Pizzo Tignolino

(Val d'Ossola - Piemonte)

 

Escursionismo

 

SCHEDA TECNICA

DISLIVELLO: 1300 metri circa

DURATA: 3,30h la salita; 3h la discesa proposta

DIFFICOLTA': E (EE la discesa proposta)

AGGIORNAMENTO RELAZIONE: luglio 2007

 

Tra le montagne che chiudono a Nord-Ovest la Val Grande, il Pizzo Tignolino (m 2246) non è la più alta (questo primato spetta al Monte Togano, m 2301) ma è certamente la più panoramica: dalla sua cima la vista abbraccia tutte le valli dell’Ossola e le grandi cime (a partire dal Monte Rosa) che le coronano; dalla parte opposta possiamo ammirare la Val Grande, con i suoi valloni selvaggi e solitari, e il Lago Maggiore; più in lontananza, verso Est, nelle giornate più limpide si vedono le montagne della Lombardia. La salita e la discesa dalla via normale, partendo dal parcheggio presso l’Alpe Faievo (vedi l’accesso stradale) e passando per il Passo di Basangrana, costituiscono una bella escursione, lunga (1300 metri di dislivello) e remunerativa, ma non difficile (E). Per chi vuole aggiungere qualcosa in più (sia in termini di impegno che di conoscenza dei luoghi) è consigliabile la discesa della cresta Sud (EE) e il lungo rientro attraverso gli alpeggi (Menta e Rina) che si affacciano sulla piana della Val d’Ossola in un ambiente solitario e molto bello.

ACCESSO STRADALE: l’Alpe Faievo si trova nel comune di Trontano. Raggiunta la Val d’Ossola, si percorre la superstrada fino all’uscita di Villadossola o a quella per la Val Vigezzo. Nel primo caso ci si porta a Beura e da qui, raggiunta verso Nord la località Croppo, si sale a Trontano. Uscendo per la Val Vigezzo, poco prima che la strada statale entri nella valle (in località Ronco), si prende a destra una stradina (via Pello) che sale a Trontano. Da qui, per poter salire a Faievo, occorre pagare un permesso giornaliero (3,10 €) presso il Municipio (0324.37021) o presso la Trattoria della Stazione (0324.37049), che si trovano l’uno accanto all’altra in fondo a piazza Paolo Ferraris, la principale del paese. Da piazza Ferraris si prende via Verdi (tra il Municipio e la Trattoria) e la si segue fino a un bivio. Si gira a sinistra in via Cocco e quindi si prende la prima stradina a destra: è una sterrata che in 4 chilometri raggiunge il parcheggio (m 950 c.a) poco sotto le case dell’Alpe Faievo. In realtà si potrebbe proseguire fin quasi all’Alpe Parpinasca, prendendo una strada che si stacca a destra dalla sterrata poco prima del parcheggio: non conosco le condizioni di questa stradina sterrata e quindi faccio partire la mia relazione da Faievo.

SALITA: Dal parcheggio sotto l’Alpe Faievo (m 950 c.a), prendere il largo sentiero che parte accanto al tabellone del Parco; raggiunte le baite di Faievo, il sentiero si stringe e, proseguendo nel bosco, raggiunge (m 1050) la sterrata che sale verso l’Alpe Parpinasca. La si segue per pochi minuti e, prima di un tornante a destra, si prende un sentiero che si stacca a sinistra e traversa nel bosco divenendo presto più largo. Si raggiunge quindi un prato con alcune baite: dietro le prime due si volge a destra e, salendo il ripido prato (traccia poco visibile), dopo aver attraversato un boschetto di betulle, si giunge al Rifugio dell’Alpe Parpinasca (m 1210; ore 0,30) presso cui si trova una bella fontana.

Dietro al rifugio, si traversa il prato (traccia nascosta dall’erba) salendo verso sinistra fino a un rudere presso il quale si ritrova il sentiero e i primi segnali bianco-rossi che ci accompagneranno fino al Passo di Basangrana. Poco più in alto il sentiero traversa a sinistra, guada un torrentello, raggiunge una baita e, più sopra, le belle case dell’Alpe Campo (m 1425; ore 0,40 da Parpinasca), dove si trova un’altra bella fontana.

Il sentiero ora attraversa in piano verso Sud-Est, valica un ruscello e raggiunge un cartello segnalatore che indica, tra le altre mete, anche il Passo di Basangrana; volgere a destra e raggiungere il ripido versante occidentale della Costa dei Bagnoli che si supera grazie a un evidente sentiero con numerosi tornanti. Si esce così sul bellissimo e panoramico dosso erboso della Costa dei Bagnoli, puntellato di rododendri, di qualche sparuto larice e con un paio di polle acquitrinose. Anche qui c’è un cartello indicatore che, però, riporta una quota palesemente sbagliata (ci troviamo infatti tra i 1740 e i 1760 metri di quota e non a 1820 metri, come invece dice il cartello). Si prosegue in piano verso Sud e, quando la costa prende a salire più ripida, la si abbandona per iniziare un lungo traverso verso Sud-Est che, dapprima in piano e poi in leggera salita, porta fin sotto il punto più basso dell’ampia sella del Passo di Basangrana (tra il Monte Togano a sinistra e il Pizzo Tignolino a destra). Con qualche tornante su terreno moderatamente ripido si raggiunge il passo, che si affaccia splendidamente sulla Val Grande (m 2070, ore 1,40 dall’Alpe Campo).

