Il Santuario di Oropa

 

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Il Santuario di Oropa (1180 m) è il più importante santuario mariano delle Alpi e uno dei più antichi santuari mariani dell’Occidente. E’ una costruzione articolata e imponente, costituita da tre piazzali intorno ai quali sorgono grandi edifici; un quarto piazzale, dedicato a Santo Stefano e recentemente risistemato, precede la Chiesa Nuova. Un vasto prato quadrangolare (il Prato Grande o Prato delle Oche) si trova davanti all’intero complesso monumentale: non si tratta di un piano erboso naturale: fu realizzato a metà del Settecento quando venne spianato il colle di San Francesco per aprire verso valle la scenografia del santuario. Alla progettazione di quest’ultimo hanno collaborato i maggiori architetti sabaudi: tra questi, Pietro Arduzzi (morto nel 1688), Francesco Gallo (1672/1750), Filippo Juvarra (1676/1736) e Ignazio Amedeo Galletti (1726/1792).

 

Nel santuario è venerata una celebre scultura lignea della Madonna Nera che una tradizione vorrebbe opera dell’evangelista Luca; si tratta invece di un’opera ben più tarda, realizzata probabilmente da uno scultore valdostano nel XIII secolo. La scultura, alta 132 cm, è in legno di cirmolo e rappresenta la Madonna con in braccio Gesù che con la mano destra benedice e nella sinistra tiene un uccellino, simbolo della Passione.

 

Secondo la tradizione, la statua fu trovata nel 369 d.C. da S. Eusebio, primo vescovo di Vercelli, sotto le macerie di Gerusalemme e quindi nascosta nella nicchia di un masso erratico vicino al quale sorse in seguito la Cappella del Roc, ancora oggi esistente (si trova poche decine di metri dietro la Chiesa Nuova, in direzione Nord). In seguito la statua sarebbe stata collocata dentro un sacello* (risalente probabilmente al IX secolo) nei pressi di un altro masso erratico ancora oggi visibile sul lato nord della Basilica di Oropa (o Basilica Antica).

 

Sui documenti storici, la Chiesa di Santa Maria di Oropa (il sacello che ancora oggi costituisce la statua della Vergine e che è inglobato nella Basilica) è nominata per la prima volta nel 1207. Una nuova chiesa fu consacrata nel 1295 e contemporaneamente furono costruite le celle per gli eremiti: nasceva così il primo nucleo di quello che sarebbe diventato il grandioso ospizio che sorge intorno alla chiesa.

 

L’attuale Basilica di Oropa (o Basilica Antica) fu costruita nei primi decenni del Seicento. Intanto proseguivano i lavori per realizzare e ampliare il poderoso complesso di edifici (completati tra Settecento e Ottocento) che oggi costituisce il santuario. A Nord-Ovest di esso, tra il 1885 e il 1960, fu innalzata l’imponente Chiesa Nuova. Tra il 1624 e il 1724, sul dosso boscoso a Sud-Ovest del santuario, vennero costruite le dodici cappelle del Sacro Monte dedicato alla vita della Vergine Maria. Infine, a partire dal 1871, fu costruito, nei pressi del Sacro Monte, il Cimitero monumentale.

 

* Sacello = piccola chiesa o cappella destinata a un uso o a un culto particolare

 

NOTA: le notizie riportate in questa pagina sono state ricavate, oltre che dai deplint in distribuzione presso il santuario, dal sito ufficiale dello stesso santuario e dalla Guida Rossa del Touring Club Italiano, PIEMONTE, 2005, pp. 612-616

 

I primi due piazzali e la porta regia

   

Varcata la cancellata d'ingresso, ci si trova nel primo piazzale dal quale una rampa porta nel più vasto secondo piazzale, dominato dalla Porta Regia. In questa foto si vedono, in primo piano, uno scorcio del primo piazzale, quindi la rampa di accesso al secondo piazzale, e infine la Porta Regia, incastonata negli edifici che circondano il terzo piazzale, detto Piazzale Sacro. Lo sfondo dell'immagine è dominato dal Monte Tovo, meta della gita proposta nella relazione. E' evidente la posizione panoramica che questa montagna ha verso il santuario.

 

   

In questa immagine vediamo un particolare della balaustra dello scalone monumentale che permette di salire dal secondo piazzale alla Porta Regia e al Piazzale Sacro.

L'edificio visibile dietro la balaustra è uno di quelli che chiudono il secondo piazzale. Gli edifici del primo e del secondo piazzale ospitano i servizi "turistici" presenti nel grande complesso: bar, ristoranti, l'ufficio postale, vari negozi che vendono oggetti religiosi, souvenir, specialità biellesi, tabacchi. Qui si trova anche l'ufficio informazioni che, tra l'altro, vende pubblicazioni sul santuario e sulla zona circostante.

