Giro del Monviso

Dal Rifugio Barbara Lowrie al Rifugio Barbara Lowrie in cinque tappe

(Alpi Cozie/Piemonte)

Escursionismo

 

INTRODUZIONE

 

Il Giro del Monviso (o Tour del Monviso) è uno dei più classici percorsi ad anello delle Alpi Occidentali. Le sue origini risalgono all’Ottocento quando i soliti inglesi, a quel tempo incontrastati esploratori delle Alpi, iniziarono a effettuarlo. Il primo fu, nel luglio 1839, James David Forbes accompagnato dalla sua guida: in una sola giornata, partendo dalla valle francese del Guil, i due seguirono grosso modo quello che è l’itinerario classico oggi generalmente percorso in tre giorni. Nel settembre 1854 toccò a Whateley e Jenkisnson che, sempre partendo dalla Valle del Guil, lo percorsero in due giorni, ma allungandolo leggermente rispetto a Forbes. A quel tempo non c’erano rifugi e le guide turistiche consigliavano di effettuare il giro in giornata: transitando dal Passo delle Sagnette invece che da quello di San Chiaffredo il tour poteva essere effettuato in 12 ore affrontando un dislivello di 2500 metri circa.

 

Con la costruzione dei rifugi e l’aumento del numero dei frequentatori della montagna, il Giro del Monviso divenne un classico dell’escursionismo nel corso del Novecento, in particolare a partire dagli anni Sessanta e Settanta. Oggi è molto frequentato, particolarmente dagli escursionisti francesi (spesso da gruppi familiari con bambini). Durante il nostro giro abbiamo incontrato pochissimi italiani, ma questa osservazione l’ho già fatta a proposito degli altri itinerari a tappe che ho descritto nel sito. Penso sia una questione culturale. Anch’io sono arrivato molto tardi (dopo i 55 anni) a scoprire questo modo di vivere la montagna.

 

Come dice il nome stesso dell’escursione, al centro del percorso c’è lui, il “Re di Pietra”, sua maestà il Monviso, una montagna superba e maestosa che svetta per cinquecento metri sopra tutte le altre montagne che lo circondano, proprio come un re circondato dalla sua corte. Il giro permette di ammirarne tre versanti: occidentale, orientale e settentrionale. In realtà il giro passa anche a Sud della montagna, lungo il Vallone delle Giargiatte, ma da qui il versante meridionale (quello percorso dalla via normale) non è visibile. Tuttavia l’interesse del percorso sta anche in altro: si attraversano ambienti diversi, caratterizzati da una notevole ricchezza naturale e punteggiati da molti laghi dalle acque limpidissime. Non ci sono ghiacciai (quello sulla Nord del Monviso è ormai un pallido ricordo di ciò che era un tempo e d’estate è la roccia a farla da padrona anche su questa grandiosa parete), ma le montagne presentano pareti rocciose di tutto rispetto. Possibile l’incontro con gli animali, in particolare stambecchi e marmotte. Nelle giornate umide potrebbe capitare di vedere anche la Salamandra di Lanza (Salamandra lanzai), un endemismo delle Alpi Cozie, in particolare delle valli che circondano il Monviso (oltre che della Val Germanasca): è tutta nera, ma non va confusa con la più comune Salamandra nera (diffusa in tante altre zone delle Alpi e non solo).

 

Non bisogna poi dimenticare l’aspetto storico. Durante la prima tappa si percorrono vecchie strade militari; se si decide di concludere la terza tappa al Rifugio dell’Alpetto, si può visitare il vicino Museo dell’Alpetto, dedicato agli albori dell’alpinismo italiano e ricavato ristrutturando il primo rifugio costruito dal CAI (1866); durante l’ultima tappa si può salire fino al Buco di Viso (Tunnel delle Traversette), il primo traforo scavato nella roccia delle Alpi (iniziata probabilmente nel 1479, l’opera fu terminata nel 1480) per favorire i traffici commerciali tra l’Italia  (Marchesato di Saluzzo) e la Francia. Poco prima di arrivare al piccolo traforo si passa accanto a una vecchia casermetta della Guardia di Frontiera (edificio ormai pericolante).

