San Giacomo Filippo

 

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Il Comune di San Giacomo Filippo (522 m) è il primo che si incontra risalendo la Valle Spluga. Costituiva una realtà amministrativa autonoma già alla fine del XII secolo, quando era la sede principale del Comune di Val San Giacomo che comprendeva tutti gli abitati della valle. L'autonomia del comune fu confermata anche quando, nei secoli XVI e XVII, i territori della Valtellina e della Valchiavenna furono strappati alla Lombardia e posti sotto il dominio della Repubblica delle Tre Leghe (Grigioni). Nel 1797 (o nel 1798 a seconda delle fonti) il comune fu inglobato nella Repubblica Cisalpina, creata da Napoleone nell'Italia settentrionale, ricongiungendosi alla Lombardia. Nel 1815, dopo il Congresso di Vienna, entrò a far parte, con tutta la provincia di Sondrio, del Regno Lombardo-Veneto dominato dagli Asburgo austriaci. Nel 1816 il Comune di Val San Giacomo perse la sua unità e al suo posto nacquero tre distinti comuni: Madesimo, Campodolcino e San Giacomo. Una volta entrato a far parte del Regno d'Italia, il Comune di San Giacomo, per evitare confusioni con altri comuni omonimi, nel 1866 prese anche il nome dell'apostolo Filippo, assumendo l'attuale denominazione. Di particolare interesse per il turista sono due edifici religiosi: la Chiesa parrocchiale dedicata a San Giacomo e il Santuario di San Guglielmo.

In queste prime quattro foto vediamo la chiesa di San Giacomo, dominata dall'elegante campanile e affiancata a sinistra dalla casa parrocchiale (in alto a sinistra). La chiesa è nominata per la prima volta nel 1119 e ancora nel 1178 risultava essere l'unica chiesa della valle cui dà il nome. Dal 1460 divenne anche chiesa battesimale. Fu ampliata in forme barocche (che conserva tutt'ora) a metà del Seicento. L'interno (in basso a destra) presenta l'altare principale in legno scolpito e dorato cui si aggiunge, nella cappella a destra, un secondo altare di lavorazione simile dedicato alla Madonna. Nella cappella a sinistra è collocato un crocifisso circondato da una cornice scolpita e dorata. Numerosi affreschi coprono le pareti e la volta. Sulla controfacciata si trovano affreschi settecenteschi attribuiti a Pietro Bianchi di Como; sulla parete destra Giovanni Battista Macolino, originario della valle, eseguì nel 1644 un dipinto con la Madonna, il Bambino e personaggi locali. Il grande affresco sulla volta (in basso a sinistra) è opera ben più recente (1915) di Eliseo Fumagalli di Delebio. Sulla facciata della casa parrocchiale (in alto a destra) si può ammirare un affresco della seconda metà del Quattrocento con la Madonna e il Bambino tra San Giacomo (a destra) e San Guglielmo (a sinistra). Nell'angolo in basso a sinistra si può vedere l'offerente, il vice curato Pietro della Maria di Prata, che, tradizionalmente, è  raffigurato più piccolo rispetto ai personaggi sacri.

In queste foto vediamo invece il Santuario di San Guglielmo. In origine era una piccola chiesa edificata nel 1327 sopra la grotta dove visse l'eremita Guglielmo. Secondo la tradizione si tratta di Guglielmo d'Orange, che qui si ritirò a vita eremitica verso la metà del XII secolo. Secondo gli storici si tratta molto più probabilmente di Guglielmo di Orenga (o di Orezia), eremita lariano vissuto nel XIII secolo e morto nel 1290. L'attuale edificio è stato eretto al posto della chiesa originaria tra il 1613 e il 1616. Le pareti sono ricche di affreschi. Quelli del coro raccontano la vita del santo e sono in gran parte opera di Giovanni Battista Macolino il vecchio (nato a Gualdera di Fraciscio, sopra Madesimo, nel 1604 e morto a Chiavenna nel 1673); uno degli episodi (San Guglielmo creato cavaliere) è invece opera di suo figlio, Giovanni Battista Macolino il giovane (morto a Chiavenna nel 1696). Fino all'inizio degli anni Ottanta del Novecento, il santuario custodiva la bandiera dell'antico Comune di Val San Giacomo (ora conservata nella casa parrocchiale). Nelle foto vediamo il santuario (in alto a sinistra), la statua e l'iscrizione (Tempio di San Guglielmo cavaliere ed eremita costruito nel 1613) che sovrastano l'ingresso (in alto a destra), l'interno (in basso a sinistra) e l'affresco di Giovanni Battista Macolino il vecchio che rappresenta le esequie del santo (in basso a destra).

Le ultime due foto mostrano due caratteristici scorci di San Giacomo Filippo. La mulattiera che si vede nella foto a destra è quella lungo cui transita la Via Spluga, ormai quasi all'uscita dal paese.

NOTE. Le informazioni per la stesura del testo di questa pagina sono state ricavate da diverse fonti on-line: il sito ufficiale del Comune di San Giacomo Filippo, il sito valtellina.it, il sito cmvalchiavenna.gov.it, il sito fraciscio.it (per i pittori Giovanni Battista Macolino il vecchio e il giovane) e il sito ecomuseovallespluga.it.

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