Sasso Grande (Denti della Vecchia)

(Valsolda - Lombardia)

 

Escursionismo

 

SCHEDA TECNICA

DISLIVELLO: 1000 m circa (compresi alcuni saliscendi)

DURATA: 3,40h la salita, 2,30h la discesa

DIFFICOLTA': E con un tratto EE all'inizio e un tratto PD alla fine (la salita alla cima Sasso Grande)

AGGIORNAMENTO RELAZIONE: giugno 2014

 

Valsolda: il “piccolo mondo antico” tanto caro alla musa ispiratrice di Antonio Fogazzaro è anche un piccolo scrigno di sorprese e opportunità per l’escursionista che ama muoversi lontano dagli itinerari più battuti, alla ricerca di quel silenzio che è uno dei doni più belli della montagna, senza preoccuparsi troppo della notorietà della cima raggiunta.

 

La Valsolda è incastonata tra le montagne del Lario Occidentale, al confine tra la Lombardia e la Svizzera, e si affaccia sull’estremo lembo orientale del Lago di Lugano. Ha un’orografia abbastanza complessa e un’ampia rete di sentieri curata dalla Pro Loco. Le sue cime non raggiungono i duemila metri: il punto più alto, la Cima di Fiorina (o di Fojorina sulla Carta Nazionale della Svizzera) è quotata 1811 metri. L’autunno e la tarda primavera sono dunque le stagioni migliori per visitarla da escursionisti, ma non va dimenticato che le varie frazioni del Comune di Valsolda (sia quelle che sorgono sulle rive del lago, sia quelle che si trovano in valle) sono ricche di testimonianze storiche e artistiche, certo “minori”, ma non per questo prive di interesse e comunque parte integrante del ricchissimo patrimonio culturale del nostro paese.

 

La bella escursione ad anello proposta in questa pagina ha come meta il Sasso Grande (1491 m), punto culminante dei celebri Denti della Vecchia, la palestra di roccia di Lugano, frequentata soprattutto dagli arrampicatori svizzeri (dalla Svizzera l’accesso è molto più breve che dall’Italia). Gran parte del percorso si svolge su facili sentieri (a parte il tratto iniziale che è da classificare EE), ma la salita alla cima (che può essere evitata) ha carattere alpinistico e, per quanto breve, richiede capacità adeguate (uno spezzone di corda può essere utile per assicurare chi ha meno esperienza o si sente meno sicuro): si devono infatti affrontare passaggi di II (uno anche di III) e qualche tratto anche molto esposto.

 

ACCESSO STRADALE. Il punto di partenza si trova a 600 m c.a, poco oltre Dasio, la frazione più alta del Comune di Valsolda. Vi si può arrivare sia dalla Svizzera che dall’Italia. Nel primo caso si segue l’autostrada A9, poi si prosegue in Svizzera lungo l’autostrada A2. Si esce a Lugano Sud, si traversa la città percorrendo il lungolago e si ritorna in Italia. Entrati nel Comune di Valsolda, tra le frazioni di San Mamete e Cressogno, si prende a sinistra la Strada Sasso Rosso-Dasio che, dopo 5 km, raggiunge Dasio. Si prosegue a sinistra verso il campeggio (indicazioni) finché, dopo circa un km, la strada diviene sterrata. Qui c’è un ampio slargo dove si può parcheggiare (se ne trova un altro poche centinaia di metri più avanti). Se si vuole evitare il passaggio attraverso la Svizzera, da Como si prosegue lungo la strada statale del lago fino a Menaggio. Qui si gira a sinistra in direzione di Porlezza e si prosegue fino al Comune di Valsolda: tra le frazioni di Cressogno e San Mamete si prende a destra la strada Sasso Rosso-Dasio e si prosegue come sopra.

