La chiesa di San Giorgio a Mandello del Lario

 

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La piccola chiesa di San Giorgio a Mandello vista dal Sentiero del Viandante arrivando da Abbadia Lariana. Questo edificio religioso (a mio parere una vera e propria perla d'arte) è uno dei più interessanti tra quelli che si incontrano lungo il percorso. La possibilità di visitarlo è però limitata ai mesi estivi, quando viene aperta alla domenica mattina (per informazioni consultare il sito della Pro loco di Mandello del Lario: "prolocomandello.it"). Mi risulta anche che sia possibile chiedere le chiavi alla casa sopra la chiesa, ma anche per questo è meglio informarsi presso la Pro loco.
   
La chiesa di San Giorgio ha origini molto antiche e risale molto probabilmente all'Alto Medioevo, ma la sua attuale struttura a capanna, con le capriate lignee a vista, le murature e le finestre a monofora, appartiene al XIII secolo. Invece l'arco trionfale a ogiva e il presbiterio con la volta a costoloni che caratterizzano l'interno sono stati realizzati nei primi decenni del Quattrocento. Si tratta di una struttura architettonica semplice, riscontrabile anche in altre chiesette medievali della riviera del lago.
   
Visione generale dell'interno della chiesa, con l'ampio ciclo di affreschi che la rende particolarmente interessante. Le pitture coprono gran parte delle pareti, l'arco trionfale e il fondo del presbiterio. Il ciclo, di concezione rigorosamente unitaria, risale alla cultura dell'Osservanza promossa da San Bernardino. La concezione rappresentata si basa sull'idea che, nel giorno del giudizio, saremo valutati sulla base delle opere compiute e in particolare della carità (elemento assolutamente centrale nel messaggio cristiano).
   
Al vertice dell'arco trionfale è rappresentato Cristo giudice circondato dagli angeli e affiancato dai profeti Ezechiele e Isaia. A destra e a sinistra si vedono le nove schiere angeliche raggruppate in sei terne. Subito sotto, da entrambe le parti, si trovano due gruppi di patriarchi (tre e tre). Nella fascia più bassa sono rappresentati due gruppi di tre santi: a sinistra (dalla parte delle donne) Santa Brigida, la Vergine col Bambino e Sant'Agata; a destra (dalla parte degli uomini) San Biagio, San Bernardino e San Michele Arcangelo.
   
Sulla parete destra è rappresentato l'Inferno. In alto a sinistra si vedono i sette vizi capitali. Sotto, a sinistra, si vede la porta dell'Inferno con un mostruoso diavolo a far da custode. Al centro, un po' rovinata, è la figura del re dell'Inferno e si vedono anche i dannati che subiscono le pene cui sono condannati secondo la regola del contrappasso dantesco. Tutta la parte destra dell'affresco è caratterizzata da un originale albero secco sui cui rami è infilzata una miriade di peccatori.
   
I sette vizi capitali compaiono incatenati davanti a Minosse (custode e giudice dell'Inferno nel racconto della Divina Commedia di Dante). Essi sono rappresentati nell'ordine seguente (da sinistra a destra): avarizia (avaricia), invidia, accidia (acidia), ira, gola (gula) lussuria (luxuria), superbia (supbia). Nell'affresco i nomi sono perfettamente leggibili lungo il cartiglio che, pudicamente, copre le loro parti intime (in corsivo, tra parentesi, ho indicato il termine con cui sono nominati effettivamente).
   
Un particolare dell'albero dei dannati. Piccoli cartigli indicano le categorie sociali (dalle più umili alle più elevate) cui i dannati appartengono. Il ciclo di affreschi viene fatto risalire agli anni 1475-1485 e sarebbe opera di maestri piemontesi dell'area di Mondovì che però fanno riferimento ad esperienze lombarde. Sulla parete di fondo del presbiterio è affrescata invece una Crocifissione stilisticamente diversa, forse opera di un pittore locale. Altri affreschi (la Vergine, alcuni santi e il peccato originale) sono presenti sulla parete sinistra della chiesa, quella dove si trova il Paradiso.
   
La parete sinistra presenta una scenda molto articolata. In alto a sinistra si vedono i beati del Paradiso, disposte in lunghe fasce orizzontali; sotto di loro, a sinistra della porta, si vedono le anime del Limbo. A destra della porta sono rappresentate la risurrezione dei morti e l'entrata in Paradiso dei beati, accolti da San Pietro (in abiti papali) e San Paolo (con la spada in mano). Sulla destra dell'affresco, in alto, si vede la Madonna circondata dagli angeli che contempla le sette opere di misericordia, attraverso cui si manifesta la virtù teologale della carità.
   
Le sette opere di misericordia corporale (dall'alto in basso e da sinistra a destra):dar da mangiare agli affamati, dar da bere agli assetati, vestire gli ignudi, visitare gli ammalati, alloggiare i pellegrini, visitare i carcerati, seppellire i morti. Sotto la finestra si vede bene San Paolo (con la spada) che accoglie i beati davanti alla porta del Paradiso. A sinistra dei riquadri delle opere di misericordie è ben visibile la Madonna circondata dagli angeli. In primo piano, sulla destra, si vedono i busti dei profeti che decorano la parte interna dell'arco trionfale.
   
Particolare dei riquadri rappresentanti le sette opere di misericordia (dall'alto in basso e da sinistra a destra): vestire gli ignudi, visitare gli ammalati, alloggiare i pellegrini, visitare i carcerati. In questi riquadri, le opere di misericordia sono rappresentate con deliziosa vivacità ed efficacia. Ogni opera è compiuta da un angelo.
   

NOTA: Ho ricavato queste notizie dalla guida di Albano Marcarini (IL SENTIERO DEL VIANDANTE, Lyasis edizioni, 2005), ma soprattutto dal pieghevole LA FEDE DIPINTA (a cura dell'Associazione Bovara Lecco), disponibile presso la stessa chiesetta di San Giorgio o l'Ufficio della Pro loco di Mandello.

 

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