Sentiero Roma

Da Novate Mezzola a Chiesa Valmalenco in cinque tappe

(Alpi Retiche - Valtellina/Lombardia)

Escursionismo

 

Vado in montagna da quando sono bambino e ormai ho quasi sessant’anni. Eppure non avevo mai vissuto l’esperienza di un’alta via, di una traversata di più giorni. Con una sola eccezione: nel luglio del 1971 (avevo 16 anni) organizzai con un compagno di scuola una traversata della Prealpi bergamasche da Roncobello al Passo della Presolana. Ci eravamo inventati il percorso consultando cartine e guide e ne era venuta fuori una cosa assolutamente strampalata in cui si alternarono, per scelta o per necessità, lunghe camminate e trasferimenti in pullman o in autostop. Eravamo carichi come muli, anche perché tenda leggera e sacchi da bivacco in piuma erano lontanissimi dalle nostre possibilità economiche. Eppure sono stati sette giorni bellissimi, immortalati in fotografie di qualità un po’ limitata, ma che riguardo ogni volta con grande piacere. Poi, per oltre quarant’anni, non ho rifatto nulla del genere. L’anno scorso (2013), soprattutto grazie all’insistenza di Roberto, ho finalmente percorso una vera alta via, il Sentiero Roma, che, dalle sponde del Lago di Novate Mezzola, raggiunge Chiesa Valmalenco collegando quattro rifugi del CAI Milano (il Rifugio Brasca, il Rifugio Gianetti, il Rifugio Allievi-Bonacossa e il Rifugio Ponti ) attraverso le splendide montagne del gruppo Masino-Bregaglia-Disgrazia (per usare il titolo di una guida del CAI/TCI).

 

E’ stata un’esperienza bellissima: cinque giorni tra grandi montagne di granito, senza mai scendere a valle; paesaggi ogni volta nuovi e spettacolari; tratti attrezzati discretamente impegnativi su placche di ottima roccia. Quando arrivammo alla Bocchetta Roma, quasi alla fine della quarta tappa, ci prese un momento di commozione: davanti ai nostri occhi si stendeva tutta la catena traversata e nel cuore sentivamo la gioia di avercela fatta, di aver realizzato un sogno. Quel giorno era stato particolare, perché l’avevamo vissuto praticamente in totale solitudine. Il gruppetto di francesi (due donne e due uomini nostri coetanei) che stava percorrendo negli stessi giorni il sentiero era rimasto piuttosto indietro subito dopo la partenza dal Rifugio Allievi e l’incontro con una giovane sky-runner inglese che proveniva dalla direzione opposta aveva avuto il carattere di un’apparizione fugace. Per il resto, lungo gli interminabili ghiaioni e i nevai  dell’alta Val Cameraccio, eravamo rimasti soli, soli con le rocce e con il cielo, soli con il silenzio ineffabile dell’alta montagna: sensazione impagabile!

 

Un’altra sensazione particolare è stata il ritorno nel mondo vegetale: usciti dal bosco all’inizio della seconda tappa, avevamo camminato per tre giorni immersi in un mondo minerale fatto di roccia, di neve e di acqua, con solo un po’ di erba. L’ultimo giorno, scendendo lungo la Val Torreggio dal Passo di Corna Rossa, dopo aver attraversato grandi ammassi di pietre rosse, incontrammo di nuovo i fiori, i cespugli, gli alberi, i prati tra cui correva sinuoso il torrente nei pressi del Rifugio Bosio (un posto assolutamente idillico). E’ stato come ritornare in un mondo pieno di vita pulsante e sensibile dopo aver viaggiato in una dimensione diversa. E’ stata una scoperta accolta con entusiasmo. Forse eravamo un po’ esaltati: ma ricordo anche questa sensazione come una delle più profonde vissute in quei giorni.

 

Quella che segue non è una relazione ampia e dettagliata come le altre che ho pubblicato su questo sito. Farò una sintetica descrizione delle cinque tappe in cui è suddiviso il percorso, presentando una galleria fotografica per ognuna di esse. Per una migliore conoscenza dell’itinerario e delle sue caratteristiche rinvio alla completa e approfondita relazione che ci ha accompagnato nella nostra escursione. Si trova in internet (http://www.paesidivaltellina.it/valmasino.htm#roma), nell’ottimo sito di Massimo Dei Cas, grande conoscitore delle montagne valtellinesi

 

Attrezzatura: è un discorso particolare, perché di fatto non esistono indicazioni univoche. I tratti attrezzati non sono delle vere e proprie ferrate e, per le loro caratteristiche (i passaggi sono quasi esclusivamente orizzontali o diagonali), non necessitano di un vero e proprio set da ferrata: l’imbracatura e uno o due cordini con moschettone dovrebbero garantire un’adeguata sicurezza. Il casco potrebbe essere sicuramente molto utile in questi tratti (ma noi, come si potrà vedere nelle foto, non l’abbiamo portato). La presenza della neve anche in stagione avanzata rende necessaria l’adeguata attrezzatura: piccozza e ramponi non devono rimanere a casa.

