Cima Verosso

(Val Bognanco - Ossola/Piemonte)

 

Escursionismo

 

SCHEDA TECNICA

DISLIVELLO: 815 m

DURATA: 2,30 ore (salita); 1,40 ore (discesa)

DIFFICOLTA': E

AGGIORNAMENTO RELAZIONE: ottobre 2003

 

Bognanco: il nome non mi era sconosciuto. Lo associavo a quello di un’acqua minerale, ma non sapevo dove si trovasse quel posto e nemmeno avevo mai cercato di capirlo. Poi, l’anno scorso (2002), quel nome mi si è riproposto in ben due occasioni e ogni volta associato all’idea di una bella gita in montagna. La prima volta fu al termine della lunga traversata dall’Alpe Pozzolo all’Alpe Ragozzale: eravamo giunti a Trontano e dovevamo tornare a Beura, dove avevamo lasciato la macchina. In mancanza di altri mezzi di trasporto, mi affidai all’autostop, lasciando il mio compagno un po’ incredulo ad attendermi poco fuori del paese. Non si fermava nessuno: quel tipo non più giovane, con l’aria disordinata e gli scarponi ai piedi, non convinceva nessuno. Finalmente si fermò un generoso abitante dei luoghi; si interessò alla mia gita e mi parlò della sua valle: la Val Bognanco appunto: “Ci sono gite molto belle, venga a trovarci qualche volta”. Un mese dopo ero in cima al Monte Lariè con gli amici del Gruppo Escursionisti della Val Grande: furono alcuni di loro a indicarmi un po’ di mete tra i monti che ci stavano davanti, proprio alla testata della Val Bognanco. E lì decisi che una capatina da quelle parti dovevo farla. Ho incominciato a consultare le carte e la guida del CAI, facendo qualche progetto. Poi ci si è messo di mezzo il ginocchio destro e ho dovuto farmi operare il menisco. Dopo alcuni mesi di sosta forzata e un po’ di convalescenza sui monti di casa (tra Erba e Lecco, per intenderci), avevo finalmente deciso che era giunto il momento per un’escursione un po’ più lunga e la Val Bognanco è saltata fuori a proposito con questa bella gita ad anello caratterizzata da un dislivello contenuto.

La salita alla Cima Verosso (m 2443) è la gita più breve tra quelle presentate in questo sito, ma non per questo mi pare meno degna di comparirvi. Il panorama che si gode dalla vetta è di grande bellezza: ad ovest lo sguardo è immediatamente attirato dal trittico dei quattromila del Sempione: Weissmies, Lagginhorn, Fletschhorn; a nord, oltre il profilo delle montagne più vicine, si ammira la distesa glaciale del Monte Leone; a sud-est svetta la mole del Pizzo d’Andolla e, più lontano, un po' defilato, appare il Monte Rosa, di cui si distinguono le quattro cime. Verso est le montagne della Val Grande, della Val Strona, della Val Vigezzo si stendono come una corona a chiudere il cerchio verso la pianura. In autunno, il giallo squillante dei larici aggiunge una nota di colore particolarmente suggestiva.

Il percorso proposto, privo di difficoltà, è ad anello: la salita si svolge lungo il crestone orientale della Cima Verosso, la discesa lungo la dorsale nord fino alla Bocchetta di Gattascosa dalla quale, passando per l’omonimo rifugio e per il vicino lago di Ragozza, si rientra la punto di partenza, presso la chiesetta di San Bernardo, raggiungibile da Bognanco lungo una comoda stradina asfaltata.

Da Domodossola, seguendo le indicazioni, si entra in Val Bognanco e si raggiunge Bognanco Terme; da qui si prosegue con diversi tornanti fino a San Lorenzo di Bognanco (m 980), in bella posizione aperta sulla valle. La strada asfaltata prosegue per altri 8 km e raggiunge la chiesetta di San Bernardo (m 1628), posta su un’ampia sella coperta di larici da cui si entra nel vallone che culmina con il Passo di Monscera. Oltre la chiesetta la strada procede sterrata e conduce, dopo duecento metri, ad un ampio parcheggio.

Si attraversa l’ampio piazzale del parcheggio e, volgendo a destra, si inizia a salire lungo la cresta boscosa (all'inizio il sentiero non è molto evidente e manca un cartello indicatore, che invece si trova all’inizio del piazzale), raggiungendo in pochi minuti una presa dell’acqua in cemento armato (primo segnavia giallo-rosso). Oltre la piccola costruzione il sentiero si fa evidente e, anche se le segnalazioni sono poche e un po' scolorite, si segue facilmente. La salita non pone problemi di orientamento perché si svolge tutta lungo il crestone orientale della montagna, bello e panoramico. A 1930 metri il sentiero passa sulla sinistra della cresta e riguadagna il filo, ormai privo di alberi, a 2020 m. Più in alto si giunge ad una larga sella pianeggiante (m 2200 c.a). La cresta è ora molto larga: tenendosi verso il bordo destro (tracce di sentiero tra erba e solidi ghiaioni; ometti e segnavia giallo-rossi), si raggiunge la quota 2361, culmine della Costa del Dente, che sale da sinistra (e che nell’ultimo tratto può essere salita con percorso facile su alcuni solidi roccioni). Da qui alla cima si segue il filo di cresta, ora più stretto e ben definito. Il primo tratto è pressoché pianeggiante: all’inizio si procede su blocchi rocciosi facilissimi, poi ci si tiene a sinistra del filo (tracce di sentiero), sul ripido fianco erboso della cresta (si può anche stare sul filo, ma occorre superare qualche facile passo di arrampicata). Un’ultima impennata su detriti saldi e qualche macchia erbosa conduce alla panoramica vetta, caratterizzata da due grossi ometti di pietre e da una piccola croce (ore 2,30).

Discesa; verso nord-ovest ci si porta sulla quota 2407 dalla quale ci si abbassa lungo la dorsale nord: ometti, segnavia giallo-rossi, tracce di sentiero sulle macchie d’era e detriti conducono alla vicina Bocchetta di Gattascosa (m 2158 - ore 0,35). Piegando a destra si scende il valloncello sottostante tenendosi sulla sinistra. Ben presto il sentiero scavalca la costola che lo delimita a sinistra e si raggiunge il Rifugio Gattascosa (m 1993 - ore 0,15; il rifugio, oltre che durante il periodo estivo, è aperto anche nei fine settimana del resto dell’anno; per informazioni: 0324.44804). Da qui (cartelli indicatori) si prende verso destra un buon sentiero segnalato (segnavia bianco-rossi) che conduce dapprima al bel laghetto di Ragozza (m 1958) e poi, passando anche attraverso il piano acquitrinoso dell’Alpe Ridorosso (m 1890), a San Bernardo (ore 0,50).

 

BIBLIOGRAFIA:

Renato Armelloni, ANDOLLA - SEMPIONE, CAI/TCI (Guida dei Monti d'Italia), 1991

Cartina: DOMODOSSOLA, 1:50.000, Kompass, foglio 89

 

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