La chiesa di San Benedetto: l'interno

 

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L’interno della chiesa presenta i medesimi caratteri di estrema semplicità dell’esterno e ha conservato integri (“grazie” anche al precoce abbandono) i caratteri dell’architettura originaria, a mio parere di grande suggestione spirituale (lo confesso: sono innamorato del romanico).

La pianta è a tre navate e tre absidi; la copertura è a capriate lignee, tranne che sulle campate che precedono le absidi, che hanno la volta a crociera. Le navate sono divise da massicci pilastri quadrati su cui poggiano semplici archi a tutto sesto.

Di grande effetto è il gioco delle luci: le navate e le absidi laterali sono immerse nella penombra, mentre la luce si fa più viva nella navata centrale per accendersi poi maggiormente nell’abside dove si trova l’altare, illuminata da tre monofore.

Anche gli arredi moderni contribuiscono al fascino di questo interno, grazie alla loro presenza discreta e alla sobrietà delle linee, che rispecchia quella dell’intero monumento. Lo stesso può dirsi per l’altare (benedetto nel 1997), realizzato con un pezzo di granito lavorato e rinvenuto sul posto: la sua concezione è originale, ma si fonde bene con lo spirito della chiesa.

Appoggiata al primo pilastro a destra si trova un’acquasantiera bianca finemente decorata a bassorilievo: si tratta di una copia dell’originale in marmo di Musso che fu trafugato negli anni Settanta.

 

La navata centrale e l'abside dietro l'altare illuminato da tre monofore. Si osservano anche una parte copertura a capriate lignee e la volta a crociera che copre l'ultima campata prima dell'altare.
La navata laterale sinistra con l'abside corrispondente illuminata da una sola monofora più piccola di quelle dell'abside centrale. Si nota bene l'austera semplicità dell'edificio, la cui bellezza sta proprio nei giochi delle luci e delle ombre e nel geometrico alternarsi degli elementi architettonici (soprattutto dei pilastri massicci e degli archi a tutto sesto)
L'abside della navata destra (più piccola di quella sinistra).
La zona dell'altare con gli arredi moderni (spicca tra gli altri proprio l'altare ricavato da un blocco di granito lavorato e rinvenuto sul posto) che ben si inseriscono nella struttura originaria della chiesa.
Ancora una foto della zona dell'altare. Anche se questa foto non aggiunge molto alla precedente, ho voluto inserirla perché mi pare che riassuma efficacemente il fascino semplice ma straordinario di questo piccolo gioiello dell'arte romanica. Ci sono un rigore di linee, un'armonia di luci, un equilibrio di pieni e di vuoti che danno un senso di pace serena e raccolta: questo è davvero un "luogo dello spirito" dove è bello immergersi anche solo per un momento a pensare, a riflettere, a pregare. O anche solo a godere dell'austera bellezza che ignote maestranze hanno creato quasi mille anni or sono.

 

NOTA: le informazioni riportate in questa pagina sono state ricavate dall'opuscolo SAN BENEDETTO IN VAL PERLANA (ristampato nel 2004), edito dall'Associazione San Benedetto in Val Perlana, e dal volume ITALIA ROMANICA - LA LOMBARDIA, testo di Sandro Chierici, Jaca Book, 1978

 

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