 

Se dunque il giro, come si capirà leggendo la descrizione delle tappe, non si presenta come particolarmente impegnativo (i dislivelli sono in genere contenuti, la durata delle tappe non è mai eccessiva, la difficoltà è prevalentemente escursionistica, con solo due tratti classificati EE), risulta però di grande interesse da tanti altri punti di vista. Il mondo della montagna è molto vario, mai riducibile a una dimensione: il Giro del Monviso ne offre un bellissimo esempio.

 

NOTA. Molte delle notizie riportate in questa introduzione, specialmente nella prima parte, sono ricavate da alcune presentazioni dell'itinerario che si possono trovare in rete (vedi la sitografia più avanti).

 

 

L’ITINERARIO

 

Il Giro del Monviso può essere effettuato in tanti modi e in rete si trovano descrizioni che vanno da uno a sei giorni. L’itinerario classico si effettua in tre giorni, partendo dall’Italia (Valle Po o Val Varaita) oppure dalla Francia (Valle del Guil) e transitando dai Colli di Vallanta, di San Chiaffredo e delle Traversette (sotto il quale passa il Traforo del Viso o Buco di Viso, il primo realizzato delle Alpi e completato nel 1480).

 

Noi abbiamo scelto di effettuare il giro più lungo, che comprende anche la Val Pellice, ufficialmente chiamato “Gran Tour del Monviso” (GTMV) dalla Regione Piemonte, che abitualmente si percorre in cinque giorni. Di questo giro più lungo esistono però diverse descrizioni: il percorso è sempre quello, ma diversa è la distribuzione di alcune tappe. Navigando in rete si potrà avere una panoramica completa delle diverse possibilità (più avanti ho inserito il link ad alcuni siti che ritengo utili in tal senso). In queste pagine presento il giro come l’abbiamo effettuato noi a metà luglio 2019, descrivendo a parte la salita al Buco di Viso e al Colle delle Traversette, che noi abbiamo effettuato il quarto giorno ma che solitamente e (forse) più logicamente viene inserita nella descrizione della quinta tappa (vedi la voce "itinerario proposto" inserita più avanti).

 

PRIMA TAPPA: DAL RIFUGIO BARBARA LOWRIE AL RIFUGIO GRANERO

DISLIVELLO IN SALITA: 1320 m (643 m + 677 m)

DISLIVELLO IN DISCESA: 670 m

DURATA: ore 5,30/6,00

DIFFICOLTÀ: E

PUNTO DI APPOGGIO: Rifugio Batt. Alpini Monte Granero (Rif. Granero), 2377 m. Tel. 0121.91760

CARATTERISTICHE: la tappa si svolge su stradine sterrate e su un bel sentiero segnalato. Si passa dal Rifugio Barant, all’omonimo colle e, anche se non necessariamente, dal Rifugio Willy Jervis.

 

SECONDA TAPPA: DAL RIFUGIO GRANERO AL RIFUGIO VALLANTA

DISLIVELLO IN SALITA: 920 m c.a  (495 m + 25 m c.a + 400 m)

DISLIVELLO IN DISCESA: 845 m (20 + 415 m + 45 m + 365 m)

DURATA: ore 5,00

DIFFICOLTÀ: E

PUNTO DI APPOGGIO: Rifugio Vallanta, 2450 m. Tel. 0175.956025

CARATTERISTICHE: la tappa si svolge su sentieri segnalati e prevede lo scavalcamento di due colli (Colle Seilliere e Passo di Vallanta), tra i quali si cammina in territorio francese (Valle del Guil) e si passa dal Refuge du Viso.

