la traccia segnalata del sentiero 577. Si scende lungo un prato piuttosto ripido e poi nel bosco fino a raggiungere, presso un tornante, la strada asfaltata che collega Brumano e Fuipiano. Presso il tornante, il sentiero gira a destra e continua a scendere nel ripido bosco fino a una baita ristrutturata. Passando sotto la casa, si riprende il sentiero (sistemato con molta cura dal proprietario della baita) e si raggiunge di nuovo la strada asfaltata; seguendola verso destra si arriva a Brumano, concludendo la lunga escursione (ore 0,50 dalla Costa del Palio; ore 6,50 dalla partenza).

 

(B) Dalla sella erbosa della località I Castelli si imbocca il bel sentiero (indicazioni per il Rifugio Resegone) che si inoltra nel bosco verso Sud-Sud-Est. All’inizio si procede in piano, poi si comincia a scendere, si lascia sulla destra il sentiero che sale al Resegone e si raggiunge una strada sterrata presso il Rifugio Resegone (1270 m c.a), che si lascia sulla destra. Si scende brevemente lungo la sterrata fino a un tornante sinistrorso (traliccio dell’alta tensione) proprio sotto il rifugio. Dal tornante si prende a destra il sentiero 587/13. Il tracciato gira subito a sinistra e poi a destra e scende nel bosco fino ad una presa dell’acqua al sommo di un grande prato. Si scende a sinistra costeggiando il prato e si raggiunge una baita (1030 m c.a) presso la strada asfaltata che sale da Brumano. Si traversa la strada e si imbocca il sentiero che scende nel prato sottostante e raggiunge di nuovo la strada asfaltata presso il tornante a quota 1000 m c.a. Da qui, seguendo il percorso dell’andata, si torna a Brumano (ore 0,50 dalla Costa del Palio; ore 6,50 dalla partenza).

 

APPENDICE: LA TRAVERSATA DEI SOLITARI. Come ho scritto all’inizio, quella dei Solitari è l’unica elevazione della cresta del Resegone che viene completamente aggirata a causa della difficoltà della sua traversata lungo il filo. In realtà le cartine a mia disposizione indicano un sentiero (qualificato come “difficile”) che ne raggiunge la sommità per poi scendere al successivo Passo dei Solitari. Ne farò ora la descrizione, ribadendo che – a mio parere – si tratta di un percorso riservato ad escursionisti esperti con qualche pratica di arrampicata. Questa variante, inoltre, allunga il percorso di 15/20 minuti e ne aumenta il dislivello di circa 70 metri.

 

Scesi dalla Cima di Piazzo e aggirato il modesto testone di erba e rocce, si raggiunge il colle alla base dei Solitari. Da qui si segue per breve tratto il “Sentiero delle Creste” fino a vedere, su una roccia a sinistra del sentiero, una vecchia freccia rossa che indica di proseguire lungo il tracciato che aggira I Solitari. Da qui, guardando a sinistra, si riesce a individuare una traccia ben poco evidente che sale lungo il pendio erboso molto ripido, raggiungendo il filo della cresta al di sopra del salto roccioso iniziale. Ora la traccia è un poco più evidente e, guardando molto attentamente, si possono vedere dei vecchi segnavia rossi assai sbiaditi. Passando a destra di un salto di roccia si affronta il primo breve passaggio di arrampicata (II), uscendo su erba ripida. Si prosegue lungo la cresta affrontando altri brevi passaggi di II fino a incontrare una profonda e stretta spaccatura rocciosa. Ci si abbassa a destra, si entra nella spaccatura e si traversa alcuni metri fino alla forcella determinata dalla spaccatura stessa. Si scavalca il masso che la ingombra e, sul versante opposto (Ovest), si esce dalla spaccatura lungo una cengetta esposta. Il passaggio non è difficile (I), ma è esposto e richiede la dovuta attenzione. Tornati in cresta si prosegue fino in cima (1667 m), lungo il filo o con alcuni aggiramenti, seguendo la debole traccia e i vecchi segnavia.

 

La discesa è più facile da individuare perché la traccia è più evidente. Il tratto più impegnativo è costituito da un canalino roccioso che presenta, proprio alla fine, un salto di 3 metri verticale e, nella parte bassa, forse anche un po’ strapiombante: ci si abbassa nel canalino sulla destra (faccia a valle) fino alla sommità del salto verticale, ci si sposta dalla parte opposta e si scala in discesa sfruttando ottimi appigli e buoni appoggi (II+; il passaggio non è esposto) fino alla base del salto verticale. Ci si abbassa per tracce a sinistra e si scende un altro canalino roccioso (II) più articolato e meno verticale. Ora si potrebbe raggiungere abbastanza facilmente il sentiero che passa poco più in basso, ma è divertente proseguire lungo la cresta: si raggiunge una sella alla base di un salto di roccia, ci si abbassa per erba (traccia) a un’altra selletta a sinistra e poi, traversando a destra, si passa attraverso una stretta spaccatura rocciosa dopo la quale si scende facilmente al Passo dei Solitari, dove si ritrova il sentiero descritto nella relazione.

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

CARTOGRAFIA:

A parte le tradizionali cartine escursionistiche 1:50.000, ne suggerisco due più dettagliate:

SENTIERI DEL RESEGONE, 1:10.000. Pubblicata dalla Sottosezione del CAI Valle Imagna e dalla SEL (Società Escursionisti Lecchesi), è reperibile in loco (io l'ho acquistata al Rifugio Azzoni).

Foresta Regionale RESEGONE, Carta escursionistica 1: 20.000. Questa cartina è interessante anche per le informazioni che riporta sul retro. E' acquistabile on-line sul sito dell'ERSAF (l'ente regionale per le foreste) e forse anche in loco.

 

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