A questo punto non resta che salire la cresta Est del Pizzo Tignolino fino in cima. Non ci sono difficoltà: la cresta ha una pendenza moderata, è larga e, nella prima parte erbosa, è percorsa da una comoda traccia. Il tratto finale, roccioso, si percorre facilmente tenendosi sugli sfasciumi a sinistra del filo, raggiungendo velocemente la vetta (ore 0,30/0,40 minuti dal Passo; ore 3,20/3,30  dal parcheggio di Faievo).

DISCESA: può avvenire senza problemi lungo l’itinerario della salita in circa 2,30 ore. Molto più bello, ma anche più impegnativo è compiere la traversata della montagna, scendendo la cresta Sud del Pizzo fino al Passo dei Tre Uomini e poi divallando nel sottostante fornale.

La cresta Sud del Pizzo Tignolino è all’inizio quasi piana ma stretta ed esposta. Due saltini rocciosi si aggirano a sinistra (il secondo con un passaggio in discesa di pochi metri, non difficile – massimo II grado – ma posto al di sopra di ripidi prati). Più avanti si arriva a una biforcazione della cresta: prendere il ramo di sinistra. Scendere su terreno più facile ma che richiede comunque attenzione perchè sia la cresta che i due versanti sono abbastanza ripidi. Più in basso il percorso diventa facile e senza problemi conduce al Passo dei Tre Uomini, caratterizzato da alcuni curiosi spuntoni rocciosi (m 2053; ore 0,20/0,30 dal Tignolino).

Dal Passo si scende a destra (Ovest) lungo una traccia dapprima su terreno ripido ma facile, poi su pendenze sempre più moderate. A 2000 metri circa, alla base di un evidente sperone roccioso, si incontra un bivio: andare a destra e abbassarsi lungo i prati; più in basso la traccia si sposta a sinistra, attraversa un fastidioso boschetto di ontani (drose) e giunge all’Alpe Menta (m 1766; ore 0,30 dal Passo dei Tre Uomini). Qui si incrocia il sentiero segnalato che proviene da Ragozzale: seguendolo verso destra con qualche saliscendi e lunghi traversi in piano si giunge, dopo aver doppiato un crestone scendente dal Tignolino, le belle case dell’Alpe Rina (m 1720; ore 0,30 dall’Alpe Menta), dove si trova una fonte di acqua freschissima e il bivacco realizzato dagli Alpini di Trontano ristrutturando una delle baite.

Proseguendo lungo il sentiero si compie una nuova lunga traversata pressoché in piano; alla fine, doppiato il costone della Punta Pisoni e superata una breve risalita, si giunge al bel colletto presso l’Alpe Nava (m 1710 circa; ore 0,20 dall’Alpe Rina). Da qui (cartello indicatore) si scende nel bosco verso Nord lungo un bel sentiero sempre segnalato. A 1550 metri si incontra un bivio: voltare a destra e scendere nella faggeta fino alle case dell’Alpe Pieso (fontana). Il cartello indicatore invita ad andare verso destra e a scendere al Rifugio Parpinasca, dove si incontra l’itinerario della salita che si segue a ritroso fino al parcheggio. Dall’Alpe Pieso è possibile invece un percorso più sbrigativo. Dalla fontana si piega decisamente a sinistra e si scende passando sotto una piccola edicola con una Madonnina, poi sotto due grandi massi; oltre il ruscello, tra i larici, si ritrova un buon sentiero che scende nel bosco. Lo si segue fino ad incrociare la strada che conduce da Faievo a Parpinasca; la si attraversa e, presso un ometto, si ritrova la traccia che scende ancora nel bosco fino ad incrociare il sentiero percorso all’andata per raggiungere Parpinasca. Volgendo a sinistra si raggiunge la strada; la si segue per pochi minuti e si prende a destra il sentierino che scende alle case dell’Alpe Faievo e quindi al parcheggio (m 950 circa; ore 1,10 dall’Alpe Rina; 3 ore circa dal Pizzo Tignolino).

 

NOTA: nella discesa dal Passo dei Tre Uomini è possibile evitare di traversare fino all’Alpe Menta, raggiungendo direttamente il sentiero a destra (Nord) del solco incassato del torrente. Dal Passo dei Tre Uomini abbassarsi fino a circa 1930 metri di quota, dove appare evidente che il vallone va a formare una sorta di “imbuto” da cui si origina il solco netto e profondo del torrente. Spostarsi allora verso destra e, cercando il percorso migliore tra le macchie dei rododendri (c’è una vaghissima traccia), scendere verso il margine orientale di una pietraia chiara (ben rappresentata sulla carta svizzera 1:50.000 indicata nella bibliografia). Senza entrare nella pietraia, si arriva a quota 1780 m, dove si incontra il sentiero segnalato, proveniente dall’Alpe Menta, nel punto in cui, dopo aver superato il solco del torrente, inizia a traversare in piano (verso Ovest) la pietraia stessa.

 
 
 
 
 
 
 

 

BIBLIOGRAFIA:

Paolo Crosa Lenz, VAL GRANDE - ESCURSIONI STORIA NATURA, Ed. Grossi, 1996

Teresio Valsesia, VALGRANDE ULTIMO PARADISO, Ed Alberti, 1985 (1a edizione); 2006 (5a edizione)

PARCO NAZIONALE DELLA VALGRANDE, cartina 1:30.000, Edizione "Cartine Zanetti", 2005 (2a ed.)

Carta nazionale della Svizzera, foglio 285, DOMODOSSOLA

 

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