Corno Birone - Sentiero "Lucio Vassena" (2)

 

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In questa foto, scattata dal Monte Rai (1259 m), si vede in primo piano la cresta che collega questa cima al Corno Birone. Sopra il Corno Birone si osserva invece il Monte Barro (922 m); in alto, contro il cielo, si notano il Resegone (1875 m), a sinistra, e la giogaia dell'Albenza (Valcava), a destra. L'itinerario proposto per la discesa raggiunge la cresta del Monte Rai a quota 1200 m c.a (punto non visibile nella foto). Da qui si può scegliere: o ci si abbassa direttamente in Val Molinata o si sale alla panoramica cima del Monte Rai per poi scendere nella stessa valle passando per la Bocchetta di San Miro (1184 m).
   
La cima del Monte Rai è molto panoramica. Qui l'obiettivo è puntato verso Nord-Nord-Est. In primo piano si vede la distesa erbosa della cima; in secondo si osservano le curiose formazioni geologiche del Monte Prasanto (1244 m). In terzo piano, da sinistra, si vedono i Corni di Canzo occidentale (1373 m), centrale (1371 m) e orientale (1232 m), la cui cima si confonde con l'inizio della cresta del Monte Moregallo (1276 m). Contro il cielo, a sinistra si vedono le montagne della Costiera dei Muncech; a destra dei Corni di Canzo svettano la Grigna settentrionale (Grignone, 2410 m) e meridionale (Grignetta, 2177 m). All'estrema destra della foto si vede il Pizzo dei Tre Signori (2553 m).
   
Scendendo in Val Molinata si incontrano quasi subito i prati di Bevesco con la baita della Ca' Rotta (1091 m), presso la quale si trova  una piccola sorgente. Contro il cielo si vedono, da sinistra, il Monte Coltignone (1473 m), lo Zuccone Campelli (2174 m; innevato), il Monte Due Mani (1657 m), la zona dei Piani di Artavaggio con le sue cime innevate (ma non distinguibili) e il Resegone (1875), che però è visibile solo parzialmente.
   
La baita della Ca' Rotta (1091 m) a Bevesco. In questo punto arrivano entrambe le alternative proposte per la discesa, sia quella che si abbassa direttamente in Val Molinata dalla quota 1200 m sulla cresta Nord-Est del Monte Rai, sia quella che passa dalla cima del Monte Rai e dalla Bocchetta di San Miro.
   
Sul fondo della Val Molinata, a 620 m circa di quota, si trova questa interessante località, chiamata "Taja Sass" (taglio dei sassi). Qui, tra la fine dell'Ottocento e i primi decenni del Novecento, era stata allestita una postazione per il taglio dei grandi massi di serpentino che poi venivano trasportati a Valmadrera passando per San Tomaso. Per visitare il "Taja Sass" (con la vicina fornace) basta fare una breve deviazione (500 metri tra andata e ritorno) poco prima di raggiungere San Tomaso. Ne vale assolutamente la pena (il cartello visibile nella foto fornisce tutte le informazioni necessarie per comprendere questo piccolo brano della nostra storia).
   
Il bellissimo balcone erboso di San Tomaso si trova poco sopra Valmadrera in una posizione molto panoramica (qui si vedono il Monte Due Mani a sinistra e il Resegone a destra). Con la sua chiesetta, il ristoro gestito dall'Organizzazione Sportiva Alpinisti di Valmadrera, un agriturismo e il Museo dell'Agricoltura (aperto però solo due domeniche al mese), la località è una meta molto frequentata, specialmente nei giorni festivi. La chiesetta è l'edificio isolato che, nella foto, appare più in alto rispetto agli altri.
   
In questa foto e in quella successiva vediamo due immagini del torrente Inferno con le sue "vasche". Nella relazione viene proposto di percorrere solo una parte del sentiero che segue il corso del torrente. In realtà il "Sentiero delle vasche" è un sentiero più lungo e molto interessante, che parte dalla frazione Ceppo di Valmadrera e termina al "Taja Sass". Può sicuramente costituire la meta di un'escursione breve ma suggestiva, fine a se stessa oppure prolungata seguendo uno dei tanti itinerari che percorrono le montagne che si alzano alle spalle di Valmadrera.
   
Il "Sentiero delle vasche" non presenta eccessive difficoltà, ma è comunque un sentiero per escursionisti esperti. Ci sono alcuni brevi passaggi rocciosi e alcuni punti attrezzati con catene. Il tratto che si segue percorrendo l'itinerario proposto nella relazione non è il più impegnativo, ma sicuramente permette di osservare alcuni dei punti più belli del "Sentiero delle vasche", come quelli qui illustrati e, soprattutto, la cascata del Vascun, molto alta e incassata in un antro di notevole suggestione (la si incontra  appena scesi sul letto del torrente provenendo da San Tomaso).
   

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