Il "Sentiero del fiume" in Valle di Era

(Gruppo delle Grigne - Lombardia)

 

Escursionismo

 

SCHEDA TECNICA

DISLIVELLO: 740 metri

DURATA: 4,20/4,45h (percorso ad anello)

DIFFICOLTA': E/EE

AGGIORNAMENTO RELAZIONE: ottobre 2006

 

Come forse ho già scritto in qualche altra pagina di questo sito, il gruppo delle Grigne offre tanti motivi di interesse, non solo alpinistico. L’itinerario che qui propongo è un percorso ad anello; non si svolge in ambienti solitari, sfrutta sentieri segnalati (anche se non sempre facili), ma attraversa zone di grande suggestione paesaggistica e ambientale nella parte bassa di due valli (la Val Meria e la Valle di Era) che salgono verso il Grignone da Mandello del Lario. Il  tratto di maggior interesse di questo itinerario è certamente il “Sentiero del fiume” che percorre la Valle di Era dal suo innesto nella Val Meria fino all’Alpe di Era seguendo il torrente: cascatelle e cascate, pozze, marmitte dei giganti, guadi (facili in condizioni normali), tratti rocciosi (spesso attrezzati con catene) offrono un condensato di immagini e di sensazioni davvero speciale. Altro motivo di interesse è la grotta detta “La Ferriera”, con ampio ingresso e vasto salone subito all’inizio (vedi nota alla fine della relazione).

 

Le difficoltà sono molto varie: si va da elementari mulattiere (tra la Gardata e Rongio) a tratti di sentiero esposto e passaggi rocciosi (qualche catena di metallo). Una valutazione complessiva è difficile: direi comunque che il tratto del “Sentiero del fiume” è da classificarsi EE anche se è segnalato. Soprattutto occorre prestare attenzione con terreno bagnato e ricordarsi che con neve o ghiaccio tale percorso è pericoloso. Una bella giornata di sole, tra la primavera e il primo autunno, è senz’altro il momento migliore per percorrerlo.

 

Accesso stradale. Il punto di partenza è Rongio (m 400), una frazione di Mandello del Lario, sul Lago di Como (ramo di Lecco). Da Lecco si percorre la strada che segue la sponda del lago (non la superstrada per la Valtellina) fino a Mandello (10 km da Lecco). Da qui seguire verso destra le indicazioni per le frazioni e salire a Rongio. Si può parcheggiare davanti a una chiesetta nella piccola Piazza Sant’Antonio, ma i posti sono pochi. Poco prima ci sono però due parcheggi decisamente più ampi.

 

