Monte Legnone, salita per il versante Est

(Alpi Orobie - Lombardia)

 

Escursionismo

 

SCHEDA TECNICA

DISLIVELLO: 1° giorno: 1440 metri; 2° giorno: 920 metri

DURATA: 1° giorno: 4 ore; 2° giorno 2,30/2,45 ore la salita, 3,50 ore la discesa

DIFFICOLTA': EE la salita alla cima dall'Alpe Legnone (E il resto del percorso)

AGGIORNAMENTO RELAZIONE: luglio 2011

 

Non mi metterò ancora a decantare la bellezza di questa montagna, la straordinaria veduta che la sua cima offre nelle giornate più limpide, le emozioni che regala ogni escursione verso la sua cima. Finirei col ripetermi, perché ho già dedicato al Legnone quattro pagine di questo sito: Legnone da Nord, Legnone da Sud, Legnone da Sud-Ovest, Legnone invernale (cresta Ovest). Qui mi occupo del versante orientale, affacciato sulla selvaggia Val Lesina. Questo vasto settore della montagna è delimitato dalla cresta Nord-Est e dalla cresta Sud-Est. La lunga cresta Nord-Est scende dalla cima ripida e in parte rocciosa fino al Monte Colombano (2005 m), da dove prosegue erbosa e poi coperta di boschi fino al Delebio, sul fondo della Valtellina. La cresta Sud-Est scende facile e rocciosa fino a incrociare la strada militare della Linea Cadorna a quota 2395 m, per terminare poco più sotto alla Bocchetta Alta del Legnone (2340 m), da cui prosegue verso altre cime della Alpi Orobie.

 

L’ampio versante orientale del Legnone (a sua volta diviso in due settori da un costone poco marcato che termina con il Dosson di Zocche) è percorso da due itinerari molto interessanti, ma assai diversi tra loro: descriverò il più impegnativo (EE) come via di salita e quello più facile (E) come via di discesa. Quello che propongo in salita coincide con la parte superiore dell’itinerario 1B, che parte da Colico, raggiunge il Rifugio Alpe Scoggione e quindi, scavalcato il Passo di Colombano, si inoltra nell’impervio settore destro del versante orientale della montagna, che supera con percorso impegnativo e, nella prima parte, anche esposto. Per questi motivi è meglio affrontarlo in estate o all’inizio dell’autunno, quando anche la parte alta è libera dalla neve. L’itinerario che propongo per la discesa è la “via normale” da Delebio: nella prima parte percorre la facile cresta Sud-Est, poi, presso la Bocchetta Alta del Legnone, incrocia e segue la strada militare della Linea Cadorna, lungo la quale fa ritorno al punto di partenza. Questo sentiero ha una particolarità: sulla segnaletica verticale e su alcune cartine è indicato con il n. 123, sul terreno, invece, è contrassegnato dal n. 5.

 

L’escursione parte da Delebio e raggiunge l’Alpe Legnone (dove si trova il rifugio dell’ERSAF) seguendo all’inizio la vecchia strada a grossi ciottoli che serviva un tempo per il trasporto a valle del legname della Val Lesina. Dall’Alpe Legnone, proseguendo lungo la cresta, si scavalca il Monte Colombano e, al successivo omonimo passo, si prende l’itinerario 1B lungo il quale si raggiunge la cima. La discesa riporta all’Alpe Legnone da cui si torna a Delebio seguendo il percorso dell’andata. Da Delebio il dislivello è notevole (2360 metri), per cui l’escursione può essere divisa in due giorni, dormendo alla Capanna Sociale “Baitone di Legnone” (come ho fatto io). Il rifugio è di proprietà dell’ERSAF (Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste) della Lombardia, ma è gestito dalla Pro Loco di Delebio attraverso il lavoro di volontari. Nei mesi di luglio e agosto è aperto tutti i giorni, a giugno e a settembre solo nei fine settimana. Per informazioni rivolgersi alla Pro Loco (334.5736108) oppure direttamente al rifugio (348.8660424).

 

ACCESSO STRADALE. Giunti in Valtellina, si percorre la Strada Statale dello Stelvio fino a Delebio. Piegando verso Sud, si entra in paese e si prosegue fino ai piedi della montagna, dove si trova una piccola centrale elettrica. Davanti all’edificio della centrale, si prende a destra una strada asfaltata in salita che termina poco dopo proprio all’inizio della strada acciottolata che sale in Val Lesina (250 m; parcheggio).