 

In ogni caso, per conoscere le condizioni dell’itinerario si può telefonare ai rifugi toccati dal sentiero. Grazie a una di queste telefonate, ad esempio, noi avevamo saputo che un tratto della discesa dal Passo Qualido era stato interessato da una frana che aveva strappato un paio di catene, lasciando un passaggio facile ma insidioso ed esposto. Su consiglio del gestore del Rifugio Allievi, avevamo quindi portato uno spezzone di corda leggera (nel nostro caso 20 metri) e ci siamo assicurati (il tratto è stato rimesso in sicurezza due settimane più tardi).

 

Il periodo migliore per affrontare il Sentiero Roma è nel cuore dell’estate, tra agosto e settembre. Anche la seconda metà di luglio può andare, ma si possono trovare moltissimi tratti innevati, specialmente se durante l’inverno è nevicato parecchio. Noi l'abbiamo percorso tra il 20 e il 24 luglio del 2013: la neve era molta, ma non ci ha creato problemi perché avevamo l’attrezzatura adeguata.

 

Va ribadito che il Sentiero Roma è un itinerario impegnativo, adatto a escursionisti allenati e preparati ad affrontare anche i tratti più impegnativi. Si svolge quasi tutto a quote comprese tra i 2500 e i 3000 metri; le sue condizioni possono variare in modo significativo di anno in anno e durante la stessa stagione. Va dunque affrontato in condizioni atmosferiche favorevoli e adeguatamente equipaggiati.

 

Infine: chi volesse percorrere l’itinerario con l’accompagnamento di una guida alpina, può trovare su internet le informazioni necessarie. Suggerisco qui il sito dell’Associazione Guide Alpine Val  Masino-Val di Mello “Il Gigiat”: www.guidealpine.net

 

 

SINTESI DELL’ITINERARIO

 

Prima tappa: da Novate Mezzola (stazione ferroviaria) al Rifugio Brasca

Dislivello in salita: 1160 m

Dislivello in discesa: 60 m

Durata: ore 4,00

Difficoltà: E

 

Seconda tappa: dal Rifugio Brasca al Rifugio Gianetti

Dislivello in salita: 1425 m

Dislivello in discesa: 230 m

Durata: ore 5,00/5,30

Difficoltà: EE

 

Terza tappa: dal Rifugio Gianetti al Rifugio Allievi

Dislivello in salita: 585 m  (665 m)

Dislivello in discesa: 720 m (790 m)

Durata: ore 6,00

Difficoltà: EE

 

Quarta tappa: dal Rifugio Allievi-Bonacossa al Rifugio Ponti

Dislivello in salita: 1140 m (1175 m)

Dislivello in discesa: 960 m (1025 m)

Durata: ore 7,00/7,20

Difficoltà: EE

 

Quinta tappa: dal Rifugio Ponti a Chiesa Valmalenco (fermata autobus per Sondrio)

Dislivello in salita: 305 m

Dislivello in discesa: 1905 m

Durata: ore 5,40

Difficoltà: EE (E nella parte finale)

 

Le indicazioni dei dislivelli di salita e di discesa sono da intendere in senso complessivo: tengono conto delle diverse salite e discese che si affrontano, specialmente durante la terza e la quarta tappa, e che ho rilevato con l’altimetro. Per la terza e la quarta tappa ho indicato tra parentesi anche le rilevazioni effettuate da uno degli escursionisti francesi che hanno percorso l’itinerario insieme a noi.

 

La relazione è aggiornata al mese di luglio 2013. Cliccare sui nomi per accedere alle singole tappe:

PRIMA TAPPA

SECONDA TAPPA

TERZA TAPPA

QUARTA TAPPA

QUINTA TAPPA

 

NOTA: Ho descritto l'itinerario partendo dalla stazione ferroviaria di Novate Mezzola e arrivando alla fermata dell'autobus per Sondrio a Chiesa Valmalenco perché, almeno per chi può raggiungere facilmente una delle stazioni della linea ferroviaria Milano-Sondrio, il Sentiero Roma è percorribile senza usare la macchina. Arrivati a Colico si prosegue in treno o in autobus fino a Novate Mezzola; giunti a Chiesa Valmalenco si scende a Sondrio con l'autobus e si torna a casa con il treno. Altrimenti si può lasciare la macchina a Novate Mezzola e tornare a prenderla utilizzando i mezzi pubblici. Ci vorrà un po' (su internet non è difficile trovare gli orari dei mezzi pubblici), ma mi pare meglio che usare due auto e fare avanti-indietro su strade già fin troppo trafficate. Ognuno è libero di fare le sue scelte.

 

CARTOGRAFIA

L'itinerario è rappresentato su diverse cartine. Ne segnalo due:

Carta Turistica Kompass 1:50.000, fogli 92 (Chiavenna-Val Bregaglia) e 93 (Bernina-Sondrio)

Carta Nazionale della Svizzera 1:50.00, fogli 277 (Roveredo) e 278 (Monte Disgrazia)

 

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