 

ITINERARIO. Dal parcheggio al termine della strada asfaltata (600 m c.a) si prosegue brevemente lungo la strada sterrata che sale fino all’Alpe Bolgia, si supera il Ponte di Bizzo e, poco dopo, si incontra l’inizio di una mulattiera acciottolata che si stacca (indicazioni per l’itinerario n. 7) sulla destra della strada. Si imbocca la mulattiera e la si segue fino a un bivio presso una cappellina; si lascia a sinistra l’itinerario n. 7 e si va a destra lungo il n. 8; subito si incontra un altro bivio: si lascia a sinistra sale l’ampio tracciato dell’itinerario n. 9 e si segue a destra il numero 8, che diventa un sentierino ed entra nell’incassata valle che sale all’Alpe Puria. Si passa sotto una parete rocciosa, poi si inizia a salire un tratto ripido con molte roccette affioranti (ci sono dei gradini intagliati e diversi segnavia bianco-rossi) guadagnando alcune decine di metri; quindi si traversa verso Est, si attraversa un boschetto, si affronta un tratto ancora roccioso (con un paio di tratti esposti protetti da parapetti in metallo) e si entra sul fondo della valle (qui piuttosto incassato) al di sopra del suo impervio tratto iniziale (dal bivio con il sentiero n. 9 a qui le difficoltà sono EE). Si passa facilmente il torrentello che percorre la valle (900 m c.a) e si prosegue lungo il versante sinistro idrografico; con bel percorso nel bosco si arriva alla radura dove si trova la baita dell’Alpe Puria con il suo lungo stallone ad arcate (1026 m; ore 1,20 dal parcheggio). Si ripassa il torrentello e, verso Ovest, si entra in una valletta percorsa da un altro corso d’acqua tenendosi alla sua destra (sinistra idrografica). Entrati in una faggeta, si incontra un bivio: si lascia a sinistra il sentiero n. 9 che si abbassa a traversare il ruscello e si continua lungo  l’itinerario n. 8 che prosegue lungo la valle; poco dopo  il sentiero svolta a destra (piccola freccia bianca su un sasso; attenzione perché nella faggeta la mancanza di sottobosco non permette di vedere bene la traccia del sentiero) e, salendo in direzione Nord-Ovest, raggiunge l’Alpe Puria di sopra (1272 m). Il sentiero volge ora a Nord e, molto segnalato, raggiunge l’ampia sella erbosa del Passo del Pairolo (1405 m), dove si trova un cippo del confine con la Svizzera (ore 1 dall’Alpe Puria; ore 2,20 dal parcheggio).

 

Dal Passo del Pairolo si gira a sinistra, stando ai margini della radura e senza alzarsi; in questo modo si potrà più facilmente ritrovare il sentiero (segnalato; n. 19) che aggira a Sud la Cima Palazzi e, dopo aver guadagnato una trentina di metri di quota, si abbassa al colle 1418 m, dove arriva anche un sentiero proveniente dal Rifugio Pairolo. Si prosegue ora verso Sud-Ovest lungo il sentiero che percorre la cresta boscosa, evitando le deviazioni che raggiungono la base dei vari salti rocciosi attrezzati per l’arrampicata. Ad un certo punto ci si trova di fronte ad un grosso sasso con la scritta “Cresta Sasso Palazzo” e una freccia che indica a sinistra. Si passa quindi a sinistra del roccione e si segue un sentiero (ci sono dei bolli arancioni) che sale lungo la cresta e raggiunge una sorta di sella tra una cima coperta di faggi a sinistra e un rilievo erboso roccioso (il Sasso Palazzo) a destra: un breve tratto di sentiero porta sulla piatta e panoramica cima di questo interessante rilievo (1483 m; 50 minuti dal Passo del Pairolo) che, dagli altri versanti, precipita con verticali pareti rocciose sulle quali corrono numerosi itinerari di arrampicata. Da qui, verso Ovest, si gode un’ottima vista sul Sasso Grande.

