Anello del Bitto - Terza tappa

 

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A sinistra: il Pizzo di Trona (2510 m) e il Pizzo dei Tre Signori (2554 m; a destra, più basso per via della prospettiva) dominano la primissima parte dell'itinerario. Nella foto si vede la stradina sterrata che conduce all'Alpe Trona Vaga, che si trova sul prato triangolare proprio sotto la macchia d'ombra sulla sinistra della foto. A destra: la prima parte dell'itinerario vista dai pressi della diga del Lago di Trona. La cima più alta, a sinistra, è la quota 2299 m; alla sua destra si scorge il Pizzo Mellasc (2463 m) e, all'estrema destra della foto, il Piazzo (2262 m), sotto il quale si trova il Rifugio Trona Soliva. Nella parte bassa della foto, sopra gli alberi in primo piano, si nota la barriera di rocce ed erba traversata dal sentiero.

A sinistra: la diga e il Lago di Trona visti dal bivio a quota 1826 m. Percorso il muraglione della diga, si sale in diagonale verso destra verso il poggio coperto di larici. Sullo sfondo appare il Monte Disgrazia, la cui vista ci accompagna per quasi tutta la tappa. A destra: il Pizzo di Trona e, alla sua destra, i Dentini di Trona visti dal poggio della foto precedente.

A sinistra: vista sul gruppo del Pizzo Badile/Pizzo Cengalo e sul Monte Disgrazia dall'inizio del lungo traverso che porta al Pich. A destra: il bel sentiero del traverso e il dosso del Pich (1855 m) sullo sfondo del Monte Disgrazia (3678 m).

Due immagini riprese dalla sella erbosa del Pich. A sinistra vediamo la piccola baita e il Monte Disgrazia; a destra vediamo invece la conca dove si trova il Lago di Pescegallo (si vede la diga). Proprio sulla verticale del margine destro della diga si apre lo stretto intaglio del Forcellino (2050 m c.a), punto più alto toccato nel corso di tutto l'anello. Alla sua destra vediamo il Pizzo della Nebbia (2243 m), il Monte Ponteranica (2378 m; la punta più alta) e il Monte Valletto (2370 m).

Ed eccoci entrati in Val Tronella. A sinistra vediamo la valle dominata da due delle più belle strutture rocciose di queste montagne: i Denti della Vecchia (2125 m; a sinistra), su cui corrono numerose vie di arrampicata, e il Dente di Mezzaluna (2300 m c.a; a destra), dove pure salgono alcune vie di arrampicata. A destra: il fondo della Val Tronella dominato dall'ampia parete del Pizzo Tronella (2311), alla cui destra si intravede la sella erbosa del Pich.

A sinistra: ancora la Val Tronella con, in basso, la piccola diga della Sorgente Tronella. Nella foto a destra vediamo il Rifugio Salmurano (1855 m), che può costituire un buon punto di sosta prima di affrontare l'ultima parte della tappa.

A sinistra: mungitura meccanica nei pressi del Rifugio Salmurano. Nella foto a destra vediamo invece un calècc, la tipica struttura nella quale si svolge il processo di caseificazione. Si tratta di strutture con una tradizione millenaria: fungono da baita per la caseificazione in alpeggio e servono per poter lavorare il latte senza doverlo trasportare lontano (in questo modo si evita che il suo calore naturale si disperda). Quando le mandrie scendono a valle, viene smontato il telone e restano solo la struttura di pietra e i pali di legno.

A sinistra: il Lago di Pescegallo con la casa dei custodi e la diga, sullo sfondo del Pizzo Tronella e del Pizzo Mellasc. A destra vediamo il sentiero che scende dal Forcellino in Val Bomino (una laterale della Val Gerola) e raggiunge il Passo di Verrobbio. Il Forcellino è lo stretto intaglio che si vede in alto a sinistra.

A sinistra: il Passo di Verrobbio con le trincee della Linea Cadorna. A destra: postazioni per cannoni nelle immediate vicinanze del passo. "Linea Cadorna" è il nome con cui è normalmente conosciuto il Sistema difensivo italiano alla Frontiera Nord. Si tratta di un complesso di opere posto a difesa della Pianura Padana: inizia nella Valle del Toce e arriva fino al Passo dell'Aprica. Il sistema fu progettato e realizzato tra il 1899 e il 1918 con lo scopo dichiarato di proteggere il territorio italiano da un possibile attacco proveniente da Nord attraverso la Svizzera.

Nella foto a sinistra: il Monte Ponteranica e il Passo di Verrobbio (2026 m) visti dalle vicinanze dal Rifugio Ca' San Marco. Il sentiero si abbassa nel vallone per passare sotto alle evidenti bastionate rocciose ai piedi del Monte Verrobbio, in parte visibile sulla destra della foto. A destra: il Rifugio Ca' San Marco. L'edificio ha una lungastoria: fu realizzato nel 1593 come casa cantoniera lungo la strada (la "Via Priula") che collegava Bergamo alla Valtellina e alle regioni a Nord delle Alpi. Continuò a svolgere questa funzione finché Venezia mantenne il suo dominio su Bergamo (fino alla fine del Settecento); poi venne dismessa e abbandonata dai francesi e rimase in questo stato fino al 1954, quando venne ristrutturato e adibito a rifugio. Fino a qualche anno fa offriva anche alloggio, ma ora funziona solo come bar e ristorante.

IL LAGO ZANCONE

Queste quattro immagini mostrano il Lago Zancone (1857 m), meta della variante proposta nella relazione. In Val Gerola ci sono diversi laghi: tre sono bacini artificiali (Il Lago dell'Inferno, il Lago di Trona e il Lago di Pescegallo), altri, più piccoli, sono bacini naturali, tutti molto belli (il Lago Culino, il Lago Zancone, il Lago Rotondo e il Lago PIazzotti). Il Lago Zancone, limpidissimo, è il più vicino al tracciato dell'itinerario proposto. Nella relazione ho fornito tutte le indicazioni necessarie per raggiungerlo. Ognuno potrà quindi valutare se affrontare la variante per vederlo.

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