In questa tappa si può inserire una bella variante salendo al Monte Losetta (cosa che noi non abbiamo fatto a causa della presenza di molta neve fresca che non ci sembrava più stabile anche per via dell’ora ormai tarda). Si veda la breve nota alla fine della relazione della tappa.

 

TERZA TAPPA: DAL RIFUGIO VALLANTA AL RIFUGIO QUINTINO SELLA

DISLIVELLO IN SALITA: 900 m  c.a (850 m c.a + 50 m)

DISLIVELLO IN DISCESA: 710 m c.a (540 m + 170 m c.a)

DURATA: ore 5,15

DIFFICOLTÀ: E

PUNTO DI APPOGGIO: Rifugio Quintino Sella, 2640 m. Tel. 0175.94943

CARATTERISTICHE: la tappa si svolge tutta su buoni sentieri segnalati e, dopo la discesa lungo il Vallone di Vallanta, prevede la salita al Passo di San Chiaffredo, cui segue la traversata al Passo Gallarino e al Rifugio Sella.

La tappa può anche concludersi al Rifugio dell’Alpetto (2268 m; tel. 0175.576113). In questo caso il dislivello i discesa aumenta di 330 m, mentre la durata solo di 10 minuti (vedi "itinerario proposto").

 

QUARTA TAPPA: DAL RIFUGIO QUINTINO SELLA AL RIFUGIO VITALE GIACOLETTI

DISLIVELLO IN SALITA: 515 m  (35 m + 90 m + 380 m)

DISLIVELLO IN DISCESA: 400 m  (10 m + 360 m + 30 m)

DURATA: ore 3,00

DIFFICOLTÀ: E

PUNTO DI APPOGGIO: Rifugio Vitale Giacoletti, 2741 m. Tel. 0175.940104

CARATTERISTICHE: tutta la traversata si svolge su buoni sentieri segnalati, prima in discesa e poi in salita.

Se si parte dal Rifugio dell’Alpetto il dislivello in salita aumenta di 370 m e la durata di 1,10/1,20 ore (vedi "itinerario proposto").

 

QUINTA TAPPA: DAL RIFUGIO VITALE GIACOLETTI AL RIFUGIO BARBARA LOWRIE

DISLIVELLO IN SALITA: 280 m (80 m + 200 m)  

DISLIVELLO IN DISCESA: 1300 m (220 m + 120 m + 960 m)

DURATA: ore 3,50

DIFFICOLTÀ: E con alcuni tratti EE

PUNTO DI APPOGGIO: Rifugio Barbara Lowrie, 1753 m. Tel. 0121 930077

CARATTERISTICHE: tecnicamente è la tappa più impegnativa in quanto prevede tratti di maggiore difficoltà (EE). Il percorso è comunque tutto ben segnalato e diversi passaggi sono attrezzati con gradini di ferro, catene o corde fisse.

La salita al Buco di Viso e al Colle delle Traversette è solitamente collocata in questa tappa. In questo caso il dislivello in salita aumenta di 370 m; lo stesso vale per la discesa, a meno che si scelga di percorrere il sentiero che da Pian Mait traversa direttamente al Colle Armoine (EE). In questo caso il dislivello in discesa aumenta solo di 250 m (vedi "itinerario proposto").

 

ITINERARIO PROPOSTO

Quest’anno ho avuto meno tempo per preparare il giro, così ritengo di aver compiuto scelte che molto probabilmente non rifarei (come ad esempio salire al Colle delle Traversette al termine della quarta tappa). Col senno di poi proporrei questa scansione delle tappe, che mi pare più equilibrata:

PRIMA TAPPA: dal Rifugio Barbara Lowrie al Rifugio Granero (ore 5,30/6,00)

SECONDA TAPPA: dal Rifugio Granero al Rifugio Vallanta (ore 5,00)

TERZA TAPPA: dal Rifugio Vallanta al Rifugio dell’Alpetto (ore 5,30 circa)