 

Tornati alla sella, si prende il sentiero che traversa sotto la cima coperta di faggi e raggiunge la cresta che scende verso Ovest fino al Passo Streccione (sulla palina il valico è indicato come Sasso Grande e quotato 1395 m). Da qui si può raggiungere la cima del Sasso Grande, la maggiore elevazione del gruppo dei Denti della Vecchia. Si prende un sentiero che sale verso le rocce, si raggiunge una sella tra diversi spuntoni rocciosi, ci si abbassa sul versante opposto, si traversa sotto una parete rocciosa e si imbocca un canalino ghiaioso. A 1440 m circa si può scegliere: si può proseguire lungo il canalino che presto diventa uno stretto camino roccioso, oppure si può andare a sinistra lungo la via “normale” (segnata con alcuni bolli azzurri non molto visibili perché sbiaditi). Il camino è piuttosto stretto e si supera arrampicando sulla sua parete destra di roccia buona: si incontrano passaggi di II all’inizio e alla fine e un breve tratto di III (6 metri circa) in mezzo. Raggiunta una cengia abbastanza esposta, la si segue verso sinistra e in breve si sale in cima (30 minuti dal Sasso Palazzo; ore 3,40 dal parcheggio).

 

In discesa si può seguire la via normale. Bisogna scendere verso Sud e scavalcare una stretta spaccatura. Non è difficile, ma si tratta di un passaggio molto esposto, specialmente a destra. Poi ci si sposta a sinistra e si scende il ripido versante orientale del Sasso Grande incontrando tracce di sentiero e brevi passi rocciosi di I e II grado. Alcuni punti sono esposti e richiedono attenzione. La presenza di numerosi e robusti mughi facilita l’arrampicata. Ci si trova così a una forcella: piegando a sinistra si ritorna nel canalino ghiaioso seguito in salita e si torna al Passo Streccione lungo il percorso seguito in salita.

 

Dal Passo Streccione si prende il bel sentiero che prosegue verso destra (Ovest) tenendosi con qualche saliscendi ora in cresta ora sul suo versante italiano. Ci si abbassa all’erbosa Bocchetta di Brumea (1263 m), si aggira a destra la successiva elevazione e si scende all’ampia radura erbosa del Pian di Scagn (1174 m; ore 1 dal Sasso Grande). Abbassandosi verso Est (Italia) si rintraccia il sentiero (segnavia bianchi e rossi sui faggi) che prima verso Est, poi verso Sud (destra) e quindi ancora verso Est raggiunge la radura dell’Alpe Bolgia (1120 m), dove inizia la strada sterrata che torna a Dasio. Passando a sinistra delle case ci si abbassa nel prato e, rientrati nella faggeta, si rintraccia il sentiero (segnavia sugli alberi) che si sposta verso destra e diviene più visibile dentro un valloncello. Ci si abbassa fino a raggiungere la strada sterrata e la si segue verso sinistra in direzione di Dasio. A 740 m circa si incontra e si ignora una deviazione a sinistra (porta alle case di Camporgna); poco più avanti (720 m circa) si incontra un sentiero che si stacca sulla destra: lo si imbocca e si raggiungono le case di Muzzaglio. Si passa davanti alla bella chiesetta dedicata alla Vergine e, passando tra alcune case, si prosegue la discesa giungendo a un quadrivio (655 m); si prosegue diritti lungo un bel sentiero che riporta sulla strada sterrata poche decine di metri prima del Ponte di Bizzo. Lungo la sterrata si torna al parcheggio concludendo il lungo anello (ore 1,30 dal Pian di Scagn; ore 2,30 dal Sasso Grande).

 

 
 
 
 
 
 

CARTOGRAFIA:

Carta Turistica Kompass, 1:50.000, LAGO DI COMO-LAGO DI LUGANO. Utile soprattutto per avere una visione d'insieme delle montagne del Lario Occidentale e per orientarsi nel panorama dalla cima.

Carta Escursionistica della Valsolda, 1:25.000. E' decisamente la più precisa: sulla base della Carta Nazionale Svizzera, riporta tutti gli itinerari della valle. E' reperibile presso la Pro Loco Valsolda.

Foresta Regionale Valsolda, Carta escursionistica 1: 17.500. Questa cartina è interessante e utile soprattutto perché sul retro riporta molte informazioni turistiche ed escursionistiche sulla valle. E' acquistabile on-line sul sito dell'ERSAF (l'ente regionale per le foreste) e forse anche in loco.

Tutte queste cartine sono acquistabili anche a Valsolda, nella frazione San Mamete, presso l'edicola-cartoleria Carta e Penna in Piazza Roma. Il negozio apre alle 8 o poco prima (anche la domenica mattina).

 

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