Dalla piazza Sant’Antonio (m 400) passare alla piazzetta che si trova dietro il bar Simone. Da qui prendere sulla sinistra una stradina sterrata (cartelli indicatori con i segnavia n. 14 per il Rif. Elisa e il n. 18 per la Gardata, Alpe Cetra, Rifugio Bietti) che si inoltra in Val Meria con moderata pendenza. Dopo circa 500 metri si incontra sulla sinistra (presso una piccola teleferica il cui filo è basso sulla stradina; a destra c’è anche un palo metallico della luce) un buon sentiero che si abbassa nel bosco. Seguirlo in discesa (direzione Est-Nord-Est; qualche segnavia giallo) fino a una costruzione con una chiusa per l’acqua. Proseguire nella stessa direzione sulla condotta dell’acqua fino al torrente Meria. Prima di giungere ad un’altra struttura per la captazione dell’acqua, abbassarsi e traversare il torrente su un vecchio ponticello di ferro (m 380 - 20/25 minuti da Rongio). Risalita la sponda opposta, si incontra subito un bel sentiero pianeggiante; si procede a sinistra e dopo un centinaio di metri si incontra un bivio segnalato: girare a destra e seguire il “Sentiero del fiume” (segnavia 15B) che in breve raggiunge il torrente che dovremo risalire. Superato il bivio per il Sentiero del Tacc si prosegue (traccia evidente, diversi segnavia) guadando molte volte il torrente (facile in condizioni normali). Dopo il bivio per il Sentiero del Venespul ci si tiene a lungo sulla sponda destra (sinistra orografica) alzandosi sul torrente (belle visioni) e superando un breve tratto esposto. Un nuovo guado (m 680 circa al mio altimetro) permette di passare sulla sponda opposta (destra orografica) lungo la quale si arriva (diverse catene per superare alcuni tratti rocciosi) alla base di una bella cascata di 25 metri. Da qui si abbandona il torrente e si supera sulla sinistra (altre catene all’inizio) un ripido pendio boscoso. Dopo un centinaio di metri si arriva sul bel sentiero n. 15 che proviene da Sonvico. Volgendo a destra si arriva all’Alpe di Era (m 850 – ore 1,20/1,30 dal ponticello di ferro). Oltrepassata la chiesetta, si prende verso destra (cartelli indicatori) il sentiero (segnavia n. 15) che sale alle Case di Era (m 888). Da qui andare a sinistra (cartelli); si incontra subito un bivio molto evidente: prendere il sentiero che sale a destra (cartello per il Rifugio Bietti) e raggiungere il bel colle erboso (m 1050 c.a) dell’Alpe Cetra. Presso una baita sul colle (Casel del Pep) lasciare il sentiero n. 15 che sale al Rifugio Bietti e prendere quello (non segnalato) che entra in piano nel bosco. Raggiungere una baita bianca con le persiane rosse. Qui c’è un altro bivio: prendere il sentiero di sinistra che, in leggera salita, raggiunge il fondo della Valle del Quadro (m 1080 c.a – fontanella). Proseguire (cartello indicatore con il n. 18 per la Gardata) passando sul versante opposto e guadagnare quota fino ad un bivio segnalato (m 1120 circa al mio altimetro). Seguire il sentiero che scende (un tratto ripido quasi subito) verso la bella casa della Gardata (m 1040) che si raggiunge traversando, nell’ultimo tratto, un ripido prato e un breve tratto roccioso con catena metallica (ore 1,15 dall’Alpe di Era; ore 3/3,15 da Rongio).  Dalla Gardata, non seguire il sentiero che prosegue in piano, ma quello (evidente) che si abbassa nel prato a Sud della casa e che diventa subito una bella mulattiera. Raggiungere la grotta “La Ferriera” (m 580 c.a) e abbassarsi a destra, sempre per bella mulattiera, fino al Ponte di Ferro sul torrente Meria. Oltrepassato il ponte seguire la stradina che riporta a Rongio (ore 1,20/1,30 dalla Gardata - in totale ore 4,20/4,45).

 

LA GROTTA “La Ferriera” (o Ferrera; detta anche Grotta del Rame o Grotta dell’Acqua Bianca, dal nome della fonte che si trova al suo imbocco). Si tratta di una caverna lunga 175 metri dovuta a fenomeni di carsismo ed è percorsa da un ruscello che si perde nelle fessure del pavimento; il primo ambiente che si incontra proprio dopo l’ampio ingresso è molto vasto ed è alto 30/40 metri; il suo pavimento presenta alcuni grossi massi (alcuni sono molto grandi). La luce che penetra dall’ingresso permette di entrare un po’ in questo ambiente e di ammirarne le proporzioni. Un cartello all’entrata informa che l’ingresso e la percorribilità della grotta sono facili, ma dice anche che il fondo è scivoloso e “costellato di crepacci”. In ogni caso una pila in buona efficienza è il meno che si possa avere con sé se si intende proseguire oltre i primi metri. Mi riprometto di fare una visita alla grotta e di precisare meglio queste informazioni.

 

 
 
 
 
 
 

BIBLIOGRAFIA:

Cartina GRUPPO DELLE GRIGNE, 1:20.000 Touring Club Italiano. A mio avviso è la migliore. Riporta tutto l'itinerario qui proposto, ma il tratto del Sentiero del fiume vero e proprio non è rappresentato esattamente perché non rende conto dei continui passaggi da una sponda all'altra.

   

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