QUARTA TAPPA: dal Rifugio dell’Alpetto al Rifugio Giacoletti (ore 4,10/4,20)

QUINTA TAPPA: dal Rifugio Giacoletti al Rifugio Barbara Lowrie, con salita al Buco di Viso e al Colle delle Traversette (ore 5,30/6,00)

Nella relazione della terza e della quarta tappa ho inserito brevi descrizioni relative al percorso per arrivare al Rifugio dell’Alpetto al termine della terza tappa e per iniziare la quarta partendo dallo stesso rifugio. La salita al Buco di Viso e al Colle delle Traversette (assolutamente consigliabile) è descritta in una pagina a parte.

 

ATTREZZATURA

Normale da escursionismo e abbigliamento adeguato alle quote che si raggiungono. In caso di presenza di neve sono utili i ramponi: informazioni in tal senso si possono chiedere ai custodi dei rifugi toccati durante l’escursione.

 

PERIODO MIGLIORE

Da metà luglio a metà settembre

 

LOGISTICA

Nei rifugi in cui è previsto il pernottamento è ormai buona norma prenotare.

Per raggiungere il parcheggio presso il rifugio Barbara Lowrie si segue la Val Pellice fino a Villar Pellice; due chilometri dopo l’abitato svoltare a sinistra seguendo le indicazioni per la Comba dei Carbonari e il Rifugio Barbara Lowrie. Dopo 9,7 km su strada asfaltata stretta e a tratti piuttosto ripida si arriva ad un buon parcheggio che precede di poche centinaia di metri il rifugio. Il parcheggio si trova a quota 1730 m circa (il Rifugio Barbara Lowrie è di poco più alto: 1753 m).

 

CARTOGRAFIA

Monviso, Valle Varaita, Valle Po, Valle Pellice, 1:25.000 – Istituto Geografico Centrale

Val Pellice e Valle Po, Monviso, 1:25.000 – Fraternali Editore (sono molto belle, ma per avere tutto il percorso bisogna acquistarle entrambe)

 

SITI UTILI

http://www.piemonteoutdoor.it/it/attivita/escursionismo/gran-tour-del-monviso

Il sito “piemonteoutdoor.it” propone una descrizione del Gran Tour del Monviso in cinque tappe. Rispetto alla mia descrizione, la prima tappa è divisa in due mentre la quarta e la quinta sono unite in un’unica tappa con partenza dal Rifugio Quintino Sella. La descrizione è aggiornata agli ultimi interventi di sistemazione e valorizzazione dell’itinerario (2013/2014).

http://www.ghironda.com/vpellice/rubriche/tourval.htm

Il sito “ghironda.com” descrive il Giro del Monviso in cinque tappe (ma poi nelle relazioni la prima tappa è curiosamente divisa in due, per cui alla fine i giorni sono sei) che corrispondono a quelle descritte nella mia relazione (il pernottamento tra la terza e la quarta tappa è proposto al Rifugio dell’Alpetto invece che al Rifugio Quintino Sella). Il testo della relazione è della Guida Alpina Andrea Sorbino.

http://www.giacoletti.it/giro-del-monviso/

Il sito del Rifugio Giacoletti propone diverse “versioni” del Giro del Monviso (da uno a sei giorni), ma escludendo la Val Pellice e limitandolo quindi alle tre valli che fanno capo al Monviso: Val Varaita, Valle Po (Italia) e Valle del Guil (Francia).

 

RELAZIONE DELLE SINGOLE TAPPE

La relazione è aggiornata al mese di luglio 2019. Cliccare sui nomi per accedere alle singole tappe.

PRIMA TAPPA

SECONDA TAPPA

TERZA TAPPA

QUARTA TAPPA

QUINTA TAPPA

SALITA AL BUCO DI VISO E AL COLLE DELLE TRAVERSETTE

 

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