Il Santuario di Gallivaggio

 

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Il Santuario dell’Apparizione di Maria Vergine a Gallivaggio (790 m circa) sorge nel luogo in cui, secondo la tradizione, il 10 ottobre 1492 la Madonna apparve a due bambine che si erano recate sul posto per raccogliere castagne. Alle fanciulle, la Vergine chiese di annunciare la necessità della conversione dei peccatori per evitare la punizione del Signore Gesù, disgustato dalla condotta degli uomini. Ella avrebbe continuato a intercedere presso il Figlio, ma gli uomini avrebbero dovuto fare la loro parte per dare più forza alle sue suppliche (a Gallivaggio la Madonna è adorata come Madre della Misericordia).

 

Sul luogo dell’apparizione fu subito costruita una cappella di legno e vent’anni più tardi ne fu eretta una in muratura; infine, tra il 1598 e il 1603, fu costruito il santuario attuale, consacrato nel 1615. Il campanile, che con i suoi 52 metri di altezza è il più alto della Valchiavenna, risale invece al 1731.

 

La struttura della chiesa è semplice e così pure quella della facciata, sulla quale si aprono quattro finestre e tre portali in granito locale. L’affresco che appare al centro, nella parte alta, rappresenta l’apparizione della Madonna alle due bambine. L’interno della chiesa è a tre navate con volte a crociera sostenute da colonne di granito. L’altare maggiore, barocco, risale alla metà del Settecento ed è sormontato da una nicchia contenente un gruppo di statue lignee dipinte (del 1631) rappresentanti la scena dell’apparizione. Gli affreschi del presbiterio e delle due cappelle laterali sono stati eseguiti nel 1605 da Domenico Caresana, originario di Cureglia, nel Canton Ticino: raffigurano episodi della vita di Maria. Gli affreschi che decorano le volte delle tre navate sono invece molto più recenti: sono stati eseguiti nel 1884 da Luigi Tagliaferri di Pagnona (Valvarrone/Lecco). Addossato alla controfacciata, infine, c’è l’organo donato nel 1673 dai valligiani emigrati a Palermo.

 

Il santuario si trova sul versante della valle opposto a quello dove passa il sentiero della Via Spluga. Per raggiungerlo occorre fare una breve deviazione (segnalata). Ne vale sicuramente la pena. Il santuario è aperto tutti i giorni dalle ore 7,30 alle ore 19,00. Presso il santuario si trovano anche un posto di ristoro (bar/ristorante) e un'area di sosta (acqua e servizi igienici).

 

Nella foto a sinistra vediamo il santuario come appare percorrendo la Via Spluga e precisamente dalla cappella di Sant'Antonio presso le case abbandonate di Vallesegna. Su tutto svetta l'alto campanile staccato dalla chiesa (visibile tra gli alberi sulla sinistra) e costruito nel 1731.

Nella foto a destra si osserva l'edificio del santuario con la semplice facciata a capanna nella quale si aprono i tre portali di granito. Quello centrale è sormontato da un gruppo marmoreo (di modesta fattura) che riproduce la scena dell'apparizione della Vergine alle due fanciulle, scena che è rappresentata anche nell'affresco posto al centro nella parte alta della facciata (vedi la foto a destra).

Due immagini dell'interno. A sinistra si vedono la navata centrale e il presbiterio riccamente affrescato. Al centro spicca l'altare barocco sopra il quale si trova la nicchia con le statue lignee che riproducono ancora una volta la scena dell'apparizione. Nell'altra foto vediamo invece la navata destra. Appeso al muro si può notare il quadro con Crocifisso e santi di Cesare Ligari (1739).

In queste due foto possiamo osservare due particolari della decorazione interna del santuario. A destra uno degli affreschi eseguiti nel 1605 da Domenico Caresana nel presbiterio: la Natività di Gesù (sulla parete opposta si trova l'Adorazione dei Magi). Nell'altra foto si ammira il crocifisso appeso all'arco che precede il presbiterio, al termine della navata centrale.

Intorno al santuario si trovano diversi altri edifici. Alcuni sono dedicati ai pellegrini e alla vita religiosa legata al santuario, meta di numerosi pellegrinaggi, specie in coincidenza con la data dell'apparizione. Poco più in basso rispetto al santuario, sulla strada dello Spluga, si trova invece la vecchia Osteria di Gallivaggio che ancora oggi può offrire l'occasione di una sosta ristoratrice per viandanti e pellegrini.

NOTA. Le informazioni contenute in questa pagina sono state ricavate dall'opuscolo in distribuzione presso il santuario (offerta libera) e dalla guida rossa del Touring Club Italiano dedicata alla Lombardia.

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