   

Anche questa immagine si riferisce alla balaustra dello scalone che conduce alla Porta Regia.

Il progetto dello scalone, la cui costruzione risale alla seconda metà del Settecento, è dell'architetto Francesco Gallo (1672/1750).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   

La foto mostra un particolare della Porta Regia, chiamata così perché voluta dal principe Maurizio, figlio del duca Carlo Emanuele I di Savoia. Il progetto della porta (realizzata tra il 1653 e il 1770) reca la firma di due grandi architetti: Pietro Arduzzi, che disegnò l'ordine inferiore, e Filippo Juvarra, che disegnò quello superiore (nella foto).

Nell'edifico in cui è inserita la porta si trovano una parte della galleria degli ex-voto e il Padiglione reale, comprendente il Museo dei Tesori e l'Appartamento reale.

 

 

   

Il terzo piazzale, la Basilica Antica e la Chiesa Nuova

   

Il terzo piazzale, detto anche Piazzale Sacro o Chiostro Grande, realizzato nel XVII secolo su progetto originario di Pietro Arduzzi, racchiude il cuore religioso del santuario. In primo piano si delinea il profilo scuro del Burnell: si tratta di una fontana realizzata nel 1665 la cui vasca superiore fu donata dalla principessa Claudia di Savoia. Sulla destra si vede invece la Basilica Antica, che custodisce la statua della Madonna Nera. Sullo sfondo, oltre gli ultimi edifici del santiuario, si alza l'imponente edificio della Chiesa Nuova, con la sua grande cupola.

 

   

La Basilica di Oropa (detta anche Basilica Antica) fu costruita tra il 1600 e il 1637 al posto della chiesetta preesistente (consacrata nel 1294). L'interno è a tre nevate e conserva le colonne dell'antica chiesa. Sotto la cupola ottagonale si trova l'antico sacello (il Sacello eusebiano, IX secolo) che custodisce la statua della Madonna. Da segnalare sono gli affreschi che ornano il sacello (prima metà del XIV sec.), l'Ultima Cena di Bartolomeo Lanino e gli affreschi dell'abside (sec. XV-XVI), staccati dal priorato di San Bartolomeo e dalla cella di S. Paolo della Burcina.

   

Il portale centrale della Basilica di Oropa è in serizzo verde scuro e pietra bianca. Lo stemma che lo sormonta è di Carlo Emanuele I, duca di Savoia (1562-1630).

I legami dei Savoia con il santuario di Oropa sono sempre stati forti. Tra le altre cose, lo testimoniano, oltre a questo portale, la Porta Regia, l'appartamento reale (quello attuale risale alla prima metà del XVIII secolo) e la partecipazione dei principali architetti sabaudi alla progettazione e alla realizzazione del santuario.

 

 

   

Il piazzale di Santo Stefano e la Chiesa Nuova. L'imponente edificio, dominato da una grande cupola, è stato l'ultimo ad essere realizzato ad Oropa. Alla sua progettazione concorsero molti architetti (tra gli altri: Francesco Gallo, Bernardo A. Vittone, Luigi Canina, Ignazio A. Galletti e Alessandro Antonelli). I lavori iniziarono nel 1885 sulla base del progetto del Galletti, che era stato presentato un secolo prima. La consacrazione avvenne nel 1960, dopo molti ritardi dovuti a difficoltà finanziarie e tecniche.

 

   

La galleria degli ex-voto

   

Da non perdere, a mio parere, è la visita alla galleria degli ex-voto, che si trova nei corridoi al primo piano degli edifici che chiudono il Piazzale Sacro a destra della Basilica Antica. Le più antiche tavolette dipinte risalgono al XVI secolo; prima non è documentata, qui a Oropa, l'usanza di offrire al santuario queste rappresentazioni di grazie ricevute o di miracoli; sin dal XV secolo era invece diffusa l'abitudine di offrire, come doni votivi, immagini di cera, d'oro, d'argento e gioielli che periodicamente venivano commutati in denaro per le necessità del santuario.

   

La foto mostra alcuni dei quadri votivi esposti nella galleria degli ex-voto. Sono evidenti le due caratteristiche salienti di questi lavori, quasi sempre opera di artisti anonimi: da una parte è rappresentata la realtà umana minacciata dal pericolo (come un incidente o una grave malattia), dall'altra la manifestazione della realtà divina (qui naturalmente la Madonna Nera) che interviene per concedere la grazia.

Nei quadri presenti nella foto sono molto vivide le raffigurazioni di alcuni incidenti stradali.

 

   

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