 

ITINERARIO. Dal parcheggio accanto alla centrale elettrica si imbocca (non ci sono cartelli indicatori, ma quasi subito si trova un segnavia bianco-rosso della GVO – Gran Via delle Orobie) l’ampia strada acciottolata che sale molto ripida nel bosco (a tratti i ciottoli sono sostituiti dal cemento). Ignorando ogni deviazione dal percorso principale, si giunge al bacino artificiale di Piazzo Minghino (532 m; da qui parte la condotta forzata che alimenta la centrale elettrica). Si prosegue lungo la strada fino ad un bivio segnalato: si prende a destra (cartello indicatore per Osiccio, Alpe Legnone e Alpe Piazza) un’altra strada acciottolata (all’inizio più stretta) che, con percorso molto ripido, conduce alle case di Osiccio di sotto (859 m). Anche qui si trova un bivio: si sale a destra e si raggiungono le prime case, quindi si segue la mulattiera che, praticamente lungo la linea di massima pendenza, sale lungo il prato e raggiunge Osiccio di sopra (922 m) dopo aver attraversato la nuova strada sterrata che sale da Delebio. A Osiccio di sopra si procede diritti e si giunge in breve a un bivio: non si segue il sentiero che sale diritto nel bosco, ma si continua sulla larga mulattiera selciata che sale a destra e, con percorso ancora molto ripido, raggiunge di nuovo la strada che abbiamo lasciato al bivio sopra Piazzo Minghino. Si gira a destra e, in breve, si raggiunge un bivio segnalato presso le case più basse di Piazza Calda (1090 m circa al mio altimetro; lavatoio con acqua freschissima). Si lascia di nuovo la strada e si sale a destra (cartelli indicatori; attenzione: l’Alpe Legnone è segnata sia sul cartello della GVO che su quello del sentiero 123; in realtà fino a un bivio segnalato dopo l’Alpe Legnone i due itinerari coincidono). Dopo aver superato anche le case più alte di Piazza Calda, il sentiero sale nel bosco tenendosi sul fianco destro del crestone che stiamo percorrendo (è la parte bassa della cresta Nord-Est del Legnone). Si giunge sul filo poco oltre la Mottala dei Larici, a 1400 m circa; poi il sentiero torna ancora sul lato destro della cresta e, più avanti, con una serie di tornanti, esce dal bosco nei pressi della Casera delle Piode (1501 m). Con un traverso a sinistra ci si riporta sul dorso del crestone: siamo ormai all’inizio del grande pascolo dell’Alpe Legnone: proseguendo lungo la dorsale erbosa si passa accanto a un rudere, poi accanto alla croce di legno e, infine, si raggiunge l’Alpe Legnone, dove si trova la Capanna Sociale “Baitone di Legnone” (2690 m; ore 4 da Delebio).

 

Dall’Alpe Legnone si procede lungo il crestone dietro le case; raggiunta la piazzola dell’elicottero si rinviene una traccia all’inizio appena visibile poi più evidente. La traccia si tiene a sinistra della cresta e la raggiunge a una selletta poco più avanti. Si segue ora il filo della cresta che conduce al Monte Colombano: in un paio di punti la traccia si sposta di nuovo sui pendii a sinistra e così fa anche per evitare il punto culminante, che è però facilmente raggiungibile lungo il filo. Dal Monte Colombano (2005 m; 45 minuti dall’Alpe Legnone) si scende brevemente all’omonimo passo (1970 m), dove si trova il cartello indicatore dell’itinerario 1B, che ora si segue. Il sentiero prosegue lungo la cresta, affrontando un tratto ripido e un po’ franoso (una catena su alcune roccette). Più in alto la traccia segnalata (segnavia bianco-rossi) non si tiene sul filo, ma sui ripidi prati che scendono in Val Lesina e, con un lungo traverso verso Sud-Est, raggiunge una palina segnaletica sul bordo di un ripido canale franoso (2105 m). Se si è saliti sul filo, lo si segue fino al punto in cui spiana e, prima di un salto di rocce, ci si abbassa alla palina segnaletica per una discreta traccia.

 

Dalla palina, si traversa il canale franoso in leggera discesa e si raggiunge l’inizio di un traverso attrezzato con funi metalliche plastificate (2085 m). Il traverso non è tecnicamente difficile, ma è molto esposto: percorrerlo con la dovuta attenzione e senza affidarsi ciecamente alle funi metalliche (a luglio 2011 due ancoraggi erano staccati). Al termine del traverso ci si trova all’inizio di una canalone erboso, su terreno meno ripido. Si sale il canalone, si supera sulla sinistra una barriera rocciosa di pochi metri (I), poi, poco più sopra, si esce dal canale verso sinistra; si procede lungo la costola che lo delimita da questo lato poi, più in alto, ci si sposta ancora a sinistra, in una sorta di ampio canalone erboso/detritico. Su terreno meno ripido si raggiunge il “nevaio del Legnone” (in estate piuttosto ridotto). Ora si sale tenendosi sulla destra e infine, tornati verso il centro dell’ampio canale, su terreno più ripido si raggiunge la cresta Nord-Est del Legnone a 2450 m circa. Si prosegue facilmente lungo la cresta, raggiungendo l’anticima (m 2529), dove giunge anche l’itinerario che sale dal Rifugio Roccoli-Lorla lungo la cresta Ovest. Volgendo a Sud, si segue la cresta finale (qualche fune plastificata), raggiungendo la panoramica cima del Monte Legnone (2609 m; ore 1,45/2,00 dal Monte Colombano; ore 2,30/2,45 dall’Alpe Legnone).

 

DISCESA. Dalla cima si scende lungo la cresta Sud-Est, all’inizio con qualche elementare roccetta. Il percorso (segnalato con segnavia bianco-rossi) non presenta particolari difficoltà anche se richiede un po’ di attenzione per via della ripidezza dei pendii laterali. A 1430 metri circa si lascia la cresta e ci si abbassa a destra raggiungendo la strada militare (visibile fin dalla cima) a circa 2395 m. Si gira a sinistra, si passa davanti alle due gallerie cieche realizzate come ricovero quando fu costruita la strada militare, e si arriva di nuovo sul filo della cresta Sud-Est, sopra l’intaglio della Bocchetta Alta del Legnone. Da qui si tratta di proseguire in discesa lungo la strada militare che, con molti tornanti si abbassa lungo il versante orientale del Legnone. In realtà, in questo primo tratto della discesa, la strada è in gran parte ridotta a un sentiero, e solo in alcuni punti mostra ancora la struttura originaria. Più in basso le cose cambiano e si procede su un tracciato più ampio che evidenzia chiaramente il notevole lavoro svolto per realizzarlo. Raggiunto il crestone che termina col Dosson di Zocche lo si oltrepassa e si scende in direzione della bella conca erbosa sotto il Passo di Colombano. A quota 1840 m si abbandona la strada militare, che traversa in piano per poi risalire al passo, e ci si abbassa a destra per un evidente sentiero che raggiunge in breve il tratto di strada militare proveniente dall’Alpe Legnone (il percorso segnalato procede oltre il sentiero e scende a destra lungo questa strada da un bivio un po’ più avanti). Si incontra quasi subito un bivio (1785 m circa). Diritto si va lungo la GVO verso l’Alpe Piazza, a sinistra, dapprima in leggera discesa, poi praticamente in piano, si raggiunge l’Alpe Legnone (ore 1,50 dalla vetta). Da qui, lungo l’itinerario della salita, si rientra a Delebio (ore 2 dall’Alpe Legnone; ore 3,50 dalla cima).

 

NOTA 1. Il dislivello della salita da Delebio può essere ridotto in modo significativo utilizzando la nuova strada sterrata che raggiunge Osiccio di sopra (922 m; parcheggio); fin qui possono salire le auto normali; con un fuoristrada si può proseguire fino all’Alpe Panzone (detta anche Corte della Galida, m 1413). La strada è a pedaggio e i permessi si acquistano in alcuni bar di Delebio. Per eventuali informazioni rivolgersi al Comune di Delebio (0342.685110) oppure alla Pro Loco.

 

NOTA 2. L’Alpe Legnone può essere raggiunta anche da Colico (vedi la relazione). Inoltre la gita può essere compiuta partendo dal Rifugio Scoggione. In questo caso, però, il rientro sarà più lungo perché bisognerà o risalire fino al passo di Colombano (130 m circa). In alternativa si può scendere dalla cresta Ovest e poi dal sentiero che torna a Colico passando per l’Alpe Temnasco e l’Alpe Rossa (itinerario 1A; bivio segnalato sulla cresta Ovest a 1745 m circa).

 

Il Rifugio Alpe Scoggione è una bella struttura di proprietà del CAI di Colico. E’ aperto nei fine settimana da metà giugno a metà settembre. Negli altri periodi occorre fare richiesta. Telefono: 0343.63034 oppure 0341.941277

 

NOTA 3. A Osiccio, maggengo collocato in bella posizione panoramica, si potranno osservare, sui muri delle case, gli affreschi realizzati dal pittore e scultore delebiese Giuseppe Abram tra il 1995 e il 1996. Le opere rappresentano episodi dell’Antico e del Nuovo Testamento, ma anche vicende legate alla successiva storia del Cristianesimo (come ad esempio San Martino di Tours che divide col povero il suo mantello o Papa Leone Magno che ferma Attila).

 

 
 
 

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